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Il PD nel Lazio ed in provincia di Latina, un Giano bifronte?

Un PD Giano bifronte.

Parla di legalità, ma in effetti fa poco o niente per tutelarla.

Le amare dichiarazioni di Nicola Reale – l’ex consigliere comunale di Sperlonga, autore dell’esposto che ha portato alla condanna del Presidente dell’Amministrazione provinciale di Latina Cusani – hanno definitivamente smascherato questo partito che in provincia di Latina e nel Lazio, sul versante della lotta alle mafie e la difesa della legalità, non può attribuirsi alcun merito.

Nicola Reale ha ragione quando lamenta di essersi trovato “solo” a difendere la legalità in una cittadina, all’epoca appunto governata dall’attuale Presidente della Provincia e con lui all’opposizione, dove spesso essa è stata messa sotto i piedi.

“Solo” ed… isolato, aggiungiamo noi.

E’ la sorte di tutti coloro che minacciano con i loro comportamenti gli equilibri politici consolidatisi in anni di trasversalità politiche incredibili.

Potremmo scriverci un saggio sull’assenza di linee demarcatrici chiare e nette fra le fazioni politiche in campo, ma sconfineremmo dai nostri ambiti e questo non ci è consentito dalla nostra onestà intellettuale.

Anche noi siamo stati e siamo, prima e più che di Nicola Reale, vittime di tentativi di… isolamento da parte di eminenti personaggi del partito di Bersani nel Lazio ed in provincia di Latina, personaggi che hanno sempre mostrato fastidio ed ostilità nei nostri confronti per l’autonomia da noi sempre manifestata dai partiti e, quindi, dal PD, fino al punto da privilegiare la rappresentanza di altri sodalizi non rappresentativi e prestigiosi come il nostro in taluni organismi istituzionali (vedi il recente “caso” del Coordinamento della Consulta Provinciale Antimafia costituito dall’Amministrazione Provinciale di Roma).

Lo siamo stati nel “caso Fondi”, quando la furia di taluni ambienti economici si è scatenata –questo è significativo- contro di noi -e solo contro di noi -, colpiti perfino da richieste giudiziarie risarcitorie che fortunatamente un giudice onesto ha respinto.

Senza una sola parola di solidarietà da parte dei tanti eminenti vessilliferi della legalità e della lotta alle mafie che pure sono stati, insieme a noi a Fondi sugli stessi palchi, per poi sparire il giorno dopo la scandalosa decisione del governo Berlusconi di non sciogliere per mafia quell’Amministrazione comunale, come avevano richiesto il Prefetto Frattasi di Latina ed il Ministro dell’Interno Maroni..

Solidarietà che non ci è stata espressa nemmeno dopo gli attacchi furibondi subiti durante un’intera campagna elettorale da uomini della destra pontina e della provincia di Roma, i quali hanno vergognosamente strumentalizzato il contenuto di un’imprudente lettera scritta dalla presidente dell’omonima fondazione, per tentare di delegittimarci e di minare il livello del prestigio e della stima che ci siamo conquistati con i denti in dieci anni di lotte e di sacrifici.

Ma quello che più sconcerta è stato ed è il silenzio assordante dei dirigenti del PD di fronte alla nomina alla carica di Assessore provinciale di Latina e di Presidente di importanti organismi regionali di uomini i cui nomi sono citati nei rapporti della Polizia di Stato per quanto riguarda l’inchiesta “Formia Connection” e dei Carabinieri per l’altra denominata “Damasco”.

Non si meravigli, quindi, Nicola Reale per essere stato lasciato… “solo” (diamo, però, merito anche a Benito di Fazio che ha combattuto e continua ancora oggi a combattere con coraggio a Sperlonga) perché non è l’unico, come potrà vedere, e si goda la vittoria morale e politica di cui può andare fiero.

Una vittoria che lo ripaga delle tante delusioni patite.