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Guardia di Finanza a caccia di carte false.La questione delle certificazioni SOA

n fenomeno esteso, che potrebbe riguardare decine di gare. I finanzieri di Roma del Nucleo speciale per la tutela dei mercati, gruppo Lavori pubblici, coordinati dal procuratore aggiunto Nello Rossi, hanno fatto scattare mercoledì mattina un’operazione a tappeto su tutto il territorio nazionale: nel mirino sono finite 26 società di attestazione, quasi tutte quelle attualmente esistenti in Italia (in totale l’Autorità di vigilanza sui lavori pubblici riporta 33 certificazioni attive).

Perquisizioni e sequestri puntano a fare chiarezza su un fenomeno già finito in passato sotto i riflettori: la cessione fittizia di ramo d’azienda, utilizzata per simulare requisiti inesistenti.
È tramite questo sistema che molte imprese, d’accordo con le Soa, avrebbero ottenuto attestazioni per partecipare a gare pubbliche. «L’operazione – spiega il tenente colonnello Dario Fasciano, responsabile dell’operazione – nasce come logico sviluppo dell’indagine Axsoa, nell’ambito della quale lo scorso aprile abbiamo arrestato nove persone». Partendo da quegli elementi è stato possibile passare al setaccio operazioni che avevano già destato i sospetti delle autorità. «Si tratta delle cessioni di ramo d’azienda fittizie – dice ancora Fasciano -, utilizzate dalle imprese e dalle Soa per ottenere attestazioni con le quali poi partecipare a gare pubbliche».

L’operazione ha una portata assai ampia. Sono state coinvolte 26 Soa sulle 33 attualmente attive in tutta Italia. Oltre alle sedi delle società, sono oggetto di procedimenti anche alcune «persone fisiche» legate alle Soa: in totale sono 40 gli interventi in corso in queste ore. Gli indagati sono 24, ma con ogni probabilità sono destinati a salire. Si tratta di una rete vastissima che avrebbe drogato il mercato dei lavori pubblici con effetti potenzialmente parecchio estesi. Queste attestazioni, infatti, «in moltissimi casi hanno permesso ad imprese prive di adeguate strutture (mezzi, maestranze) di ottenere appalti pubblici la cui esecuzione era al di sopra delle loro possibilità, facendo sostenere allo Stato costi elevati per cantieri assolutamente inidonei con il serio e concreto rischio di inadempimento dell’appalto aggiudicato». Le valutazioni degli inquirenti sulle prove raccolte saranno fatte nelle prossime settimane, ma le gare e le imprese coinvolte potrebbero essere parecchie. «Adesso raccoglieremo gli elementi e poi li valuteremo nel giro di un paio di settimane prima di procedere», dice Fasciano.

Le conseguenze dell’operazione potrebbero essere devastanti, dal momento che la partecipazione di imprese con attestazioni conseguite in maniera illecita apre a diverse possibilità. C’è il caso più facile: quello in cui l’impresa ha vinto delle gare che, quindi, sarebbero da annullare. Ma ci sono anche altre ipotesi, parecchio più articolate. Le imprese, infatti, potrebbero avere turbato il mercato anche con la loro semplice partecipazione a un bando. E i colpi della Guardia di finanza al sistema delle Soa non sono destinati a chiudersi qui: dopo la cessione fittizia di ramo d’azienda, sarà messo nel mirino l’avvalimento.

Intanto, l’Avcp si affretta a sottolineare di avere «fornito nel corso dei mesi passati documentazione relativa ad attestazioni rilasciate in presenza di cessioni fittizie di ramo di impresa, indici di fenomeni distorsivi nel sistema di qualificazione per i lavori pubblici». Via di Ripetta, negli ultimi anni, ha più volte «messo in evidenza il fenomeno delle cessioni e degli affitti simulati di azienda e dell’utilizzo di certificati di esecuzione lavori emessi da privati, di dubbia validità, posti in essere solo al fine di conseguire la qualificazione nel più ampio numero di categorie o nelle classifiche più elevate».

Da ultimo l’Autorità prende una posizione netta e «ribadisce la necessità di superare il sistema attuale di qualificazione nei lavori pubblici mediante Soa»-

(sole 24h)