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Il capo della polizia Gabrielli: «Come fermare le mafie che guadagnano sulla pandemia»

L’Espresso, 07 aprile 2020

Il capo della polizia Gabrielli: «Come fermare le mafie che guadagnano sulla pandemia»

Per il direttore generale della pubblica sicurezza le organizzazioni criminali hanno già da tempo investito nelle attività di prima necessità che non sono state bloccate dalle restrizioni da Covid-19: la filiera agro-alimentare, farmaci, il trasporto su gomma, servizi funebri, le imprese di pulizia. E le rivolte nelle carceri. Ecco Il documento inviato ai 194 Paesi dell’Interpol

DI TELESIO MALASPINA

L’emergenza determinata dal coronavirus rappresenta una “situazione inedita e gravissima” che costituisce “uno scenario di indubbio interesse per la criminalità organizzata”, con il rischio – già paventato da alcuni magistrati – di un ‘doping finanziario’ e di un nuovo sistema di welfare assicurato dalle mafie. È lo scenario disegnato dal capo della Polizia Franco Gabrielli in un lungo intervento contenuto in un documento che Interpol ha inviato ai 194 paesi che fanno parte dell’organizzazione e che contiene una prima valutazione dell’impatto del Covid 19 sui compiti delle forze di polizia e sull’evolversi della criminalità.

Il direttore generale della pubblica sicurezza del nostro Paese è stato chiamato a indicare a tutti gli altri paesi gli interventi necessari per contrastare questa situazione: rendere “ancora più incisivi” il monitoraggio e la prevenzione per tutelare le infrastrutture critiche; “massimo impegno” nell’analisi info-investigativa su come si stanno “riposizionando” le organizzazioni criminali; “tracciare e controllare” i circuiti economico-finanziari per evitare che possano essere immessi nei circuiti legali capitali nella disponibilità delle mafie; prevenire le infiltrazioni della criminalità organizzata nelle grandi opere. E le rivolte nelle carceri, un fenomeno che si sta verificando in molti paesi.

Riportiamo il documento firmato dal capo della Polizia Franco Gabrielli:

