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Il giro vorticoso di denari nella vicenda Anemone-Balducci

FINORA I GIRI VORTICOSI DI DANARI NELLA VICENDA ANEMONE BALDUCCI SI SAPEVA CHE TRANSITAVANO PER UNICREDIT LUXEMBOURG E CORDUSIO SPA (SEMPRE DELL’UNICREDIT), OGGI APPRENDIAMO DI UN COINVOLGIMENTO PRESUNTO SU CONTI DELLO IOR. LA VICENDA E’ SEMPRE PIU’ INQUIETANTE

FONTE IL MESSAGGERO 17 MAGGIO 2010

I pm di Perugia in attesa di risposte da Bankitalia sulla lista di 71 nomi. Oltre mille i rapporti bancari su cui s’indaga

ROMA (17 maggio) – Sono i soldi veri, quelli che ancora mancano all’appello nell’inchiesta sui Grandi eventi e gli appalti al G8, il grande cruccio della procura di Perugia. I miliardi di euro che la “cricca” movimentava e poi faceva “sparire” sui conti correnti di mezzo mondo. I pm umbri sono in attesa di risposte sull’attività di quei settantuno nomi che hanno fornito alla Banca d’Italia. Sono almeno 15 le rogatorie partite per il Lussemburgo, la Svizzera il Belgio, la Francia, San Marino, e persino la Tunisia, perché proprio lì, nel Nord dell’Africa, secondo il racconto dell’ex autista di Angelo Balducci, Laid Ben Hidri Fathi, il suo datore di lavoro e i soci potrebbero aver investito, e molto.

Quello che, però, per i magistrati si presenta come il principale nodo da risolvere è riuscire a ottenere informazioni dalla Città del Vaticano, e in particolare dalla sua banca, lo Ior. I pm Sergio Sottani e Alessia Tavernesi avrebbero già pronta una rogatoria per lo Stato Oltretevere, perché ritengono che il “deus” di tutta questa operazione, ovvero Balducci, possa aver trasferito proprio in quelle cassaforti buona parte delle sue rendite.

È stato lui stesso, infatti, a parlare di un conto corrente di sua proprietà allo Ior. Lo ha fatto con il pubblico ministero Henry John Woodcock, mentre questo indagava a Potenza su uno strano affare immobiliare che coinvolgeva massoni internazionali e servizi segreti. Dalla ricostruzione fatta dal pm, i cui atti sono stati acquisiti dalla procura umbra, il ruolo di intermediario in questa vicenda venne assunto da monsignor Franco Camaldo, prelato d’onore di Sua Santità e cerimoniere pontificio, che divenne poi – sempre secondo l’accusa – il beneficiario di un pagamento di 380 mila euro che sarebbe stato “offerto” per coprire i debiti derivati dall’acquisto di una villa dove avrebbe dovuto avere sede un nuova loggia massonica. Un affare mai realizzato che sembra potersi ricollegare a un assegno dello stesso importo, che avrebbe avuto uguale finalità, che è stato individuato su un conto corrente della Deutsche bank, datato Merano e intestato a una società del posto.

Che la procura voglia puntare sulla banca Vaticana sembra ormai un fatto certo, anche perché buona parte dei lavori eseguiti per i Grandi eventi fanno riferimento a immobili e beni dello Stato pontificio. La risposta a una rogatoria è attesa anche per la posizione di don Evaldo Biasini, il quale potrebbe risultare prestanome e custode all’estero di altri conti. Come si vogliono conoscere i movimenti di denari su eventuali banche estere del coordinatore del Pdl, Denis Verdini. Il suo nome compare nelle dieci pagine di rogatorie inviate dalle procure di Perugia e Firenze in Lussemburgo. Insieme con il parlamentare compaiono l’ex procuratore aggiunto della Capitale, Achille Toro, suo figlio Camillo, Fabio De Santis, Riccardo Fusi, Guido Cerruti e alcuni altri personaggi che farebbero parte della “cricca”.

Sono tanti i soldi che gli inquirenti stanno cercando di rintracciare nei 1.143 rapporti bancari. Di questi 263 sono ricollegabili a Balducci, Anemone, e a loro amici e parenti. E almeno trenta sono quelli intestati alla segretaria del costruttore, Alida Lucci. L’ex provveditore ai lavori pubblici risulta intestatario di un conto presso il Bank Julius di Zurigo, grazie ai prestanome Roberto Di Mario e Maria Letizia Confronte. Mentre non si sa ancora molto di un conto a San Marino, riferibile alla famiglia dell’ex Commissario per i mondiali di nuoto, Claudio Rinaldi e a sua madre Mimma Giordani.

Le autorità bancarie del Lussemburgo hanno già comunicato che Balducci e Rinaldi hanno chiuso due conti presso l’Unicredit Luxembourg Sa, grazie allo Scudo fiscale. Ne rimangono aperti due a nome “Cordusio Spa”, intestati sempre a loro, il primo contenente 3 milioni di euro, e il secondo oltre due. A Rinaldi appartiene anche un conto svizzero all’Ubs. Inoltre, è stato segnalato un passaggio di titoli azionari dal conto dell’ex Commissario a quello di Balducci per oltre 900 mila euro. L’Unità di informazione finanziaria delegata ai rapporti con l’esterno ha segnalato anche altri versamenti “anomali” effettuati in contanti, a distanza di poche ore. Rinaldi, a esempio, riceve 300 mila euro il 2 aprile del 2003. Il giorno dopo Balducci ne versa 738 mila in contanti sul suo conto. La coincidenza si ripete in più di una circostanza: il 25 marzo del 2003 a Balducci vengono accreditati 526 mila euro, e lo stesso giorno Rinaldi riceve sul suo conto 250 mila euro.