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Inquinamento e mafie in Ciociaria: la sconfitta della politica

INQUINAMENTO E MAFIE IN CIOCIARIA: LA SCONFITTA DELLA POLITICA

L’inquinamento della valle del Sacco e il potere delle mafie sul territorio
rappresentano la sconfitta della politica.
In Ciociaria in questi ultimi decenni, oltre al gravoso e preoccupante
problema della disoccupazione che non è più soltanto giovanile, sono emersi
,
tra la generale noncuranza di molti, due altri allarmanti fenomeni, in
qualche
modo correlati tra loro, che sono l’inquinamento della valle del Sacco e l’
infiltrazione della malavita organizzata.
Tutti e tre rappresentano l’inefficacia dei provvedimenti legislativi, la
dispersione delle risorse pubbliche, una cattiva gestione delle istituzioni,
ma
mentre la disoccupazione viene anche influenzata dall’evoluzione dei mercati
mondiali e dai processi della globalizzazione, gli altri due, l’inquinamento
della Valle del Sacco e la presenza sul territorio delle organizzazioni
mafiose rappresentano platealmente la sconfitta della “Politica”.
Non ci sono alibi per nessuno, né a destra e né a sinistra, bisogna rendersi
conto che la politica degli anni ottanta, che puntava sulle aggregazioni in
cambio della spartizione del potere oggi risulta essere cosa vecchia,
antiquata
, improduttiva, ma è soprattutto inefficace per risolvere i problemi ed è
senz’altro pericolosa perché non argina il malaffare e lascia colonizzare
le
istituzioni dalla potenza delle varie mafie.
Che tutto questo sia terribilmente e crudelmente vero ce lo dice lo stato di
“salute” si fa per dire, della Valle del Sacco, un fiume che è stato
inquinato, per decenni, principalmente da fabbriche di ogni genere e
discariche abusive, quasi sotto gli occhi di tutti, senza che venissero
ottemperate le norme legislative e senza probabilmente l’attuazione di
severi
controlli sulle acque superficiali, sul suolo e sui siti contaminanti
dispersi
sul territorio circostante.
Non tutta la responsabilità si può attribuire alla politica troppo
bonacciona, ma certamente la politica è stata una parte costituente di
questo
sistema dove l’interesse di alcuni ha prevalso su quello di molti.
L’interesse di pseudo-imprenditori assetati solo di soldi e di successo che
dopo avere sperperato i finanziamenti della Cassa del Mezzogiorno chiudevano
baracca e burattini per iniziare altrove una nuova avventura, ma nel
frattempo
per garantirsi gli appoggi giusti avevano finanziato la carriera di qualche
giovane rampante della politica o avevano suggellato il potere di coloro che
dispensavano prebende e favori sotto il patrocinio di qualche potente
padrone
delle tessere. Sul territorio anziché occupazione e sviluppo rimanevano
solo i
frutti di un così dissennato sviluppo, i padrini politici e i rifiuti
industriali.
Il sistema non poteva fallire perché i politici avevano un assoluto
bisogno
di sponsor e di soldi per finanziare le loro segreterie, per competere con
gli
avversari e per sostenere campagne elettorali divenute sempre più costose e
holliwoodiane.
Gli imprenditori d’assalto, per conto loro pensavano al solo profitto al di
là di qualsiasi etica, e divenivano determinanti per il successo di alcuni
personaggi che oltretutto potevano promettere facili posti di lavoro e
impieghi in ogni sorta di consorteria collegata a queste aziende.
In questo matrimonio di interessi spesso hanno fatto capolino anche società
e
imprese legate ai clan che avevano una cosa che faceva gola ad entrambi i
contraenti, i soldi, tanti soldi provenienti da traffici illeciti, racket e
non
ultimo lo smaltimento illegale di quantità enormi di rifiuti tossici e
pericolosi provenienti da ogni angolo d’Italia. Da questa intesa sono nati
pezzi di sistemi malavitosi che tengono uniti imprenditori, politici e
mandanti
della criminalità organizzata, da questo sistema le istituzioni pubbliche,
di
qualsiasi genere e ad ogni livello vengono sottomesse da logiche
clientelari
che devono tutelare sempre e comunque gli interessi di pochi. Alla faccia
della
legalità, del rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini. Una
politica
che oggi non capisce queste cose e non studia le misure per eradicarne il
male
è una politica non solo miope ma complice del degrado morale ed ambientale
della nostra Ciociaria. Una politica che non decide di riappropriarsi di
ampi
spazi dell’economia, del commercio e degli appalti, oggi dominati da un
sistema
di potere contiguo, colluso o complice con il mondo della criminalità
organizzata è una politica destinata a consegnare, sempre più, le
istituzioni
in mano a chi ha in mente solo la realizzazione dei propri interessi e la
salvaguardia del proprio potere.
I cittadini non dovrebbero consentire questo scempio che oltre alla
devastazione del territorio lacera anche la coscienza civile e mina alle
radici
lo sviluppo equo, solidale e democratico dei nostri figli.

Pastena 21.1.09
Dott. Gnesi Arturo