Casi specifici che possano indicare se, per esempio, il crimine organizzato ha già individuato nuove aeree di mercati illeciti, l’impatto sul traffico di droghe, terrorismo e cyber.
«L’Italia è il primo Paese europeo che si è confrontato con l’emergenza epidemiologica da COVID-19 e, dall’ultima decade del mese di febbraio 2020, sono state adottate una serie di misure urgenti da parte del Governo con l’obiettivo primario e inderogabile della tutela della salute dei cittadini, ma che hanno determinato riflessi negativi sull’andamento dell’economia, date le stringenti limitazioni alla circolazione dei cittadini sul territorio nazionale e al libero esercizio delle attività economiche.
Questa situazione inedita e gravissima costituisce uno scenario di indubbio interesse per la criminalità organizzata che ha sempre dimostrato una pronta capacità di adeguamento ai mutamenti del contesto socio-economico, nazionale e internazionale, al fine di cogliere nuove opportunità di guadagno illecito date le notevoli risorse finanziarie di cui dispone.
Le Forze di polizia, sin da subito, stanno monitorando con grande impegno i segnali che potrebbero indicare un cambiamento delle strategie da parte delle organizzazioni criminali per prevenirne le azioni.
In tale contesto, è stata rivolta nell’immediato la massima attenzione ai comparti economici che non hanno mai interrotto la propria operatività, come la filiera agro-alimentare, il settore dell’approvvigionamento di farmaci e di materiale medico-sanitario, il trasporto su gomma, i servizi funebri, le imprese di pulizia, sanificazione e smaltimento di rifiuti. Si tratta, infatti, di settori dove non è richiesto un livello particolarmente elevato di specializzazione e i gruppi criminali possono riuscire agevolmente ad offrire servizi a prezzi sicuramente concorrenziali perché le società da loro controllate non rispettano le prescrizioni normative in materia ambientale, previdenziale e di sicurezza sul lavoro.
Non va sottovalutato il rischio di crisi di “liquidità” per le piccole e le medie imprese, che, in conseguenza della sospensione della loro attività, potrebbero non essere in grado di far fronte autonomamente ai propri pagamenti. La criminalità organizzata potrebbe, dunque, sfruttare il momento di difficoltà per insinuarsi nella compagine societaria apportando il denaro necessario o proponendo prestiti usurai. Al termine dell’emergenza, quindi, le associazioni criminali potrebbero aver inquinato l’economia, controllando imprese in precedenza non infiltrate.
Anche le famiglie in difficoltà, i lavoratori in nero e/o stagionali potrebbero rappresentare un ulteriore bacino d’utenza sia per le attività usurarie della malavita, sia come nuova “manovalanza” a basso costo.
Per quanto riguarda il settore degli stupefacenti, la limitazione dei movimenti delle persone e la maggiore presenza incisiva delle Forze di polizia sul territorio hanno determinato una difficoltà sia nel trasporto che nella distribuzione al consumatore finale. Infatti, dall’esame dei dati statistici relativi ai delitti commessi in Italia nel periodo 1° marzo – 22 marzo 2020, confrontato con l’analogo periodo del 2019, si rileva, per i reati inerenti alla droga, una diminuzione del 46% (da 2.623 episodi a 1.416).
Ciò nonostante, considerata la rilevanza strategica di tale settore per la criminalità organizzata, non può certamente escludersi una ricerca di metodi alternativi di distribuzione al dettaglio, che eviti l’incontro in strada tra spacciatore e acquirente, in una sorta di servizio “porta a porta”, ricorrendo anche a modalità di pagamento in forma elettronica.
La chiusura delle sale giochi e l’interruzione delle scommesse sportive e dei giochi gestiti dai Monopoli di Stato potrebbero aumentare il ricorso al gioco d’azzardo illegale online così come la pirateria, con l’utilizzo di dispositivi illegali per avere accesso a contenuti multimediali offerti a pagamento da operatori privati.
Se le aziende della moda si stanno riconvertendo per produrre dispositivi di protezione medica, divenuti ora di primaria necessità, anche il mondo della contraffazione si potrebbe adeguare al fine di soddisfare la crescente domanda di tali beni, quali mascherine sanitarie ed igienizzanti.
La criminalità informatica costituisce un settore che non conosce flessioni e continuano a verificarsi tentativi di furti di identità e di truffa, talvolta anche legati alle esigenze connesse alla situazione emergenziale in atto, così come adescamenti on line e casi di pedofilia.
Se registriamo, dunque, una diminuzione dei fenomeni illeciti “di strada”, le autostrade del dark web sono diventate, ancor più, vie privilegiate dalle mafie finanziarie, legate principalmente ai traffici di droga, di armi e di esseri umani. La criminalità organizzata 2.0 investe moltissimo nelle nuove tecnologie, dimostrando di essersi organizzata in anticipo con grande flessibilità per approfittare illecitamente delle nuove opportunità di profitto.
Sul fronte della prevenzione al terrorismo, si sta dedicando particolareattenzione al monitoraggio delle attività dei gruppi anarchici, che, in determinate aree di maggior disagio sociale, potrebbero veicolare messaggi di avversione alle Istituzioni.

Gestione del personale di polizia per affrontare la crisi. rischi di contaminazione e gestione del personale in prima linea
Il nostro compito è prima di tutto proteggere i nostri operatori perché possano svolgere il loro servizio indispensabile per la collettività.
Nella grave emergenza le Forze di polizia devono, infatti, garantire lo svolgimento di tutte le funzioni istituzionali ma anche tutte le nuove attività di controllo poste a presidio delle disposizioni governative emanate al fine di contenere la catena del contagio.
Il nostro obiettivo primario è, quindi, quello di garantire lo svolgimento di queste funzioni essenziali per la sicurezza della collettività assicurando, al tempo stesso, la massima tutela della salute di tutti i lavoratori del comparto sicurezza – difesa.
Le misure di contenimento del contagio adottate dalle Forze di polizia tendono ad evitare ogni potenziale occasione di contatto degli operatori con il virus attraverso il rispetto delle raccomandazioni sanitarie diramate in materia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
In particolare, si è proceduto ad impartire disposizioni finalizzate a rimodulare e riorganizzare le modalità di svolgimento del lavoro attraverso una diversa organizzazione delle presenze per favorire un “decongestionamento” degli ambienti di lavoro, anche attraverso l’utilizzo, ove possibile, di modalità di lavoro agile per consentire il rispetto del necessario distanziamento sociale.
Per tutti gli operatori di polizia che quotidianamente svolgono il proprio servizio operativo sul territorio, invece, è stato avviato un piano di distribuzione di Dispositivi di Protezione Individuale che tiene conto sia della valutazione della situazione epidemiologica sia del contesto in cui gli stessi sono chiamati ad agire.
Tali Dispositivi di Protezione Individuale sono costituiti essenzialmente da diverse tipologie di mascherine (chirurgiche, facciali filtranti FFP2/FFP3), guanti in lattice, camici monouso, occhiali protettivi e flaconi di disinfettante.
Unitamente alla distribuzione di tali dispositivi, sono state impartite precise indicazioni sul loro corretto utilizzo nelle varie situazioni operative.
Queste modalità operative sono oggetto di costante ed attento aggiornamento sulla base delle indicazioni che pervengono dai nostri uffici sanitari.

