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Gli ambiti più infiltrati dalle mafie sono, oltre a quello dell’economia, anche quelli della politica e delle istituzioni

Sono almeno 3 i Comuni in provincia di Latina nei cui consigli siedono soggetti i cui nomi risultano fra gli indagati sospettati di collegamenti con elementi della criminalità organizzata.

In uno di questi 3 Comuni c’è addirittura un poliziotto, regolarmente in servizio, il cui nome appare nell’informativa redatta dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Latina ed inviata alla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma.

Le accuse a suo carico sono pesanti.

Siamo in uno stato di diritto – è vero – e fino a quando non ci sarà una sentenza definitiva, non si può accusare chicchessia.

Ma, considerata la delicatezza degli incarichi da lui rivestiti, si adottino in via preventiva nei suoi confronti misure che non gli consentano di venire a conoscenza di fatti delicati che riguardino il suo Comune.

Non è ammissibile che il Capo della Polizia continui, considerata la gravità delle accuse, a mantenerlo in servizio ad appena una decina di chilometri dal Comune di cui è consigliere.

Quello che ci stupisce è il fatto che nessuno – ripetiamo nessuno – dei tanti parlamentari che vanno in giro a parlare di legalità, di giustizia e di antimafia, abbia ritenuto, ad oggi, suo dovere morale sollevare questo problema delicatissimo.

Quando noi parliamo di “antimafia parolaia”!…

E torniamo sempre a bomba: se non si avvia un profondo processo di… ecologia della politica, è inutile che il Ministrro dell’Interno continui a snocciolarci un giorno sì e l’altro pure i dati che riguardano il numero degli arrestati per reati di mafia.

Questi dati, infatti, non riguardano mai (il caso Cosentino è emblematico) nomi di esponenti politici, pur essendo quello della politica e delle istituzioni, oltreché quello delle professioni, gli ambiti più infiltrati dalla criminalità organizzata.