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La Cina all’assalto delle economie occidentali. Preoccupazioni per il porto di Civitavecchia

LA PENETRAZIONE DELLA CINA NEL SISTEMA ECONOMICO ELLENICO IN CRISI. INCONTRIAMO UNA NOSTRA CONOSCENZA A CIVITAVECCHIA

E’ motivo di forte preoccupazione quello che abbiamo letto su alcune fonti nazionali e internazionali sulla possibilità che il sostegno alle economie in crisi dei paesi europei possa venire da strani kombinat di imprese e di stati sovrani, al di fuori delle regole sancite tra stati, sulla base delle negoziazioni internazionali sui prestiti da parte delle istituzioni i. La rigidità delle istituzioni internazionali stesse come il FMI e la BCE in relazione agli aiuti alle nazioni in crisi rendono il quadro ancora più drammatico e suggeriscono a qualcuno torbide e tortuose scappatoie.

Comunque, sia l’Irlanda che soprattutto la Grecia sono oggi in una situazione economica e finanziaria pesante. In particolare, nel paese ellenico in Grecia il Wall Street Journal ha scritto: «La Grecia sta trattando per piazzare 25 miliardi della sua esposizione [debitoria] alla Cina».

Non solo. Esiste un poderoso e riuscito  tentativo di penetrazione  di una Compagnia sul porto di Atene/Pireo. In effetti leggiamo sul Wall Street Journal Italia del 10.12.2009 da parte di Ettore Livini. “L´asse tra Atene e Pechino, via mare, c´è già. Da quando nel 2008 Karamanlis ha ceduto in gestione per 35 anni alla cinese Cosco il cuore del porto più antico del Mediterraneo, incassando 3,4 miliardi di euro” Anzi, “Lo sbarco sui moli di fronte all´isola di Salamina potrebbe però essere solo il primo passo. La strategia dei cinesi sullo scacchiere estero è chiara. Africa docet. Si presentano con il libretto degli assegni in mano nei paesi in difficoltà. E a colpi di renminbi (le leggi del capitalismo valgono anche per i comunisti) riscrivono gli equilibri geo-politici. Atene è un candidato ideale. Il costo del debito è schizzato alle stelle (l´anno prossimo ci sono da rifinanziare 52 miliardi di bond). E le sirene orientali sono in agguato.”(il commento all’allora operazione di acquisizione delle attività del Porto si può leggere in inglese in un commento vicino alla parte cinese in: http://news.xinhuanet.com/english/2009-10/01/content_12154097.htm).

Timeo Danaos et dona ferentes, diceva Virgilio; anche noi dell’associazione Caponnetto “conosciamo” la compagnia cinese ,soprattutto in relazione al porto di Civitavecchia, ed alleghiamo una recente interrogazione parlamentare.

La vigilanza degli organi inquirenti, della DIA e della DNA deve essere pertanto elevata ed idonea quando si muovono logiche di kombinat di Stati, società pubbliche e quant’altro, verso altri Stati.

Seduta n. 179 di martedì 19 maggio 2009

INTERROGAZIONI

Problematiche relative alla realizzazione del Terminal Cina nel comune di Civitavecchia – 3-00340

A) Interrogazione

TENAGLIA, TIDEI, CAPODICASA, CARELLA, CAPANO e META. – Ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti e dell’interno. – Per sapere – premesso che:
come è noto, dal primo capitolo del libro «Gomorra» dello scrittore Saviano, si fa esplicito e chiaro riferimento alla società Cosco, armatore cinese che ha in gestione un terminal nel porto di Napoli e di Gioia Tauro ed ha interessi intrecciati con una società svizzera per le attività del trasporto merci attraverso i container, e, dopo tale segnalazione, sono state avviate dalla magistratura indagini in varie parti d’Italia;
durante il convegno del giugno 2008, indetto dall’associazione antimafia «Antonino Caponnetto», per discutere sulla penetrazione mafiosa nell’alto Lazio, il sostituto procuratore Luigi De Ficchy della direzione nazionale antimafia, disse pubblicamente: «Uno dei più grandi pericoli per la zona costiera dell’alto Lazio è costituito dalla proposta di costruire un molo portuale nella zona la Frasca-Sant’Agostino, lungo il confine tra Civitavecchia e Tarquinia»; su questo medesimo argomento, il vicesegretario della predetta associazione ha dichiarato alla stampa: «Al posto dei mafiosi arrestati a Gioia Tauro è subentrato il gruppo imprenditoriale romano guidato da Pietro D’Ardes, con il sostegno del sodalizio criminale dei Casamonica, cosca che opera a Roma, nel Lazio, in provincia di Viterbo e sulla costa dell’alto Lazio, tra Tarquinia, Civitavecchia e Montalto di Castro» e «alcuni del clan Casamonica erano già stati arrestati a Viterbo a giugno, il D’Ardes è stato preso il 22 luglio a Gioia Tauro»;
come prosegue nella sua dichiarazione alla stampa, il predetto vicesegretario dell’associazione «Antonino Caponnetto»: «Non comprendiamo i motivi per cui il sindaco di Civitavecchia Gianni Moscherini, punti alla realizzazione del Terminal Cina, distruggendo, tra l’altro, un’area di notevole pregio ambientale e storico, un sito di importanza comunitaria»;
promotore e sostenitore della costruzione del Terminal Cina è stato, tra gli altri, l’ex-presidente dell’autorità portuale Gianni Moscherini, oggi sindaco di Civitavecchia, e il duplice incarico può provocare legittime apprensioni nella gestione delle gare di appalto;
da una parte le vicende già controllate dalla magistratura e dall’altra le altre cui si fa riferimento richiedono una scrupolosa, quotidiana attenzione, soprattutto nello svolgimento delle gare di appalto promosse dall’autorità portuale, attraverso le quali è facile che si determini la penetrazione di soggetti mafiosi e, pertanto, in tale preoccupante contesto, ne consegue il preminente e delicato compito del presidente dell’autorità portuale;
tali vicende tornano in questi giorni, con grande evidenza sulla stampa cittadina;
la predetta infrastruttura potrebbe essere parzialmente finanziata con fondi del ministero delle infrastrutture e dei trasporti -:
quale giudizio ritengano di poter formulare rispetto a tali gravi vicende, con particolare riferimento all’alto Lazio e al porto di Civitavecchia;
se non ritengano, inoltre, loro dovere compiere autonomi approfondimenti per verificare la fondatezza, la consistenza e ramificazione delle notizie emerse che stanno suscitando scalpore e apprensione, soprattutto tra la popolazione di Civitavecchia, in relazione alla circostanza che l’attuale sindaco risulta essere il promotore del Terminal Cina, con tutti i risvolti desumibili dal libro «Gomorra» e dalla stampa quotidiana, e quali eventuali provvedimenti di loro competenza e quali in collaborazione con la magistratura non ritengano di dover assumere di fronte ad una così grave ipotesi e alle sue dimensioni operative.(3-00340)