Ruolo delle forze dell’ordine per il rispetto delle normative di emergenza
Il ruolo delle Forze di polizia è quello di far rispettare, su tutto il territorio nazionale, le disposizioni  emanate dall’autorità governativa in materia di salute pubblica; esse, infatti, oltre alle consuete attività di prevenzione e repressione dei reati, compiono ogni giorno uno sforzo straordinario  per assicurare il rispetto da parte dei cittadini delle normative volte a limitarne la circolazione, garantendo il distanziamento sociale, assolutamente necessario per fermare la catena del contagio.
In questo periodo emergenziale, le Forze di polizia grazie alle funzioni di pubblico soccorso, comunque assicurate in ogni circostanza, assumono un ancor più rilevante ruolo di sostegno e supporto alla comunità, diventando, oggi più che mai, un imprescindibile punto di riferimento per la cittadinanza, data la loro presenza su tutto il territorio nazionale in modo capillare e costante nell’arco delle 24 ore.
La nostra azione è improntata ad una necessaria fermezza, dettata dal momento eccezionale che stiamo vivendo, ma è sempre accompagnata da un approccio umano di vicinanza ai cittadini, specialmente a quelli più deboli o vulnerabili, quali anziani e bambini.
A riprova dell’impegno assicurato quotidianamente, voglio evidenziare il dato relativo ai controlli effettuati: dall’11 al 28 marzo 2020 sono stati controllati complessivamente più di 3 milioni di persone e circa 1.4 milioni di esercizi commerciali.

Aumento dei crimini legati alla quarantena
L’analisi dell’andamento della delittuosità, elaborata su dati operativi, indica come nel periodo 1° marzo – 22 marzo 2020 vi sia stata una netta diminuzione complessiva dei reati (-64,2%) rispetto all’analogo periodo del 2019 (da 146.762 del 2019 si passa ai 52.596 nel 2020).
Data la permanenza a casa, vi è stata una sensibile flessione dei c.d. reati predatori, che generalmente incidono in modo rilevante sulla percezione di sicurezza dei cittadini (furti in appartamento, rapine, borseggi). La nostra attenzione si è particolarmente concentrata alla tutela di tutte le attività commerciali rimaste operative come la piccola e grande distribuzione, le farmacie, le tabaccherie e le edicole. Campanelli di allarme sono state alcune recenti rapine perpetrate ai danni di farmacie e di tabaccherie, in particolare a Roma e Milano, complici le strade semi deserte e la possibilità di travisarsi dietro ad una semplice mascherina sanitaria.
Ma l’emergenza che sta coinvolgendo il nostro Paese vede anche un’altra categoria di soggetti particolarmente esposti a episodi delittuosi. Mi riferisco alle c.d. vittime vulnerabili, ovvero a tutte quelle donne e quei minori per i quali la convivenza in famiglia vissuta in maniera continuativa potrebbe favorire, nei contesti familiari più a rischio, la commissione di violenze domestiche o di genere.
Al riguardo, se il reato di maltrattamenti contro familiari o conviventi fa registrare una riduzione del 43,6% (flessione, comunque, inferiore a quella di altri reati), i dati potrebbero essere influenzati dalla difficoltà per le vittime di contattare agevolmente, in questo momento, le Forze di polizia e i Centri Antiviolenza e quindi lo scenario potrebbe essere più grave di quello che appare.
Proprio a tale fine, la settimana scorsa ho emanato una direttiva per mantenere al massimo i livelli di attenzione delle Forze di polizia su questi reati al fine di intercettare, già al telefono, i segnali di un pericolo o di disagio che la vittima potrebbe non essere del tutto libera di esprimere.
La Polizia di Stato, tra l’altro, ha messo anche a disposizione uno strumento innovativo e semplice come YOUPOL, un’app nata per segnalare gli episodi di bullismo e di cyberbullismo, ma che oggi offre la possibilità di segnalare episodi di maltrattamenti in famiglia, geolocalizzare la posizione del segnalante e trasmettere i dati alla Questura più vicina per la gestione dell’intervento.

