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Interrogato il morto, non risponde

“INTERROGATO IL MORTO, NON RISPONDE”!… NESSUNA RISPOSTA DAI SINDACI DEL SUD PONTINO ALLA NOSTRA RICHIESTA DI FAR REDIGERE DAI VIGILI URBANI UN ELENCO DELLE IMPRESE CHE OPERANO SUI PROPRI TERRITORI

Nessuna risposta dai Sindaci del sud pontino alla nostra richiesta di far redigere dai Vigili Urbani un elenco delle imprese che operano sui rispettivi territori.

Tale elenco servirebbe ad individuare e segnalare a chi di dovere quelle imprese che fossero eventualmente sospettate di appartenere alla criminalità organizzata.

Ce ne sono tante in tutto il Lazio, da Civitavecchia, Tarquinia, Terracina, Fondi, Formia, ecc. , fino ai confini del Garigliano ed alla provincia di Caserta.

Vi diamo un dato emblematico:

a Casal di Principe, cittadina di 18 mila abitanti circa, sono iscritte alla Camera di Commercio circa 600 imprese edili.

Imprese, ovviamente, non tutte di camorra.

Ci saranno pure dei soggetti puliti, persone con la fedina penale immacolata.

Imprese che debbono pur lavorare e non tutte lo fanno in Campania, dove, spesso, i territori sono spartiti e, per entrarvi, occorre l’assenso del clan dominante.

Dovunque andiamo, nel Lazio, a Tarquinia come a Civitavecchia, a Viterbo come a Frosinone, a Velletri come a Lariano, a Ceccano come a Cassino, per non parlare di Terracina, Latina, Sabaudia, San Felice Circeo, Sperlonga, Itri, Gaeta, Formia, Minturno ecc. ecc. , troviamo imprese di Casal di Principe, San Cipriano d’Aversa, Casapesenna, Caserta, o, comunque, della Campania.

Un’invasione, con eserciti al seguito di manovali, muratori e montagne di materiale di costruzione, dal calcestruzzo, ai mattoni e perfino di bidoni di acqua.

Molto personale di questo, straniero e, presumibilmente, in nero.

Con paghe da fame e senza, naturalmente, alcuna copertura sociale.

Sulle nostre strade, di mattina presto come di sera, vediamo sfrecciare centinaia di furgoni con questo triste carico umano sopra.

Gli schiavi di questo secolo.

Vite che non contano niente e che talvolta i camorristi usano come tirassegno, come a Castelvolturno.

Nel silenzio e nell’indifferenza generali.

La barbarie che avanza anche in questa regione, il Lazio, una volta terra dei romani e civile.