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La collera che ci prende la gola ci consente solo una parola : ORRORE !!!!!

La collera che ci prende la gola ci consente solo una parola :  ORRORE !!!!!

di Camilla Cuparo, scrittrice e giornalista

Per farvi capire l’importanza della petizione lanciata in questi giorni per il testimone di giustizia Luigi Leonardi, affinché non venga cambiato il suo status da testimone a collaboratore, devo raccontarvi di lui. Ma non nel modo in cui ve lo aspettate. 

Non vi racconterò quello che già conoscete, che troverete scritto altrove o raccontato perfettamente da Luigi stesso. No. Io voglio raccontarvi di come un uomo fatto a pezzi dalla camorra, che perde tutto ciò che ha, che decide di denunciare, che perde anche la famiglia per questa sua scelta, si ritrovi ad essere ammazzato, giorno dopo giorno, da uno Stato che, con una leggerezza quasi sconcertante, cambia il suo status da testimone di giustizia, appunto, a PENTITO.

E non scriverò nemmeno, come ci si aspetti, che quella di Luigi sia una scelta “coraggiosa”. Perché tutto ciò che ha a che fare con gli eroi, con il coraggio, automaticamente ci riporta a infinite commemorazioni, a mancanza di responsabilità da parte di un intero popolo che, piuttosto che rischiare, accetta di subire. Una codardia che non trova più ragione d’esistere dopo le decine di morti che commemoriamo tutti gli anni come “eroi” ma del quale, in fondo, a questo Stato non interessa nulla perché, se così fosse, avremmo nomi e cognomi di mandanti ed esecutori da affiancare a quelli di questi cittadini che altro non hanno fatto che il loro dovere civico. “NON VOGLIO ESSERE UN EROE!” Gridò infatti, Luigi, dal palco di Taranto il 1 maggio. 

Ma noi, tutti noi, abbiamo idea, davvero, di cosa significhi, per un testimone, per un uomo che ha rischiato e rischia la vita, sentirsi appellato come “pentito” da quello stesso Stato al quale ha reso un così grande servizio? Ci provo a raccontarvelo io, cosa significhi e perché questa battaglia vada combattuta da tutti, per Luigi e per gli altri 85 testimoni di (IN)giustizia che vergognosamente subiscono l’assenza, l’indifferenza e la leggerezza di questo Stato.

Accade una mattina che pare uguale a tutte le altre. Il cellulare squilla. Leggo il suo nome e rispondo: “Cami… Cami! Oh mio Dio, Cami… cosa mi stanno facendo? Cami… sono un uomo morto! Cami… sono morto…”.

Un urlo straziante, disperato. Mi si gela il sangue. Impotenza. Penso immediatamente che qualcuno stia per ucciderlo, provo a parlargli ma non mi sente perché continua ad urlare. Io crollo e non so che, dall’altra parte, lui è già a terra. Morto! Perché un uomo lo puoi ammazzare anche così, una mattina che dovrebbe iniziare come le altre, invece lo si marchia a sangue: PENTITO! E lo ammazzi i giorni a seguire, quando gli neghi la possibilità di conoscere i motivi di questo assurdo provvedimento e quindi gli neghi quel “diritto alla difesa” meglio espresso nell’articolo 24 della nostra Costituzione. 

Quell’urlo di morte io non lo dimenticherò mai! Quell’urlo di morte, arrivato con echi differenti, lo conoscono bene Salvatore Borsellino e Luigi De Magistris, che la petizione affinché Luigi Leonardi non venga infangato con lo status di pentito, l’hanno firmata! Un raro esempio di buona politica che sa affiancarsi a quella parte di popolo che ancora crede che la “giustizia”, in questo paese, sia possibile. Una politica che si umanizza a favore di uomini che bisognerebbe proteggere proprio per l’alto senso civico che trasmettono a tutti noi, ai nostri figli.

Perché sono gli uomini come Leonardi che vanno imitati. Ma, certamente, non si invoglia un popolo a denunciare, se poi è proprio lo Stato che ci riserva la morte peggiore.
Per leggere, firmare e condividere la petizione per Luigi puoi cliccare 
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