Rivolte nelle carceri, un fenomeno che si sta verificando in molti paesi
L’emergenza Covid-19 rappresenta un evento ancora più traumatico per la popolazione detenuta, non solo per gli spazi che, talvolta, non consentono il rispetto delle regole di distanziamento sociale previste per la collettività, ma per le nuove misure, più restrittive, in materia di colloqui con i familiari a tutela della salute.
Questa è la chiave di lettura per interpretare le proteste e le agitazioni, talvolta deflagrate con modalità violente, avvenute a partire dal 7 marzo scorso in numerosi istituti di pena d’Italia.
Tutte le componenti istituzionali, la Polizia penitenziaria, i Prefetti, i Questori, le Forze di polizia, hanno operato in maniera salda e professionale, pur in situazioni di oggettiva tensione e delicatezza, dimostrando lucidità ed equilibrio, insieme ad un inflessibile rigore. A tutti loro va la mia gratitudine anche se la ricostruzione degli eventi risulta tuttora in fase di completo accertamento ed approfondimento da parte dell’autorità giudiziaria.
Proteste e scontri hanno riguardato trasversalmente diverse regioni d’Italia, anche se in forma diverse: in alcune città le manifestazioni di dissenso sono state contenute mentre in altre – come Modena, Rieti e Foggia –  sono state particolarmente violente.
Al momento la situazione è sotto controllo, anche se il monitoraggio delle Forze di polizia è molto stringente per intercettare subito nuovi segnali di protesta e, all’interno delle carceri, sono state adottate tutte le misure possibili per conciliare la tutela della salute dei detenuti e il rispetto dei loro diritti, fra i quali quello di poter continuare ad avere i loro colloqui con i familiari.
Al fine di decongestionare le carceri, il controllo dei detenuti con una pena da scontare inferiore ai 18 mesi avverrà attraverso misure extracarcerarie come il braccialetto elettronico.

