Cerca

Il lavoro nero nelle case delle colf e delle badanti, oltre che nei campi e nell’edilizia.

Ed ora una task-force contro il lavoro nero in provincia di Latina.

Un mondo oscuro, quello della cosiddetta accoglienza, che si connette strettamente con lo sfruttamento ed il lavoro nero.

Con dietro, probabilmente, anche organizzazioni criminali che svolgerebbero un lavoro, oltre che di fornitura di braccia, anche di pizzo.

Campi, costruzioni edili e, poi, bar, stabilimenti balneari, ristoranti ed abitazioni private: tutti, quasi, focolai di illegalità e di truffe allo Stato.

Ed a noi tutti.

Un’opera giornaliera di sfruttamento vergognoso ai danni di armate di poveri cristi che, sfuggiti alle miserie ed alle violenze nei propri paesi alla ricerca di un tozzo di pane per se stessi e per le proprie famiglie, si sono trovati in Italia vittime di profittatori e di delinquenti di ogni specie.

Il “caso” accertato nei Monti Lepini è emblematico di tutto un sistema di ruberie e di malaffare che si è andato consolidando nel tempo nell’indifferenza, se non con la complicità almeno oggettiva, di taluni.

Ma non è solo quello perché c’è tutto il mondo del “lavoro nero” che, mutatis mutandis, offre un’immagine del nostro Paese, del Lazio -e della provincia di Latina in particolare- oltremodo spregevole.

Rubare è già di per sé un delitto, ma, poi, quando si ruba a povera gente, allo Stato, a noi tutti, è atto criminale che va punito senza pietà per nessuno dei colpevoli.

Ricchi o non ricchi, colletti bianchi o non colletti bianchi, la lezione deve essere severa.

Non bisogna più tollerare aree di impunità come si faceva fino a qualche tempo a Napoli, quando per combattere la disoccupazione, si tolleravano la vendita pubblica nei vicoli di Forcella della sigarette di contrabbando e le attività di meretricio.

A vantaggio, ovviamente, dei boss che controllavano i mercati.

Sì, perché, a monte di ogni traffico illecito, ci sono sempre loro, i boss, la camorra.

Capita con la droga che sta facendo vittime giornaliere nei nostri territori –l’altro giorno si è suicidato ad Itri un giovane di 25 anni e probabilmente, almeno stando ai più si dice, con il suo stato di depressione la droga c’entra in un modo diretto od indiretto –e capita anche con tutto il mondo dello sfruttamento delle persone, con il lavoro nero e quant’altro.

Finora ci siamo concentrati tutti sul “lavoro nero” nei campi e nei lavori edili, e questo è lodevole.

Anzi bisogna irrobustire l’impegno repressivo.

Ma c’è un altro mondo sommerso dei cosiddetti “angeli delle nostre case”, di persone provenienti da altri Paesi e dai quali sono fuggiti per fame o per le violenze di regimi autoritari, che assistono i nostri vecchi e senza delle quali molti di questi morirebbero nell’incuria e nell’indifferenza generali -le colf e le badanti- che rappresenta un focolaio di ruberie allo Stato ed a noi tutti, oltre che di sfruttamento e, probabilmente, anche di violenze personali, sessuali o fisiche e, comunque, morali.

Paghe di fame, niente contributi, con il ricatto spesso di licenziamento.

Con dietro probabilmente “qualcuno” che ci guadagna.

Noi chiediamo alla Procura della Repubblica di Latina – ma anche alle altre Procure del Lazio – di dedicare una maggiore attenzione a questo tipo di criminalità, comune od organizzata che sia.

Chiediamo che sia organizzata una task-force di ispettori che si dedichino alla caccia di sfruttatori e criminali che organizzano e gestiscono eventualmente questo traffico vergognoso del quale nessuno parla.

Comune per comune, casa per casa, organizzazione per organizzazione.