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Grazie, Cristian Abbondanza. Andiamo avanti così, con umiltà ed al servizio del Paese e della GIUSTIZIA

RINGRAZIAMO CRISTIAN ABBONDANZA – DELLA CASA DELLA LEGALITA’ E DELLA CULTURA -, LO APPREZZIAMO PER LA SUA CORAGGIOSA BATTAGLIA DI VERITA’ E DI CHIARIFICAZIONE, GLI SIAMO VICINI PER I CONTINUI ATTACCHI CHE, DI CONSEGUENZA, EGLI, AL PARI E FORSE PIU’ DI NOI, SUBISCE E CONTINUIAMO A MANTENERE SALDO UN PROFILO DI DISTACCO, NELL’INTERESSE DI UN’ANTIMAFIA VERA, DA TANTE BASSEZZE CHE VENGONO PERPETRATE AI DANNI DI CHI PENSA ED OPERA, COME NOI, CONTRO TUTTE LE MAFIE MILITARI, POLITICHE ED ECONOMICHE.
Non abbiamo mai preteso di essere ritenuti fra i “migliori”, ma fra i “diversi” sì.
Non abbiamo mai voluto, sin dalla nostra nascita, 15 anni fa circa, piegarci agli interessi politici ed economici di chicchessia ed abbiamo sempre puntato
più sulla ” qualità” che non sulla “quantità” dei nostri iscritti.
Sarebbe stato molto comodo etichettarci politicamente usufruendo di tutti i benefici materiali ed immateriali che questo comporta, ma avremmo tradito i principi di un’antimafia vera, genuina, autentica.
E questo le nostre coscienze ce lo hanno impedito perché avremmo preso in giro noi stessi e gli altri.
La subordinazione agli interessi di un blocco economico-politico ci avrebbe messo al riparo da tanti affanni e da tanti rischi ma ci avrebbe comportato la VERGOGNA – sì, la VERGOGNA – di non sentirci liberi.
Noi siamo certi di onorare il nome che ci siamo dati restando onesti, incorruttibili e facendo un’antimafia dell’INDAGINE e della DENUNCIA nei confronti di tutti coloro che, direttamente od indirettamente, fanno parte del “sistema” contribuendo a perpetrarlo e a rafforzarlo giorno dopo giorno, minuto dopo minuto.
Abbiamo deciso di essere un nucleo di “combattenti”, di uomini e donne che si battono a difesa di quello Stato-Stato per la cui istituzione molti nostri nonni e genitori hanno dato il loro sangue.
Come pure abbiamo deciso di stare dalla parte della GIUSTIZIA con la G maiuscola e, quindi, di quei Magistrati, di quei rappresentanti delle forze dell’ordine e di quei cittadini che, per sfuggire alla vendetta dei mafiosi, si sono visti e si vedono costretti a vivere una vita blindata, nelle caserme, lontani dalle proprie famiglie.
Dalla parte dello Stato di diritto, certi un giorno -lontano o vicino, non ci interessa – di poter guardare negli occhi i nostri figli ed i giovani tutti senza dover abbassare lo sguardo per la vergogna di aver tradito le loro attese.
Qualcuno ci ha accusato e ci accusa di essere “selettivi”, “elitari” e così via.
E’ vero e non ce ne vergogniamo.
Anzi, ne andiamo fieri.
La lotta alle mafie, oggi soprattutto, considerate le mutazioni di queste, esige coraggio, conoscenza dei fatti e delle situazioni, onestà morale ed intellettuale, pragmatismo, saldezza di principi, libertà da ogni vincolo di natura politica ed economica.
Non si può servire al contempo Dio e mammona.
I principi ed il denaro.
I valori e quel tipo di politica che si confonde con la mafia fino a diventare essa stessa mafia.
Sì, è vero: siamo “selettivi” perché, per fare il lavoro che noi facciamo, occorrono uomini e donne seri, riservati, attenti a tutto, in grado di intuire e “leggere” non solo le cose passate, ma soprattutto quelle recenti e future.
Non ci interessano i parolai, gli instabili, gli schizofrenici, coloro che credono di fare antimafia spinti da un sentimento di rivalsa per non essere riusciti ad emergere nella loro attività professionale o politica, dalla voglia del palcoscenico, dal desiderio dei soldi, di voti elettorali e quant’altro.
Queste cose a noi non interessano e non le cerchiamo.
E, oltre a ciò, non abbiamo bisogno di esse perché le nostre condizioni, i nostri orizzonti ed i nostri valori non ci portano ad esse.
La lotta alle mafie è una cosa seria ed occorrono persone serie.
Quaquaraquà non ne abbiamo mai voluti e non li vogliamo perché i quaquaraquà, oltre a screditare il lavoro degli altri, non sono persone capaci e degne di stare in prima linea.
Tradiscono, si vendono al nemico, sono instabili.
Questo è il motivo delle nostre continue “messe a punto” della nostra macchina organizzativa, dei continui cambiamenti nella struttura dirigenziale dell’Associazione, alla ricerca continua di amici capaci, seri e coraggiosi.
E senza lacci e laccioli di natura partitica ed economica.
Se uno non va si cambia.
Non si può stare al fronte con l’esercito di “franceschiello”.
Come pure non si può stare al fronte senza sapere CHI è il nemico e DOVE questo sta.
Qualcuno ci accusa di… “fare indagini”, sostituendoci talvolta a chi è preposto istituzionalmente a farle.
Questo qualcuno o è un idiota o un colluso con le mafie perché non capisce – o finge di non capire – che è un DOVERE anche del cittadino comune collaborare con l’Autorità Giudiziaria dicendole quello di cui egli viene a conoscenza.
E cosa deve fare un’Associazione antimafia se non individuare e far colpire i mafiosi???
Il lavoro di una VERA Associazione antimafia è gravoso, intelligente, rischioso e, soprattutto, silenzioso.
Chi pensa di poterlo fare con i convegni, con le sfilate, con i comizi, è fuori strada.
Un giorno un bravo investigatore ci chiese:
“quante visure camerali fate in un anno? e quanti mafiosi avete fatto arrestare?”
“Centinaia. E la nostra Associazione è stata anche citata in ordinanze di custodia cautelare emesse dall’A. G. Fatti, non chiacchiere”, gli rispondemmo.
“Bravi, continuate così ed il Paese deve esservi grato”.
Questo è il nostro distintivo, il nostro dna.
Quel distintivo che noi portiamo con orgoglio e che ha spinto qualche boss della camorra, anni fa, a chiedere l’iscrizione all’Associazione Caponnetto, consapevole della… nostra “pericolosità”.
Richiesta ovviamente respinta.
Quello di cui andiamo orgogliosi sono la stima, l’apprezzamento e l’affetto che abbiamo saputo guadagnarci in anni di duro lavoro e di sofferenze continue da parte di Magistrati e di rappresentanti delle forze dell’ordine con i quali siamo in contatto e che sanno quello che facciamo.
Magistrati e rappresentanti delle forze dell’ordine con le iniziali maiuscole!
Il resto non ci interessa.