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Il Lazio sempre più nel mirino dei clan. E la gente continua a dormire!

Il Lazio nel mirino della mafie: cresce l’interesse dei clan per la capitale
L’allarme del presidente della Corte d’appello di Roma

ROMA – «Elevato è il grado di penetrazione della criminalità mafiosa nel contesto laziale e, in particolare, in provincia di Latina, dove i clan criminali, soprattutto campani, sono sempre stati attratti dalla ricchezza degli insediamenti produttivi qui esistenti e mirano al controllo delle attività ricreative del litorale durante il periodo estivo». E’ quanto ha affermato il presidente della Corte d’appello di Roma Giorgio Santacroce nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario.

Il magistrato ha rilevato come «risultati di notevole rilievo sono stati conseguiti dalla direzione distrettuale antimafia, che pure ha una composizione sottodimensionata – aggiunge – per un territorio come quello di Roma, che è crocevia di importanti interessi finanziari ed economici della criminalità organizzata».

Le organizzazioni di stampo mafioso «sono sempre più interessate alla provincia di Roma nelle opportunità economiche e commerciali che la capitale, snodo essenziale di tutti gli affari leciti e illeciti offre, consentendo di effettuare proficui investimenti soprattutto nel campo alberghiero di
costituire articolazioni logistiche per il reinvestimenti dei profitti illecitamente accumulati e di acquisire, anche a prezzi fuori mercato, immobili, società e attività imprenditoriali di vario genere – ha deto ancora Santacroce -. I settori di maggiore interesse sono inoltre, l’edilizia, le società finanziarie e nell’ambito del commercio la ristorazione,
l’abbigliamento e le concessionarie di auto».

Santacroce, ha osservato che la criminalità straniera «si muove nel Lazio lungo due direttrici fondamentali: la prima costituita da gruppi serbo-montenegrini, nigeriani, albanesi, romeni e sudamericani e dedita prevalentemente alla commissione di delitti per così dire classici, come il traffico di sostanze stupefacenti, il racket della prostituzione, l’immigrazione clandestina, le rapine e le estorsioni. La seconda costituita essenzialmente da cinesi agisce all’interno del circuito commerciale e finanziario connesso da un lato alla contraffazione e al commercio di prodotti con segni falsi e dall’altro al contrabbando di merci e tabacchi». «Nelle zone di Anzio e Nettuno – ha detto ancora Santacroce – che rientrano nel circondario di Velletri, operano da anni consorterie legate alla mafia calabrese; la criminalità camorristica mostra interesse anche per la provincia di Frosinone».

Ecco alcuni dati del periodo luglio 2009-giugno 2010: sono stati iscritti 354 nuovi procedimenti, sono state emesse misure cautelari a carico di 356 persone, sono state avanzate 377 richieste di rinvio a giudizio, sono state disposte 23 misure cautelari reali, sono stati gestiti 13 collaboratori di giustizia e fatta domanda per nuovi 4 collaboratori.

(Tratto da Il Messaggero)