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Il clima di intimidazioni e di paura a Fondi

C’è un gioco sottile che si è andato svolgendo nel tempo per indebolire sempre più l’azione delle forze dell’ordine sul territorio di Fondi.
I risultati di tale gioco sono abbastanza visibili di fronte al comportamento del poliziotto durante le deposizioni dei testi al processo “Damasco”.
C’è un’aria tesa, di paura, ben avvertita e descritta dal PM della DDA di Roma Dottoressa Palaia che si è vista costretta a richiedere l’invio degli atti alla Procura per accertare se vi siano state o meno pressioni ed intimidazione nei confronti di taluni testimoni apparsi reticenti.
Da una parte c’è il tentativo di coprire con una cortina di oblio i fatti che hanno portato Fondi alla ribalta delle cronache nazionali ed internazionali e, dall’altra, si va dipanando una strategia sottile ed insidiosa che punta a delegittimare ed indebolire l’azione delle forze dell’ordine locali, con atti di intimidazione e di violenza alle persone più attive, ai “ rompiballe”, a quelle che, più delle altre, si danno da fare.
Una strategia pericolosa, elaborata da menti fini e non di certo da zoticoni, che evidentemente puntano a creare spazi di manovrabilità – e di impunità – per taluni, a danno dello Stato e della legalità.
Le autovetture di rappresentanti delle forze dell’ordine bruciate, le pallottole sparate contro l’abitazione e le macchine di componenti delle forze di polizia, le botte ricevute da altri loro colleghi, stanno a dimostrare che c’è un piano preciso per far trasferire da Fondi per le solite “ragioni di sicurezza” i migliori, i più attivi.
I risultati sono ora sotto gli occhi di tutti.
La gente ha paura e non parla, non conferma nemmeno quanto già accertato e dichiarato in sede di primi interrogatori.
Abbiamo letto ed apprezzato il significato profondo delle dichiarazioni, rese note attraverso un comunicato che abbiamo voluto pubblicare e chiosare, dai consiglieri di opposizione al Comune di Fondi, come, pure, senza pregiudizi di sorta, vogliamo prendere atto con senso di sollievo e di fiducia dei buoni propositi dichiarati dal Sindaco di Fondi.
Ma sarebbe opportuno che alle dichiarazioni facessero seguito atti conseguenti, azioni concrete.
Quali?
Tutti da studiare e concordare a tavolino, senza clamore e spettacolarizzazioni che non portano da nessuna parte, fra soggetti, pochi, competenti ed operanti, responsabili diretti della sicurezza e dell’ordine pubblico e dell’associazionismo antimafia attivo e presente sul territorio.
Ai Comandi generali ed al nuovo Ministro dell’Interno un invito: studino bene, a fondo, la situazione esistente a Fondi, partendo dalle cose dette ed apparse, ma, soprattutto, da quelle non dette e non apparse.
Ci ha fatto piacere leggere le parole pronunciate dal Col. De Chiara, neo comandante provinciale dei Carabinieri di Latina a proposito della necessità di un lavoro di “intelligence”.
E’ quanto noi andiamo sostenendo da anni, finora inascoltati da tutti.
Un ruolo decisivo per la soluzione di problemi del genere può svolgerlo quella parte sensibile dell’alta burocrazia ministeriale che fa capo a Prefetti della caratura dei Drr. Frattasi, Mosca e del neo Ministro Cancellieri ecc. nei confronti dei quali riponiamo la nostra massima fiducia.