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I «re Mida» dei rifiuti perdono il loro tesoro: confiscati 222 milioni

Il Mattino, Sabato 13 Aprile 2019

I «re Mida» dei rifiuti perdono il loro tesoro: confiscati 222 milioni

di Pino Neri

Tredici anni dopo l’arresto e due anni dopo la condanna definitiva per disastro ambientale immane nella Terra dei Fuochi la seconda sezione del tribunale misure di prevenzione di Napoli ha dato il via alla confisca del tesoro dei Pellini, i Re Mida del traffico di rifiuti nel Napoletano.

CASSAFORTE

Duecentocinquanta fabbricati, 4 aziende, 68 appezzamenti di terreno, 50 tra auto, moto di lusso e autoveicoli industriali, 49 rapporti bancari e 3 elicotteri: beni per 222 milioni di euro intestati ai fratelli di Acerra Cuono, Giovanni e Salvatore Pellini, quest’ultimo ex maresciallo del nucleo informativo dei carabinieri di Napoli, i soli imprenditori napoletani dello smaltimento dei rifiuti condannati in via definitiva per disastro ambientale aggravato. Il tesoro, frutto dei proventi dello scarico di rifiuti tossici provenienti dal nord Italia nella provincia di Napoli, era stato fatto sequestrare dalla Dda partenopea agli inizi del 2017. Quindi è iniziata la battaglia giudiziaria che ha portato alla confisca. I beni appena passati allo Stato erano intestati anche a mogli e suoceri dei Pellini.

IL MATTONE

Milioni quasi tutti reinvestiti nel mattone. Case, case e ancora case, ville, palazzi. Anche nelle località turistiche più rinomate: 8 appartamenti a San Felice Circeo, 10 ville a Santa Maria del Cedro, una villa di oltre 800 metri quadrati coperti ad Agropoli e 10 case a Tortora, nei pressi di Praia a Mare. Per non parlare dei tre grandi appartamenti di Roma: due in viale Medaglie d’Oro, alle spalle del Vaticano, e uno in piazza Cinecittà. Ma è l’elenco degli alloggi residenziali confiscati ad Acerra che sembra infinito. Oltre alle tre, enormi, ville in cui tuttora vivono le famiglie dei Pellini ci sono altri 144 appartamenti intestati a loro e alle mogli. Altri 14 si trovano a Caserta e 6 a Pomigliano, corso Vittorio Emanuele. Ci sono pure una pasticceria a Marigliano e un distributore di benzina a Ceprano, Frosinone. I terreni agricoli sono immensi e cingono tutta la parte occidentale e settentrionale di Acerra: Lenza Schiavone, Lenza Fusaro, Sagliano, Tappia, Ponte di Napoli, vicino alla clinica Villa dei Fiori.

LE AZIENDE

Tra i beni confiscati anche 4 aziende di smaltimento. La più grande è l’ATR a poca distanza dall’inceneritore. E’ stata poi rinviata al 26 settembre l’udienza del tribunale di sorveglianza per decidere se far tornare in carcere i Pellini, usciti di prigione l’anno scorso, dopo soltanto dieci mesi nonostante i 7 anni di reclusione inflitti. «Un altro atto di giustizia nei confronti di tutti coloro che hanno patito le conseguenze dello scarico di rifiuti tossici – commenta intanto, a proposito della confisca, Alessandro Cannavacciuolo, ambientalista e principale accusatore al processo dei Pellini – ora però bisogna ancora giocare le partite del corretto utilizzo dei beni confiscati e del ritorno in carcere dei condannati». «Ricorreremo in appello, ci sono altri due gradi di giudizio – annuncia intanto Giovanni Pellini – noi dalle nostre case non andremo via e comunque non ci è stato ancora notificato nulla .