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Il viceministro Bubbico promette magie!

DA TESTIMONE DI GIUSTIZIA FIN DAL LONTANO 2001 CREDO DI POTERMI PERMETTERE DI CONTRADDIRE LE PROMESSE DI BUBBICO IL QUALE CONTINUA AD ILLUDERE I CREDULONI E MEGLIO ANCORA COLORO CHE FRESCHI DI ESCA SI SONO TROVATI AD ENTRARE IN UN TUNNEL CHIAMATO PROTEZIONE CHE IO PER ESPERIENZA CHIAMEREI SPROTEZIONE E NON PER ATTACCARE IL “SERVIZIO CENTRALE PROTEZIONE” MA BENSI’ PER EVIDENZIARE CHE IL MALE ARRIVA DA UN PROBLEMA PIU’ PROFONDO MA CHE OGNUNO FA FINTA DI NON CONOSCERE O FAR EMERGERE PERCHE ‘ FA COMODO COSI’. PURTROPPO LE LAMENTELE SONO PERENNI COME PURE LE PROMESSE CHE NEGLI ANNI SI SONO SUSSEGUITE. LA VERITA’ E’ UNA SOLA. CHI DENUNCIA DIVENTA UN PESO E LO STATO CHE DOVREBBE ESSERE GARANTE DI ALLEVIARE LE PENE CHE INEVITABILMENTE AFFLIGGONO CHI SI OPPONE AL CRIMINE DIVENTA ANCH’ESSO UN NEMICO. ANZI LO STATO TENDE A LIQUIDARTI CON POCHI SPICCIOLI PUR SAPENDO CHE CHI DENUNCIA PERDE LA POSSIBILITA’ DI SVOLGERE ATTIVITA’ E ANCORA PIU’ GRAVE PERDE LA POSSIBILITA’ DI AVERE UNA VITA SOCIALE NORMALE CHE GIA’ LA PROTEZIONE SI PERDE. MA QUESTO IL BUON BUBBICO NON LO DICE NE’ ALTRI LO HANNO DETTO E MAI LO DIRANNO SALVO LA POLITICA DELL’APPARIRE E LE ASSOCIAZIONI CHE SU DI NOI HANNO FATTO E FANNO CARRIERA E SOLDI
E POI CI SONO I TESTIMONI DEI CERCHI MAGICI QUELLI DEL PERICOLO A VITA SEMPRE ACCUDITI E SCORTATI
COME CI SONO I TESTIMONI PER CONVENIENZA CHE A TAVOLINO HANNO STUDIATO LE MOSSE ECONOMICHE
QUINDI BUBBICO QUANDO ASSERISCE CHE I TESTIMONI SONO COSCIENTI CHE LUI SI STA IMPEGNANDO SI RIFERISCE A QUELLI DEL CERCHIO MAGICO OPPURE A CHI A TAVOLINO STUDIA ANCORA LE MOSSE DA PORTARE AVANTI
NON PENSO CHE BUBBICO POSSA RIFERIRSI ALLO SCRIVENTE VISTO CHE GLI AVEVO CHIESTO DI FARMI VISITA A ME E FAMIGLIA IN POMPEI PER RENDERSI CONTO DI COME NON VIVE UN VERO TESTIMONE DI GIUSTIZIA UNO CHE E RITORNATO NELLA PROPRIA TERRA RIAPRENDO LA PROPRIA ATTIVITA SFIDANDO GLI OSTACOLI DELLA CRIMINALITA E DELLE STESSE ISTITUZIONI CHE NON GRADIRONO IL MIO RITORNO
E TUTTORA CI TRATTANO COME ESSERI INUTILI LASCIATI A MENDICARE, A VIVERE TRA AUTO E UN CAPANNO, A SCAPPARE DALLE INTIMIDAZIONI CAMORRISTICHE
E TUTTORA A RICEVERE PORTE IN FACCIA DICHIARANDOCI AUTORI DELLA NOSTRA DISFATTA
BUBBICO SI DOVREBBE VERGOGNARE DI ESSERE IL PRESIDENTE DI UNA COMMISSIONE DEL VIMINALE CHE PUR SAPENDO DEI TANTI TORTI NULLA STA FACENDO PER RIMEDIARE E RIDARE DIGNITA’ A QUATTRO PERSONE
Luigi coppola e famiglia
Il testimone di giustizia
Che non crede alle favole del pifferaio magico”

E’, questa, appena una, l’ennesima, delle note di indignazione e di protesta che riceviamo quasi quotidianamente dai Testimoni e dai Collaboratori di Giustizia, categorie di persone senza delle quali non sarebbe possibile alcuna azione contro la criminalità mafiosa.
