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Fuffa!

FUFFA!!!
Ancora c’è in provincia di Latina chi ha la spudoratezza di parlare di “cultura della legalità” quando qua si sta al “corpo a corpo” ed il palazzo brucia.
Deviante, fatto per distrarre, se non per depistare.
Non c’è più tempo.
Si dovcva fare prima quando, invece, si pensava ad inciuciare, a spartirsi il potere ed i clan iniziavano a dare l’assalto a quel territorio trovando evidentemente gli ancoraggi giusti in loco, come stanno sempre più evidenziando inchieste e sentenze..
Oggi, se ci troviamo in queste condizioni, le responsabilità sono tutte della politica e delle istituzioni.
Una parte di esse complici, un’altra distratta ed impreparata.
Il che è peggio ancora!
La politica, se vuole cominciare a fare, finalmente, qualcosa di buono nell’interesse del Paese che sta andando sempre più a rotoli con un’economia criminale che sta facendo saltare l’intero assetto dell’Italia, la finisca di fare la guerra a chi combatte le mafie, a cominciare dai magistrati che
sono rimasti, con tutti i loro difetti, l’unico presidio di giustizia e di democrazia.
I segnali che ci pervengono, invece, sono tutti di segno opposto, a cominciare dalla guerra che proprio dall’interno della politica e delle istituzioni si sta facendo al pool di Palermo impegnato nell’inchiesta sulla trattativa mafia-stato, per terminare al processo che si vuole a tutti i costi intentare al nostro Presidente onorario Giudice Antonio Esposito, reo di aver confermato la sentenza di condanna di Berlusconi.
Passando attraverso il trattamento vergognoso che stanno riservando ai Testimoni ed ai Collaboratori di Giustizia con l’intento, forse, di scoraggiarne la loro collaborazione con la Magistratura.
Ed allora abbiano almeno il pudore di tacere e ad ammettere le loro colpe, ad evitare anche il rischio di essere presi a palate di fango in faccia.
La pazienza ha un limite e noi non siamo quelli che hanno paura!
L’ANTIMAFIA DEVE AGGIORNARSI…
I DUE “MODELLI” A CONFRONTO:
QUELLO DELLE CHIACCHIERE E L’ALTRO DEL FARE, IL RACCONTO E LE COMMEMORAZIONI CONTRO L’INDAGINE E LA DENUNCIA, NOMI E COGNOMI.
OGNUNO E’ MORALMENTE OBBLIGATO A SCEGLERE
L’antimafia non deve essere statica, ferma, arretrata, ancorata a schemi vecchi, quando, al contrario, la mafia è mobile, tattica, pronta a cambiare strategie e tattiche ogni volta che i tempi lo impongano.
Prima, quando c’era un certo livello di benessere economico e la mafia era costituita in gran parte da gente ignorante, incolta, si diceva che essa aveva più paura della cultura, della scuola, che non delle manette e delle leggi repressive.
Oggi i tempi sono cambiati, non c’è più benessere, non c’è lavoro, c’è miseria e la mafia è costituita in maggioranza da gente colta, da professionisti che hanno studiato e si sono formati nelle migliori università del mondo.
Gente corrotta e pronta a vendersi l’anima e la famiglia pur di accumulare quattrini, fare business.
L’antimafia deve prendere atto della realtà ed ammodernarsi anch’essa per combattere quanto meno ad armi pari.
Altrimenti è tutta aria fritta, fuffa!!!