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Gaeta roccaforte di una camorra invisibile ed intoccabile.

GAETA     ROCCAFORTE  DI  UNA
CAMORRA INVISIBILE……..ED…….
“INTOCCABILE “?

A rileggere gli elementi di un puzzle che si é
andato dipanando negli anni ,la domanda é
d’obbligo.
Ridente città posta sul Tirreno,quasi alle porte
della Capitale, essa  trae le sue origini ,secondo la
leggenda ,antecedentemente alla nascita di
Roma,diventando  nei secoli  il classico luogo di
villeggiatura della migliore borghesia romana .
Nomi illustri e meno illustri l’hanno scelta come
sede di residenza e di riposo.

Le più belle ville erano di loro proprietà,  a
ridosso della meravigliosa spiaggia di Serapo,ma
non solo,fino ad indurre l’amministrazione civica
a dare  il nome di “via Roma” alla lunga strada
dove esse per lo più sono ubicate.
Un’ondata di ricchezza e,diciamolo,di civiltà che
ha fatto crescere la città ed il territorio.
Poi,dagli anni 60 in
qua,un’inarrestabile,improvvisa battuta di
arresto,una marcia all’indietro  e la fuga dei
romani.
Un fenomeno inspiegabile,ma non tanto, che
qualche studioso attribuisce……….
all’innalzamento della linea della palma.
All’arrivo della camorra.
Una camorra non tanto appariscente che ha
portato al cambiamento delle proprietà,della
cultura ,degli stili di vita.
Oggi si sentono altri dialetti,si vedono altri
comportamenti,altri modi di pensare.
Qualcuno  inquadrano la città ed il territorio come
appartenenti alla “provincia di
Casale”(intendendo dire Casal di Principe).

La trasmigrazione avrebbe dovuto comportare
uno studio attento del fenomeno con
l’acquisizione di una coscienza di esso e con
l’approntamento di misure adeguate tese a
piegarlo alla salvaguardia di una cultura di
rispetto della legalità e di difesa dei valori e degli
interessi dei cittadini,ma ,purtroppo,non é stato
così.
Ed é cominciato il saccheggio.
Un saccheggio orrido,selvaggio anche se
silenzioso , di tutto ,del territorio in primis,delle
ricchezze,delle bellezze  e quant’altro,un
saccheggio  che ha determinato una parziale ma
sempre crescente espulsione di parte dei suoi
cittadini costretti ad andare via a causa di un
mercato delle locazioni drogato e spietato.
Oggi,più che sentire ancora  quello locale,si
sentono altri dialetti.
Le classi dirigenti si sono mostrate inadeguate ad
affrontare le mutazioni,lo Stato ha ceduto,come in
altre parti d’Italia,porzioni della sua autorità ed ha
avuto inizio quel processo di meridionalizzazione
di cui noi stiamo parlando da anni.
Ovviamente inascoltati.

Da un tessuto
economico,sociale,culturale,antropologico
diverso,fortemente modificato e sicuramente
meno qualificato di quello precedente,non é più
possibile ,ormai, aspettarsi un sussulto pur
minimo di orgoglio e di riscossa.
Il passato é passato ed oggi é un altro giorno.
C’é stato,alcuni anni fa,il grido accorato di un ex
Sindaco venuto da terre lontane,il quale ha
parlato di  Gaeta come di una “lavatrice di soldi
della camorra”.
Un grido che ha avuto un respiro
corto,cortissimo,di qualche giorno,
e,poi,inspiegabilmente, tutto è ripiombato in un
silenzio tombale.
Qualcuno dice che quel sindaco venuto da
lontano sarebbe  stato “consigliato” di non parlare
di certe cose.
Voci di popolo.
E nessuno,infatti,ne parla e vuole parlarne,mentre
l’imprenditoria locale é stata
distrutta,dall’edilizia,al commercio,alle altre

attività economica,soppiantata da un’altra
imprenditoria tutta o quasi proveniente dal sud.
I giovani di Gaeta ormai possono solo aspirare ad
un posto di lavoro di bagnino e di cameriere per
un paio di mesi all’anno.
Così i piccoli negozi,ormai soffocati da una
capillare grande catena di distruzione tutta in
mani diverse.
Il colpo di grazia é venuto dal Porto.
Un Porto che avrebbe dovuto rappresentare un
“volano di crescita” e di ricchezza ma che ha
portato e sta portando,invece,all’accentuazione
dello stato di miseria per la popolazione locale a
causa dell’affollarsi di gente quasi tutta
proveniente da altre regioni del sud e della qualità
delle merci che  vi transitano.
Già durante i lavori iniziali di ampliamento si
parlò di imprese siciliane che avrebbero fatto
capo al figlio di Totò Riina.
Poi si é parlato di traffici “strani” sui quali
cominciò ad indagare Ilaria Alpi,la quale é finita
come tutti sanno.

Poi,ancora,ne ha parlato l’ex Collaboratore di
Giustizia Carmine Schiavone,il quale ha anche
fornito un elenco di targhe di camion dei quali
mai nessuno ha inteso,a quanto si dice,indagare
per accertarne le relative proprietà.
Ultimamente alcuni giornali campani hanno
parlato di una “casa a Gaeta” nella quale
appartenenti ai Servizi avrebbero sottoposto a
stringente interrogatorio soggetti istituzionali
interessati alla vicenda ” monnezza” che si sa
come é andata a finire.
Una “casa a Gaeta”.
Perché Gaeta,la città nella quale non si svolgono
indagini sulle residenze,sugli investimenti e la
loro “provenienza”,le proprietà,le presenze,le
eventuali contiguità fra parti della politica e
camorra ???????????????
Ogni tanto,ma sempre su iniziative esterne,ci si
accorge,come nel caso della recente cattura di
“nanà o cecato”,di qualche presenza scomoda che
probabilmente non é certo determinata da finalità
turistiche e si agisce.
Ma quante altre presenze ci   sono o,comunque,ce
ne sono state o ci saranno,ad esempio,appena

cominceranno i lavori milionari di ampliamento
del Porto???????????
E’ possibile continuare a  contare  solamente sugli
interventi  di  Pignatone e Cantone
che,comunque,ci saranno esclusivamente ed
eventualmente a posteriori?????????????………….
SVEGLIA !!!!!!!!!!!!