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Il 22 novembre a Frosinone impegno per la legalità e la trasparenza. Tutti gli iscritti ed i simpatizzanti dell’Ass. Caponnetto sono invitati a parteciparvi.

Il 22 novembre a Frosinone impegno per la legalità e la trasparenza !

A Frosinone il 22 novembre presso il salone dell’amministrazione provinciale sono stati convocati tutti i sindaci della provincia, i rappresentanti degli ordini professionali, le massime autorità delle forze dell’ordine, sindacalisti e rappresentanti istituzionali per tentare di compiere una riflessione approfondita sulla corruzione e i suoi legami con gli appalti pubblici. Non solo una lettura magistrale del fenomeno né una banale condanna dei suoi effetti, ma è importante cercare di sapere quanto il problema sia avvertito dagli amministratori locali, in che modo stanno cercando di frenare l’espandersi degli intrecci malavitosi tra politica e affari e soprattutto quali nuove strategie devono essere attuate per far vincere la legalità e la trasparenza.

Non si tratta soltanto di un richiamo ai principi filosofici di un moderno contratto sociale, né di una dogmatica difesa dei valori etici e morali e né tantomeno di una rincorsa asfissiante all’esegesi biblica, besnì di una presa di coscienza forte, convinta e libera che la corruzione causa impoverimento e depressione sociale.

Solo a partire da questo convincimento possono poi avere una rilevanza politica e giuridica tutte le altre valutazioni espresse aal’inizio.

La corruzione crea miseria e disoccupazione, la corruzione toglie speranza ai giovani, la corruzione è il killer silenzioso del nostro futuro.

Non è conveniente per la società perdonare o lasciare impuniti i corrotti e i collusi, non favorisce nessuno la tolleranza dell’imbroglio e dell’inganno perché a pagarne le conseguenze sono sempre e soltanto i cittadini.

Il discorso si fa concreto, tecnico e pragmatico e investe oltre che gli amministratori i giuristi e i legislatori perché dovranno essere approntate procedure snelle e controlli efficaci perché siano trasparenti gli appalti, l’assegnazione degli incarichi e i meccanismi di spesa dei finanziamenti pubblici. E’ ormai risaputo che la corruzione non è una categoria deviante del costume politico perché essa è un cardine insostituibile ed essenziale del voto di scambio, della promessa e della concessione di favori, dei legami di comparaggio politico tra imprese e professionisti e soprattutto è il collante di questi segmenti sociali e istituzionali con la mafia e la criminalità organizzata.

E’ scritto su tutte le relazioni scientifiche elaborate da magnifici istituti universitari che c’è un legame indissolubile tra corruzione, clientelismo e mafia e che questo comporta il declassamento della pubblica amministrazione, il degrado della politica che sconfina nel malgoverno, nel malcostume e nel malaffare. E’ risaputo che tutto questo fa fuggire gli imprenditori dal nostro territorio e che sempre meno capitale viene investito da aziende efficienti e competitive perché nella nostra Regione e persino nella nostra provincia esiste un concorrente occulto e sleale che è il denaro della camorra, della mafia e della ‘ndrangheta che ridimensiona coloro che operano alla luce del sole fino al punto da venire ingabbiati e strangolati dagli usurai. Non possiamo limitarci a gridare allo scandalo quando le cronache nazionali e le indagini dei magistrati portano alla luce i furti e le ruberie di viziati e oziosi bamboccioni della politica, occorre fare molto di più sapendo che il politico non può rubare senza l’assenso di tecnici e burocrati che svolgono un ruolo fondamentale nella gestione degli appalti e della realizzazione delle opere pubbliche. Bisogna rompere il muro dell’omertà ed è ora che il sistema delle cricche e delle combriccole sia smantellato con l’impegno dei tanti professionisti che oggi sono collusi con la politica e spesso si servono della politica per arricchirsi e fare carriera. Il documento che verrà discusso sarà uno strumento per creare uno Stato al servizio dei bisogni dei cittadini e sconfiggere quelle tentazioni oggi imperanti che assoggettano lo Stato ai bisogni dei politici. Anche la stampa deve fare un salto di qualità e non limitarsi ad assistere passivamente ai duelli dialettici e faziosi dei soliti big della politica provinciale e regionale.

Pastena 17 nov 2012 dott. Arturo Gnesi