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Hanno spento i talk show in un momento in cui il Paese, travolto dalla corruzione, dalle mafie e dagli intrighi, avrebbe bisogno di una maggiore informazione

A meno di un mese dalle elezioni, anche in presenza di una serie di gravissime vicende di cui l’opinione pubblica vuole sapere, cala il silenzio. Il Cda Rai, in applicazione del Regolamento della Commissione Parlamentare di Vigilanza, ha deliberato a maggioranza la sospensione temporanea della messa in onda dei programmi di approfondimento informativo “Porta a Porta” (Raiuno), “Annozero” e “L’ultima Parola” (Raidue), “Ballarò” (Raitre), sostituendoli, “ove possibile”, con tribune elettorali. Contrario il Presidente Garimberti: “Segnale di sfiducia ai conduttori”. Per L’Usigrai negare gli approfondimenti “costituisce una penalizzazione enorme per i cittadini e dunque per la democrazia”

Il Consiglio di Amministrazione della Rai, in applicazione del Regolamento della Commissione Parlamentare per l’Indirizzo Generale e la Vigilanza dei Servizi Radiotelevisivi, ha deliberato a maggioranza la sospensione temporanea, per il periodo relativo alla seconda fase della campagna elettorale, della messa in onda dei programmi di approfondimento informativo “Porta a Porta” (Raiuno), “Annozero” e “L’ultima Parola” (Raidue), “Ballarò” (Raitre), sostituendoli, ove possibile, con tribune elettorali, dando mandato al Direttore Generale di assicurare i termini e le modalità operative per assicurare il rispetto delle previsioni del citato Regolamento. Le puntate delle trasmissioni sospese verranno recuperate appena possibile. Lo si legge in un comunicato dell’ufficio stampa della Rai.

E’ uno dei momenti più bui per la libertà di stampa in Rai da quando esiste il Servizio pubblico radiotelevisivo. Il Cda a maggioranza ha voluto il bavaglio più soffocante, applicando nella maniera maggiormente restrittiva il già pessimo regolamento della Vigilanza, con la chiusura di tutti i talk show e i programmi di approfondimento giornalistico.

L’Esecutivo dell’Usigrai (il sindacato dei giornalisti Rai) si augura che il Direttore Generale e i Consiglieri d’amministrazione della Rai, insieme ai commissari della Bicamerale si rendano conto della responsabilità che si sono assunti. “A meno di un mese dalle elezioni, anche in presenza di una serie di gravissime vicende di cui l’opinione pubblica vuole sapere, cala il silenzio. Negare gli approfondimenti – spiega il sindacato – costituisce una penalizzazione enorme per i cittadini e dunque per la democrazia, che fa passare in secondo piano persino il pur rilevantissimo danno economico per un’azienda come la Rai, che già sta ipotizzando tagli”.

L’Usigrai intende reagire nel modo più fermo. “La legge sui servizi pubblici essenziali ci impedisce di scioperare in tempi utili, nonostante siano state esperite le procedure di conciliazione. Stiamo quindi preparando un video-comunicato ed una manifestazione pubblica – annunciano i giornalisti -.Sullo scandalo del silenzio non c’è bavaglio che possa impedirci di gridare”.

Stamani in Cda, il Presidente della Rai Paolo Garimberti, ha votato un no “convinto” sulla decisione, presa dalla maggioranza, di sospendere la messa in onda delle trasmissioni di approfondimento informativo di prima e seconda serata durante il periodo elettorale.
Garimberti ha ricordato di aver fatto “tutto il possibile perché non si arrivasse a questo esito”, compreso un ultimo estremo tentativo di avere dalla Vigilanza un’interpretazione formale utile all’applicazione del regolamento sulla ‘par condicio’ meno dannosa per la Rai. Il Presidente Rai ha spiegato durante il Cda che “pur comprendendo le valutazioni del Dg” da “giornalista e come amministratore” è stato “molto tormentato da questa vicenda” di cui non condivide la conclusione. Per Garimberti ci sono “seri dubbi sulla costituzionalità di alcune parti del regolamento, come del resto ammesso chiaramente anche da un ex presidente della Corte Costituzionale e come paventato dallo stesso Presidente dell`Agcom”, e anche “un concreto rischio di danno erariale” che potrebbe evidenziarsi in modo più definito dopo un`eventuale accoglimento da parte del Tar dei ricorsi delle emittenti private.
Garimberti, da “giornalista liberale”, valuta “in modo assolutamente negativo” la decisione perché in questo modo “si danneggia gravemente l’immagine della Rai”, “si colpiscono gli utenti cui viene negato un diritto che coincide con un dovere specifico del Servizio Pubblico: quella di fare informazione” e anche i conduttori: “si dà un segnale di sfiducia nei loro confronti presumendo che non siano capaci di gestire gli spazi loro affidati. Rifiuto l’idea che dei colleghi, dei giornalisti non siano in grado di comportarsi con giudizio ed equilibrio”.

Ida Rotano

(Tratto da Aprile online)