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Il Viterbese. E’ sempre più necessario che si accendino al massimo i riflettori

E’ una cappa pesante,quella che grava sul territorio viterbese e si spinge fino alla Toscana.

Aria di troppi silenzi che durano da sempre,mentre le mafie fanno il bello e cattivo tempo.

Qualche coraggioso ha tentato di scalfire il sistema omertoso che non ha consentito finora di intravvedere la luce in fondo al tunnel.

C’é stato un ottimo saggio di Daniele Camilli,un giornalista- scrittore che ha documentato con precisione la situazione.

Ma,purtroppo,i silenzi continuano a gravare,come e forse più di prima.

Noi abbiamo cercato di raccogliere alcune notizie ed il nostro compianto Vice Segretario Gigi Daga,purtroppo morto qualche anno fa,ne fece materia di segnalazione agli organismi competenti.

Ma Gigi,poi,ci ha lasciati.

Recentemente abbiamo reso pubblico un lungo elenco di attentati,incendi ed altri episodi che denotano il clima pesante esistente in quel territorio,forse finora poco attenzionato da noi stessi che abbiamo incentrato,anche a causa di deficienze strutturali interne,l’attenzione più su altre aree che non su quella.

Ma si tratta di “reati spia” dietro i quali potrebbe una situazione più complessa,più delicata,più grave.

“Reati spia” che dovrebbero,secondo notizie pervenuteci,costituire anche materia di un’interrogazione parlamentare.

Manca,però, il “quadro” complessivo delle attività mafiose,attività soprattutto di natura economica.

Investimenti di capitali da parte delle mafie ed eventuali collegamenti di queste con soggetti politici ed istituzionali.

“O sistema”.

Gigi Daga ci accennava qualcosa su tali investimenti sospetti e stava raccogliendo al riguardo il maggior numero possibile di notizie che ci avrebbero consentito,se non fosse morto anzitempo,di confezionare un dossier da trasmettere,poi,agli organi centrali competenti,così come é nostra abitudine.

Egli ci fece incontrare anche degli amici suoi della provincia di Grosseto che erano ben informati sulla situazione che riguardava l’intero territorio che si estende da Civitavecchia in sù.

Ma ,poi,purtroppo,la cattiva sorte non ci ha consentito di proseguire il lavoro di raccolta di notizie da lui iniziato.

Ora stiamo tentando,fra mille difficoltà,di proseguire il cammino intrapreso cercando di muovere le acque e confidando in qualche aiuto che,finalmente,potrebbe consentirci di accendere i riflettori anche su quei territori.

Certo é che non si può continuare a restare silenziosi su una situazione che ci preoccupa notevolmente e della quale sospettiamo che non siano pochi coloro che non vogliono parlare.

Una situazione che,stante l’invasività delle mafie,si va aggravando giorno dopo giorno.

Possibile che non ci siano persone volenterose e sensibili al bene comune di quelle popolazioni disposte a darci una mano concreta nello sforzo che stiamo facendo per diradare le nebbie che gravano su quell’area?