Fossimo in Renzi, avremmo già cacciato dal Ministero degli Interni Alfano, Bubbico ed i vertici di un Servizio Centrale Protezione che si sono rivelati assolutamente inadeguati a gestire un mondo, quello appunto dei Testimoni e dei Collaboratori di Giustizia, così delicato e complesso.
Un mondo che richiede sensibilità, acume, accortezza, disponibilità all’ascolto e, consentitecelo, profondo senso dello Stato.
Sì, perché se questi signori non capiscono che senza Testimoni e Collaboratori, soprattutto, di Giustizia non sarebbe possibile nemmeno impostare un processo contro le mafie, vuol dire che a capo di uno dei Ministeri più importanti e delicati ci sono persone che di senso delle Istituzioni ne hanno ben poco o addirittura zero. Punto. Ci dispiace essere così crudi, ma cominciamo ad essere fortemente preoccupati per le gravissime ricadute che si potrebbero a breve avere sul piano dell’azione di contrasto alle mafie.
Oltre alla sofferenza indicibile che ti provoca, come uomo e, soprattutto, come padre e nonno, nel constatare lo stato di umiliazione profonda in cui sono cadute persone che, da imprenditori per lo più quali erano, sono ridotte oggi a chiederti i 20 euro per una ricarica telefonica o addirittura per comprare il latte ed il pane ai propri figli, qua si paventa la prospettiva di una reazione diffusa che potrebbe portare al rifiuto di continuare a collaborare con la Giustizia e a confermare nei dibattimenti le accuse contro le organizzazioni criminali. Questo per quanto riguarda i processi in corso. Ma ancor più grave è il pericolo che si sta delineando per quanto riguarda gli effetti psicologici che potrebbero ottenersi e che potrebbero portare tantissime persone a rifiutare per l’avvenire di collaborare con lo Stato nella lotta contro le mafie.
E, questo, al di là dell’aspetto umano che pur ci turba e non poco, è quanto ci inquieta in maniera particolare.
Sarebbe la fine della lotta alle mafie.
La resa definitiva dello Stato di diritto alle mafie.
L’affermazione dello stato-mafia.
La fine della civiltà e della democrazia.
Stiamo assistendo a degli spettacoli che, superato il limite del ridicolo, stanno sfociando nella vergogna.
Da una parte leggiamo le promesse miracolistiche di Bubbico e dall’altro le smentite plateali di un Alfano che addirittura prefigura un trasferimento in massa all’estero di Collaboratori e Testimoni. Un ministro che smentisce oggettivamente il suo vice, mentre, al contempo, il cosiddetto “Servizio Centrale Protezione” se ne va per conto proprio, non risponde alle logiche di una pur minima strategia di protezione e fa acqua da tutte le parti.
Una situazione intollerabile sotto ogni aspetto e vista da ogni angolazione: umana, politica, sociale, istituzionale.
Ci sono state già delle azioni di protesta attraverso trasmissioni televisive ed altre –lo sappiamo-ce ne saranno nei prossimi giorni e nelle prossime settimane.
Il livello del malcontento e della rabbia sta montando e questo ci preoccupa notevolmente.
Noi ci siamo permessi di consigliare a qualcuno che ci ha telefonato di rivolgersi, illustrando dettagliatamente lo stato delle cose e prima di organizzare una manifestazione nella Capitale, non più ad Alfano e Bubbico, vista l’inutilità delle richieste precedenti, direttamente al Presidente del Consiglio ed al Procuratore Nazionale Antimafia, Renzi e Roberti ed, eventualmente, anche al Capo dello Stato ed al Presidente e Vice Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia. Bindi e Fava.
Ciò in quanto è probabile che questi non siano stati messi al corrente della gravità della situazione.
Da parte nostra non possiamo esimerci, confermando tutta la nostra affettuosa solidarietà a queste persone coraggiose che hanno messo a repentaglio la vita loro e dei loro cari ed hanno rinunciato ad una vita di benessere, peraltro, riducendosi alla miseria ed alla solitudine, dal rivolgere un accorato appello al Capo dello Stato ed al Presidente del Consiglio dei Ministri perché intervengano personalmente e con urgenza per dare una soluzione il più possibile positiva ad una situazione che sta diventando sempre più preoccupante.