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Gli Osservatori Comunali. La proposta dell’Associazione Caponnetto. Ad un anno di distanza, i Sindaci del Lazio, della Campania, dell’Abruzzo e del Molise, regioni fortemente infiltrate dalle mafie, fanno ancora orecchie da mercante e le burocrazie istituzionali non incoraggiano.

A molti sindaci l'”OSSERVATORIO COMUNALE CONTRO LA CRIMINALITA'”, così come lo abbiamo proposto noi dell’Associazione Caponnetto, NON piace.
Come non piace, ovviamente, alla maggioranza della burocrazia dei partiti.
Ad alcuni, invece, piace, ma troverebbero difficoltà a costituirlo nelle burocrazie istituzionali.
Stiamo verificando la fondatezza della notizia pervenutaci al riguardo, determinati come siamo a denunciare eventualmente quei delinquenti in giacca e cravatta che sono i veri responsabili del radicamento delle mafie sui nostri territori e nel Paese.
Noi, a dire il vero, avevamo, all’atto dell’invio del documento a tutti i Sindaci del Lazio, della Campania, dell’Abruzzo e del Molise, messo in conto un atteggiamento ostruzionistico da parte di quel segmento della politica e delle istituzioni sostenitrici dello status quo e timoroso della costituzione di uno strumento, quale sarebbe appunto l’Osservatorio, che ha lo scopo di andare a fare le pulci agli amministratori eventualmente collusi con le mafie.
Uno strumento che, al contrario, sarebbe di valido aiuto agli amministratori onesti.
Quello che probabilmente ha indotto lor signori ad impedirne la costituzione è il contenuto delle nostre proposte, soprattutto quella che prevede l’ ESCLUSIONE dall’Osservatorio dei consiglieri e di tutti gli esponenti politici, ad eccezione del Sindaco, dell’Assessore alla Sicurezza e di un funzionario comunale.
E’ circa un anno che abbiamo inviato la proposta e finora hanno mostrato interesse ad essa solamente due Sindaci del Lazio, uno della Campania ed uno del Molise.
Da tutti gli altri un… silenzio tombale!!!
Secondo noi, l’Osservatorio, per essere utile, efficace ed operativo, dovrebbe essere composto SOLAMENTE da Magistrati, forze dell’ordine, qualche giornalista d’inchiesta, un rappresentante della Prefettura e da due associazioni antimafia non politicizzate ed effettivamente attive.