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Forniamo le Questure di personale esperto in indagini patrimoniali. Si istituisca una Scuola di Polizia ad hoc per fare in modo che le Questure non siano più in affanno.

Solo lavorando “ sul campo”, come noi, e facendo un’antimafia non retorica e “ dei fatti”, scavando, indagando e denunciando mafie e singoli mafiosi – e venendo a contatto con magistrati, cancellieri e forze dell’ordine quasi quotidianamente-, può rendersi conto delle enormi difficoltà che si incontrano per combattere efficacemente la criminalità organizzata mafiosa.

E, peraltro, della reale volontà o meno di un governo, di un ministro, dei parlamentari ed esponenti politici, di un questore, di un comandante provinciale, di combatterla seriamente.

Cominciamo a partire da un dato di base incontrovertibile.

La mafia ed i mafiosi non sono i Riina, i Provenzano, gli Schiavone, gli Zagaria, gli Iovine e tutta la massa di delinquenti ai loro ordini.

O, meglio, non sono solamente questi.

Questi rappresentano il livello BASSO, quello, forse, meno insidioso perché si arrestano e si lasciano marcire nelle patrie galere.

La mafia vera, quella pericolosa, è quella dei “colletti bianchi”, costituita da imprenditori, professionisti, dirigenti di banca, alti funzionari dello Stato, sindaci, assessori, consiglieri, esponenti politici, parlamentari, membri di governi e, non raramente, magistrati, componenti delle forze dell’ordine ecc. , infedeli e corrotti.

La mafia, insomma, è una grossa organizzazione di soggetti e menti raffinatissimi, in giacca e cravatta, che dispone di tonnellate di denaro e in grado di corrompere tutto e tutti.

Occorrono una salda coscienza morale, una sana educazione, un alto senso dello Stato di diritto e delle istituzioni per resistere ai continui tentativi di corruzione.

C’è, purtroppo, in questo Paese in gran parte di corrotti e corruttibili, chi cede e diventa oggettivamente un mafioso.

La mafia, quindi, è una grande IMPRESA criminale che, con i soldi, riesce ad infettare il sistema anche politico ed istituzionale.

Grazie a Dio ci sono anche le persone perbene, i funzionari fedeli, gli uomini e donne che hanno il coraggio di esporsi, di combattere i corrotti, di denunciarli, di farli arrestare e morire in galera, come essi meritano.

Magistratura e forze dell’ordine, malgrado tutti i loro limiti e le loro carenze, sono le istituzioni sulle quali, fatta qualche eccezione, si può continuare a contare.

Gli unici presidi di legalità che ti assicurano quel minimo di spazi di vivibilità civile e democratica necessari in una società civile.

Bisogna, quindi, sostenerle, aiutarle, far sentire ad esse la vicinanza attiva e la solidarietà dell’Italia sana, non corrotta, non mafiosa.

Vicinanza ATTIVA, ripetiamo, non parolaia e basta!

E’ quanto, purtroppo, raramente avviene.

Ci sono Questori cui va la nostra riconoscenza per quello che fanno -quelli, per intenderci, delle “scarpe vecchie e sporche” e non i damerini con “ le scarpe nuove e lucide” di cui abbiamo parlato in una nostra nota, quelli, insomma, che camminano, vedono, osservano, lavorano – il loro dovere.

Altrettanto vale per i comandanti provinciali dei carabinieri, della guardia di finanza, del corpo forestale dello stato.

Questori che, però, hanno internamente grandissime, quasi insuperabili, difficoltà da parte degli vertici centrali istituzionali e politici.

La mafia –abbiamo detto -è un’IMPRESA, quindi un’organizzazione criminale, economica soprattutto, e che dispone di un esercito di commercialisti di grido, di grandi avvocati, di notai, corrotti ovviamente, capaci di svicolare fra le leggi, smontare un impianto accusatorio, di vanificare, insomma, il lavoro di tante, tantissime persone perbene che ancora ci stanno e che lavorano per lo Stato di diritto.

Per fronteggiare i mafiosi ed i loro sodali, per collocarsi almeno sul piano loro, occorre una preparazione specifica in materia economica e finanziaria che, diciamoci la verità, non c’é.

E questo il nodo del problema.

Oggi, nelle Questure, chi è addetto alle indagini patrimoniali, pochi, pochissimi, sono degli autodidatti perché la Polizia di Stato non ha una scuola che lo prepari.

Lo stesso vale per gli altri corpi, ad esclusione della Guardia di Finanza che, essendo un Corpo di polizia economica, può disporre di personale competente.

Ma la Guardia di Finanza non può fare tutto.

Leggiamo talvolta di dichiarazioni ridicole di tanti parlamentari che si esibiscono davanti all’opinione pubblica con richieste che denotano tutta la loro ignoranza in materia, la loro impreparazione.

Perché questi non cominciano ad occuparsi di problemi seri, quali, appunto, la necessità di fornire alle Questure personale competente?

Perché non chiedono al governo, al Ministro dell’Interno in particolare, l’istituzione di una Scuola che formi il personale necessario?

Avrebbero il nostro sostegno ed anche i nostri voti e quelli delle persone perbene.