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La Dda: ecco perché va arrestato il sindaco di Scafati

 La Dda: ecco perché va arrestato il sindaco di Scafati

Il Mattino, Sabato 12 Novembre 2016

«Aliberti condizionato dai clan». La Dda: ecco perché va arrestato

di Petronilla Carillo

SALERNO – Ci sono altri sette verbali di interrogatorio e una relazione di 32 pagine ad integrare l’appello presentato al Riesame dalla Procura Antimafia di Salerno contro il rigetto del gip della richiesta di arresto per il sindaco di Scafati Pasquale Aliberti. Il sostituto procuratore della Dda, Vincenzo Montemurro, non ha dubbi sule sue responsabilità in merito alla collusione con i gruppi camorristici del suo territorio: ad incastrare il primo cittadino, secondo l’Antimafia, ci sono dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia, quale Romolo Ridosso, da ritenersi «logiche, coerenti e pienamente attendibili: il racconto proviene – scrive nella sua relazione il pm – da persona al vertice della organizzazione camorristica, quindi particolarmente addentro, per i rapporti intrattenuti con Alfonso Loreto, Luigi Ridosso e Gennaro Ridosso, alle azioni del clan. La ricostruzione dei rapporti con il nucleo familiare Aliberti-Paolino risulta operata in modo molto dettagliato, coincidendo con la ricostruzione dei fatti in imputazione per come accertati dalle investigazioni».

I fatti narrati altro non sarebbero – secondo la Dda – che espressione di «un grave e persistente condizionamento che ogni azione della pubblica amministrazione comunale di Scafati subisce in presenza di palesi infiltrazioni della locale criminalità organizzata nei processi decisionali della stessa, tanto da dover indurre un dirigente del settore competente a confessare una continuativa serie di omissioni di atti d’ufficio per assecondare gli ordini del sindaco Pasquale Aliberti volti a favorire inequivocabilmente esponente della criminalità organizzata attraverso la dazione di vantaggi di chiara natura e valenza patrimoniale in un settore, quelle delle onoranze funebri, storicamente governato da logiche camorristiche».