Previsione per il dopo covid 19, scenari ipotizzabili e misure da anticipare
Lo scenario post emergenziale a cui ci stiamo già preparando è quello che permetterà di gestire l’inevitabile recessione, tutelare le realtà finanziarie ed industriali di interesse strategico (anche attraverso il potenziamento dello strumento del Golden Power), sostenere il rilancio dell’economia e garantire la piena efficienza del sistema imprenditoriale nell’ambito di percorsi di trasparenza e di legalità.
Perché tale scenario si possa configurare è necessario, infatti, agire, fin da ora, senza attendere il superamento della fase dell’emergenza.
Questa è la sfida per il Paese e per le Forze di polizia, che può essere sintetizzata, dunque, secondo sei direttrici fondamentali:
È indispensabile rendere ancora più incisivi il monitoraggio e le azioni preventive finalizzate alla tutela delle infrastrutture critiche (ricordo, a tal proposito, l’attività del Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche – CNAIPIC) per evitare che eventuali azioni dolose possano interrompere le catene di forniture di energia elettrica, gas, acqua o possano pregiudicare i sistemi di comunicazione.
Il tema della sicurezza cibernetica richiede, pertanto, la massima valorizzazione anche in ordine alle risorse impiegate da parte delle Forze di polizia. Le restrizioni alla libertà di circolazione delle persone imposte dalle misure di contenimento dell’epidemia non costituiscono, infatti, come già accennato, un deterrente rispetto alla consumazione di reati informatici;
È indispensabile da parte delle Forze di polizia (oltre che da parte degli apparati di intelligence) assicurare il massimo impegno info-investigativo nel contrasto delle organizzazioni criminali di tipo mafioso.
Come già detto, ogni crisi offre ai sodalizi criminali nuove opportunità di arricchimento, di espansione del controllo socio-economico, di alterazione del mercato, di condizionamento dei processi decisionali pubblici, anche attraverso il ricorso agli strumenti corruttivi, tanto più se l’emergenza monopolizza l’attenzione mediatica permettendo penetrazioni silenziose. L’attività di contrasto di magistratura e Forze di polizia ha fornito negli ultimi anni, come sopra riportato, evidenze relative agli interessi delle mafie nel ciclo dei rifiuti, nella filiera agroalimentare, in aziende multiservizi, nel settore dei trasporti. Si tratta solo di alcuni dei molteplici ambiti criminali e li segnalo per rimarcare la necessità di un’azione incisiva delle Forze di polizia proprio in questo frangente emergenziale, dove sono quei settori a rivestire una rilevanza strategica anche per la ripartenza del Paese una volta che la pandemia sarà debellata;
L’azione di prevenzione delle Forze di polizia deve, inoltre, consentire di evitare che il deficit di liquidità, che in questo momento emergenziale può interessare imprenditori e intere categorie di cittadini, possa essere finanziato dalle organizzazioni criminali, che attraverso lo strumento dell’usura o l’acquisizione delle stesse attività, vadano ad inquinare e a strozzare l’economia.
In questo senso è fondamentale l’intervento pubblico di sostegno al reddito delle persone fisiche e alle imprese. Ed il sistema Italia si sta già orientando in tale direzione;
I flussi di denaro destinati a rilanciare l’economia, fiaccata dalla crisi soprattutto nella fase post emergenziale, dovranno transitare nei legittimi circuiti economico-finanziari, tracciati e “controllati” proprio per evitare che possano di fatto essere immessi, anche solo in minima parte, nella disponibilità delle mafie. Questo obiettivo è davvero di rilevanza strategica;
Prevenire le infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore delle grandi opere. Al riguardo, ricordo che a livello centrale opera il Gruppo Interforze Centrale con compiti di monitoraggio nel settore. Tale organismo, tra l’altro, esamina informazioni relative alla compagine societaria di aziende che si propongono come possibili aggiudicatrici di appalti pubblici. L’attività di analisi viene svolta a supporto dei Prefetti che sono titolari del potere di emanare interdittive antimafia.
Con riferimento agli obiettivi indicati nei precedenti punti 2, 3, 4 e 5, segnalo che a livello centrale operano uffici che analizzano le risultanze info-investigative sviluppate in ambito territoriale per elaborare una valutazione della minaccia in chiave strategica.
Per affrontare il post emergenza e sostenere il piano di ricostruzione che seguirà, tutti gli uffici operativi sono già stati attivati affinché sia costantemente aggiornato il patrimonio info-investigativo sui modus operandi delle organizzazioni criminali, in particolare quelle di tipo mafioso, e gli uffici centrali stanno già realizzando una specifica attività di analisi sull’evoluzione dei modelli e delle strategie operative delle stesse.
Tra le iniziative che verranno avviate nelle prossime settimane segnalo la costituzione di una cabina di regia, affidata al Prefetto Vittorio Rizzi attraverso la Direzione centrale della polizia criminale, composta da rappresentanti delle Forze di polizia e di articolazioni specializzate nel contrasto alle organizzazioni criminali di tipo mafioso. Tale organismo avrà il compito di elaborare strategie di prevenzione e contrasto delle possibili infiltrazioni nel tessuto economico-finanziario post-emergenziale valutando anche le proiezioni internazionali del rischio criminale.
Vorrei dedicare un ultimo riferimento al tema dell’impulso verso la digitalizzazione che il sistema Paese sta promuovendo attraverso iniziative finalizzate ad individuare soluzioni tecnologicamente avanzate da impiegare nel contrasto alla diffusione del Covid 19 (sistemi di monitoraggio attivo e telemedicina). Ritengo che anche su questo fronte le Forze di polizia, nell’ambito delle proprie competenze, possano operare efficacemente per prevenire possibili azioni dolose che possano rendere vulnerabili tali sistemi. Il tema è anche quello della tutela di informazioni sensibili relative potenzialmente ad un elevato numero di persone».