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IN UNA SENTENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE NOTIZIE RELATIVE ALLA CAMORRA DEL “CLAN DEI CASALESI” SUL TERRITORIO DI PIGNATARO MAGGIORE

IN UNA SENTENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE NOTIZIE RELATIVE ALLA CAMORRA DEL “CLAN DEI CASALESI” SUL TERRITORIO DI PIGNATARO MAGGIORE: DICHIARATO INAMMISSIBILE IL RICORSO DEL FIGLIO DEL BOSS ENRICO MARTINELLI – L’INCENDIO AI DANNI DELL’AZIENDA AGRICOLA “ANTICO DEMANIO” E LO STIPENDIO MENSILE PAGATO DALLA COSCA DI CASAL DI PRINCIPE+

9 Giugno 2016

PIGNATARO MAGGIORE – Notizie relative alla camorra del “clan dei casalesi” sul territorio di Pignataro Maggiore nella sentenza numero 21914/2016 della seconda sezione penale della Corte di Cassazione che ha dichiarato inammissibile il ricorso di Emilio Martinelli (nato nel 1990) condannandolo inoltre al pagamento delle spese processuali e della somma di 1500 Euro alla Cassa delle ammende.

Emilio Martinelli – imputato di incendio e ricettazione con l’aggravante camorristica – era stato condannato con rito abbreviato dal Gip del Tribunale di Napoli a tre anni e sei mesi di reclusione  e alla multa di 2800 Euro; sentenza confermata dalla Corte d’Appello. Come si legge nel documento della Corte di Cassazione, Emilio Martinelli aveva incendiato “un capannone di fieno di pertinenza dell’azienda agricola denominata “Antico Demanio” di proprietà di CAMPEGGIATORI

Angelo sito in Pignataro Maggiore (CE) alla via Demanio Di Calvi 3; con le aggravanti: di essere stato l’atto ai danni di un edificio abitato e per futili motivi; di aver commesso il fatto al fine di agevolare il clan dei casalesi avvalendosi della forza di intimidazione che promana dal sodalizio camorristico”. Per quanto riguarda il cognome della parte offesa, riteniamo che “CAMPEGGIATORI” sia frutto di una errata trascrizione; dovrebbe trattarsi, invece, di Angelo Campomaggiore.

Si legge ancora nella sentenza della Cassazione che Emilio Martinelli “al fine di trarne ingiusto profitto, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, riceveva reiteratamente, ogni mese, una somma di 2500 euro dalle casse del sodalizio e, in particolare, da Schiavone Carmine e comunque da componenti dell’organizzazione denominata clan dei casalesi, di volta in volta incaricati di raccogliere, nella predetta cassa, tutti i proventi dei delitti oggetto del programma associativo che poi consegnava al padre Martinelli Enrico, detenuto, quale stipendio mensile versato dal clan dei casalesi in ragione della sua posizione apicale nel predetto clan”.

Pubblichiamo in coda a questo articolo il testo integrale della citata sentenza della Corte di Cassazione numero 21914/2016.

Martinelli – Corte di Cassazione

fonte:http://pignataronews.myblog.it/