- Articolo successivo Gaeta, l’assalto alle coste laziali. Dal Garigliano a Tarquinia è un fiorire di attività ad opera di imprese provenienti da fuori regione. Molte delle quali, come in questo caso a Gaeta, abusive
- Articolo precedente FONDI, continuano inchieste, processi e confische. E’ un grosso errore confondere le due dimensioni, quella politico-amministrativa e la seconda investigativo-giudiziaria, indipendenti l’una dall’altra. Il “caso Fondi” non è affatto “chiuso”, come qualcuno vuole dare ad intendere, dopo la decisione scellerata del Governo di non sciogliere per mafia, come aveva richiesto lo stesso Ministro dell’Interno, l’Amministrazione comunale. Anzi esso è appena aperto perché sulla scena stanno le stesse persone che c’erano prima, Vive e vegete, come prima e più di prima. E’ stata colpita una parte dell’ ala militare della mafia e il merito è tutto delle DDA, della DIA, del GICO, dei Carabinieri di Latina comandati dal Colonnello Rotondi e del Prefetto Frattasi. Corpi ed istituzioni che vanno avanti facendo il loro dovere, indipendentemente dalle vicende e dalle decisioni politiche. Ora, però, bisogna indagare sulle ragioni della presenza massiccia di imprese casalesi e campane che hanno letteralmente buttato fuori dal mercato di Fondi (ed anche di Sperlonga, Itri, Terracina ecc.. Sulla situazione esistente a Formia, Gaeta e Minturno abbiamo svolto un’indagine a parte. ) l’imprenditoria locale
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