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Intercettazioni, ora Pdl frena su pene più severe ai giornalisti. Contro il bavaglio alla Stampa ed alla Magistratura insorga l’Italia degli onesti

Opposizioni:’Non basta’. Sky minaccia ricorso Corte europea

Prima parziale marcia indietro della maggioranza sul ddl Alfano intercettazioni: ieri Roberto Centaro (Pdl), relatore del provvedimento in discussione al Senato, ha annunciato a Sky Tg24 il ritiro dell’emendamento che inaspriva le pene per i giornalisti responsabili della pubblicazione di notizie ‘proibite’ sulle inchieste giudiziarie. Passo giudicato “insufficiente” dal Pd, mentre Antonio Di Pietro accusa il Governo di “mercanteggiare”. Sullo sfondo l’ipotesi di un intervento addirittura del Quirinale: secondo un quotidiano ci sarebbe addirittura la mano di Napolitano dietro il giallo della smentita sull’approvazione dell’emendamento sulle sanzioni ai cronisti. Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato, ha difeso la legge: “Nessuna indagine – ha affermato – sarà impedita, nessuna notizia giornalistica su fatti e circostanze potrà essere limitata o censurata”. Poi l’annuncio di Centaro: “Dopo una riunione con il ministro della Giustizia Alfano e l’onorevole Ghedini che è il presidente della Consulta Giustizia del Pdl, si è presa la decisione, ovviamente condivisa dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, di ritirare l’emendamento 1.2008 del relatore che è quello che aggrava le pene per i giornalisti in caso di pubblicazione di notizie che non possono essere pubblicate. Penso – ha aggiunto – che questo possa anche stemperare tante polemiche”. Fredde le opposizioni dopo l’annuncio della parziale svolta del Pdl sulle sanzioni ai giornalisti: “Il ritiro dell’emendamento del relatore sulle pene ai giornalisti è un primo passo significativo, ma del tutto insufficiente”, ha commentato Felice Casson (Pd). Mentre per Antonio Di Pietro, leader dell’Idv, “è l’ennesimo tentativo di mercanteggiamento del venditore ambulante Silvio Berlusconi che limitandosi soltanto a togliere la pena ai giornalisti, cerca di comprarne il favore. Ciò nel tentativo disperato di evitare che monti la critica e che quindi l’opinione pubblica venga a conoscenza di quello che c’è di illegale e di immorale nel provvedimento”. Contro le norme contenute nel ddl, che “rappresentano un grave attacco alla libertà di stampa e di espressione”, è sceso in campo anche un gigante dell’informazione come Sky, che in una nota ha annunciato che “chiederà un intervento a tutte le autorità internazionali competenti, anche ricorrendo presso la Corte europea dei diritti dell’Uomo”. Per Magistratura democratica, invece, con il ddl “viene introdotta una limitazione pesantissima nell’uso dello strumento che rivela una sfiducia generalizzata nell’operato della magistratura”.

(Tratto da Virgilio Notizie)