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Fuoco per “educare”

DUE CASSINATI, UNO DEI QUALI COLLEGATO AI CASALESI, IN MANETTE CON L’ACCUSA DI INCENDIO DOLOSO A UN’ABITAZIONE
Arrestati i piromani della camorra
Roccasecca. Alla base del gesto il controllo della criminalità nel territorio


Un incendio doloso per «educare» un possibile concorrente, che, forse, stava minando il controllo del territorio: manette per due cassinati. Alle prime ore dell’alba di ieri, i carabinieri della stazione di Roccasecca, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Cassino, su richiesta del Pm, Cerullo, per il reato di «incendio in concorso». A finire nella rete degli uomini del capitano Pier Francesco Di Carlo e del maresciallo Donato Bottone, due soggetti del cassinate, uno dei quali ritenuto contiguo al clan dei Casalesi e ad elementi della criminalità organizzata siciliana. Secondo i militari sono loro gli autori del grave atto intimidatorio: le indagini sono partite proprio dal rogo divampato nella casa dell’uomo, originario di Napoli, la notte fra il 10 e l’11 giugno scorso. Il rogo fu domato dalla stessa vittima. «I due – riferiscono dal comando Provinciale dell’Arma – sono risultati essere entrati quella notte all’interno dell’immobile ed aver appiccato l’incendio a materiale cartaceo e plastico, in modo che le fiamme potessero propagarsi con velocità. Dopo il gesto si erano dileguati per alcuni giorni evitando di poter essere sottoposti a controllo da parte delle forze dell’ordine». L’attività investigativa scaturita ha consentito di ricondurre l’episodio criminoso al tentativo dei due di affermare la propria egemonia nei settori criminali della zona. Gli arresti compiuti dai militari del Comando Stazione di Roccasecca si inseriscono in un contesto più ampio, coordinato dal Comandante Provinciale colonnello Antonio Menga, di attività finalizzate a prevenire e reprimere le infiltrazioni della criminalità organizzata nel territorio. Contesto nel quale viene analizzato ogni singolo episodio che avviene, ritenuto dagli investigatori sintomatico per modalità, obiettivo o altro di essere inserito in una realtà criminale più complessa e alle volte contigua a compagini di criminalità organizzata. Per i due si sono aperte le porte del carcere di Cassino, presto saranno interrogati.

Vincenzo Caramadre

(Tatto da Il Tempo – Frosinone)