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Il “caso Cici” ad una svolta. Verrà fatta giustizia finalmente?

ALTRA CARNE  SULLA  BRACE !!!
Già nell’anno 1998, il giorno del suicidio del mio datore di lavoro Romano Petretti,
avevo capito quanta mafia c’era e c’è tuttora nella città di Viterbo.
In quella occasione avevo perso il lavoro, 5 stipendi, la mia 13a e la 14a mensilità,
le mie ferie non godute (circa 50)gg
e la disoccupazione .
Per riprendermi il mio TFR dopo 10 anni, ero stato costretto a denunciare gli Ispettori dell’ispettorato del lavoro alla GDF di Viterbo.
Nei  prossimi giorni farò uscire anche questo scandalo.
INTANTO L’ASSORDANTE SILENZIO DEL PREFETTO DI VITERBO CI
FA  CAPIRE COME FUNZIONA QUESTA CITTA’-
SanMarinoWorld.sm

CRONACA

Cici torna all’attacco:

tre segretari sotto inchiesta

L’ispettorato del Ministero italiano della

Giustizia ha aperto un’inchiesta sul caso dell’imprenditore viterbese 16/07/2012

Torna all’attacco Gaetano Cici. L’imprenditore di Viterbo ha ottenuto venerdì un piccolo successo: l’ispettorato Generale del Ministero della Giustizia della Repubblica Italiana ha aperto un fascicolo sull’operato di cinque giudici di Viterbo, due avvocati, tre Segretari di Stato sammarinesi  e un notaio di Ronciglione.
La battaglia del signor Cici e del suo legale, l’avvocato Antonio Masiello del foro di San Marino, giunge quindi ad una svolta. Il Ministero di Grazia e Giustizia con la propria indagine prende sul serio le innumerevoli anomalie e gli illeciti giudiziali denunciati da Cici. “Il quadro è completo”, afferma Monica Moroni, scrittrice e ricercatrice sulle le mafie. “Ora è tutto chiaro. Le verità del caso sono venute tutte fuori, tanto che finalmente si stanno muovendo procure, agenzie delle Entrate e Ministeri italiani”. […]

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Il caso Cici: verrà fatta giustizia?

Forse è giunto il momento di togliere le mele marce dal cesto della frutta. Speriamo sia vero. Comunque per ora vediamo i nuovi sviluppi di un caso molto noto nel Viterbese ma per comodità o per omertà se ne parla poco nei giornali locali.
È ufficiale, l’Ispettorato Generale del Ministero della Giustizia della Repubblica Italiana ha aperto un fascicolo in data 13.07.2012.
Sotto la lente dell’Ispettore incaricato l’operato di cinque giudici di Viterbo, due avvocati, tre Segretari di Stato sammarinesi e un notaio di Ronciglione.
La battaglia del signor Gaetano Cici e del suo legale, l’avvocato Antonio Masiello del foro di San Marino, ad una svolta.Una brutta storia di mafia che ha dell’incredibile, unica nel suo stile e senza precedenti, finalmente al vaglio dell’Ispettorato Generale del Ministero di Grazia e Giustizia che apre un’apposita Inchiesta sulle innumerevoli anomalie e sugli illeciti giudiziali denunciati.  Il quadro è completo afferma la dott.ssa Monica Moroni, (scrittrice e ricercatrice sulle le mafie) ora è tutto chiaro, le verità del caso sono venute tutte fuori, vero è che finalmente si stanno muovendo tutti, procure, agenzie delle Entrate, MEF e Ministeri Italiani. Gaetano Cici doveva essere rovinato economicamente e giudizialmente al punto di essere inerme, infatti lo hanno costretto a spendere tutti i suoi soldi, i risparmi di una vita, il suo TFR, praticamente tutto per difendersi in alcune cause civili Fasulle architettate dai vertici delle aziende Ala e Modular e pilotate con grande accanimento da alcuni giudici del Tribunale di Viterbo. Per fortuna tutto ciò è dimostrabile con una serie di illeciti giudiziari di natura “dolosa” piuttosto evidenti come la tentata vendita all’asta della casa familiare di Gaetano Cici pur non essendoci i titoli esecutivi, la mancata Sospensione dei Termini (per due volte) art. 20 legge 44/99, il proseguo delle cause fasulle, la mancata ricusazione del giudice grazie all’aiuto di un altro giudice, la testimonianza di un teste non compatibile, la mancata presa in considerazione di testimonianze decisive, il rinvio di udienze regolarmente svolte, la magica sparizione degli atti firmati dal giudice, l’archiviazione di un procedimento penale ricco di prove e di sequestri, insomma tante, troppe irregolarità a danno di una sola persona e della sua famiglia, costretta a spese legali, indebitamento, disagio economico e in generale a pagare un alto prezzo dal punto di vista della salute e serenità. Ecco fin dove la mafia può arrivare, in che posti si può annidare per seguire i sui scopi personali e quanta forza e tenacia deve avere una persona per trovare finalmente quella giustizia vera in cui i   compromessi e il malaffare sono sconosciuti.