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Fondi. Non prendiamoci più per il sedere.

Con tutto il rispetto del lavoro fatto dagli ufficiali e dai sottufficiali del Comando provinciale dei Carabinieri di Latina che per quanto hanno potuto si sono prodigati al massimo, abbiamo sempre più la sensazione che a Fondi non sia stato nemmeno sollevato il coperchio.

Forse sarebbe stato meglio non iniziare proprio perché, a bocce ferme e visti i risultati di tante fatiche, abbiamo avuto la legittimazione di taluni che forse meritavano, invece, una qualche attenzione.

Se non altro, per fugare tanti dubbi.

La solita logica gattopardesca!

Noi avevamo avuto sentore del fatto che qualcosa non andava.

Infatti è iniziata male ed è finita peggio.

Tutto il malaffare e la mafia sono circoscritti a un paio di soggetti noti da 40 anni e che sono stati mandati a Fondi dalla Calabria e dalla Sicilia.

Noti e stranoti da 40 anni, per non dire 50.

Tutto qua.

Ti viene proprio la voglia di dire “andiamocene tutti a casa e finiamola di parlare di Falcone e Borsellino e di tanti poveri altri disgraziati che ci hanno rimesso la vita per combattere le varie mafie, militari, politiche ed economiche. Stiamo solamente offendendo la loro memoria e non lo meritano”.

La domanda se si voleva seriamente o no indagare ce la ponemmo all’inizio quando ci accorgemmo che le indagini furono delegate al Comando Provinciale di Latina.

Intendiamoci: noi non vogliamo minimamente mettere in dubbio l’onestà e le capacità dei Carabinieri di quel Comando provinciale.

Ci mancherebbe altro.

Il problema sta solamente nel fatto che di norma indagini così complesse e delicate quali sono quelle che riguardano sospetti di collusione con le mafie vengono sempre delegate ai corpi specializzati: DIA, ROS, SCO, GICO, SCICO e così via.

Solamente questi corpi hanno la specializzazione e gli strumenti per fare indagini sulle movimentazioni di capitali, sulla loro origine.

Ma c’è un altro fatto che ci ha incuriosito:

il fatto che, a quanto pare, non sia stato tenuto affatto conto nei procedimenti giudiziari di tutto quanto scritto dalla Commissione di accesso agli atti nominata dal Prefetto di Latina ed avallata dal Ministro dell’Interno.

Noi non abbiamo quella Relazione perché è stata segretata, ma alcuni giornali ne hanno pubblicato ampi stralci (Latina Oggi, Il Fatto Quotidiano, La Voce delle Voci ecc).

Bene, anzi male.

Questi giornali, ad esempio, hanno parlato abbondantemente di un dirigente del Comune di Fondi, candidato ora alla carica di Sindaco di Gaeta, che si sarebbe reso responsabile di alcuni atti che avrebbero dovuto, a nostro avviso, attirare l’attenzione della Magistratura inquirente, se non altro per fugare ogni dubbio circa la linearità di questa persona.

Noi abbiamo raccolto questi giornali e li abbiamo mandati alla Procura di Latina per chiederle di verificare la rilevanza degli atti accertati dalla Commissione di accesso composta da un dirigente della Polizia di Stato, da due Ufficiali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza e da due v. Prefetti e non da 4-5 quaquaraquà.

Saremo felici se l’immagine di questa persona uscirà non intaccata da eventuali indagini, ma quando un organismo istituzionale importante qual’è una Commissione di accesso composta, peraltro, anche da Ufficiali di polizia giudiziaria, muove ad una persona dei rilievi, la Procura della Repubblica competente DEVE aprire un fascicolo.

Siamo in attesa, perciò, di sapere cosa farà al riguardo la Procura di Latina.

Ma c’è di più.

Tutti hanno incentrato l’attenzione sul MOF e non su altre situazioni.

Ci spieghiamo meglio.

Tutti i Mercati Ortofrutticolo d’Italia –ma diremmo tutti i centri di commercio e non solo dove girano grandi affari –sono sotto il tiro delle mafie che, per fare business, cercano con tutti i mezzi di entrarvi, di gestirli eventualmente, di controllarli.

Era inevitabile che il MOF di Fondi, come tutti gli altri, non cadesse sotto gli occhi dei clan.

Il problema è che sono mancati i controlli all’inizio, durante ed alla fine.

La vigilanza va fatta a monte, ab initio, se ci si vuole comportare seriamente.

Quando noi diciamo che è inutile parlare di Falcone e Borsellino e limitarsi a questo perché l’antimafia si fa “prima” e non “dopo”, quando i fatti si sono già verificati.

Tutto il resto sono chiacchiere, solfa.

Noi abbiamo sempre esortato tantissimi ad indagare soprattutto sul litorale, sulla montagna di capitali investiti da “napoletani” a Capratica, al Salto, dappertutto.

“Napoletani”, chiedendo scusa ai “napoletani” per bene.

Ma chi compra ed investe capitali in zone… al momento non edificabili perché compra?

Chiedetelo alla Guardia di Finanza di Fondi per verificare se ha indagato o meno su tutte le compravendite di terreni ed immobiliari che sono state fatte su tutto il litorale che va da Terracina fino a Sperlonga!

E sull’identità di ogni acquirente.

Saremmo curiosi di sapere l’eventuale risposta.

Ma ci incuriosisce anche un altro fatto, veramente abnorme.

Tutto il can can fatto subito dopo il mancato scioglimento dell’amministrazione fondana da parte del governo Berlusconi dai vari Veltroni, Di Pietro, Orlando (chi scrive ricorda il grande comizio antimafia fatto in piazza insieme a costoro, comizio durante il quale rischiammo, se non fossero intervenuti i Carabinieri, di essere rovesciati dal palco da taluni scalmanati fra i quali alcuni ex amministratori comunali) è finito in una bolla di sapone.

Tanti bla bla e subito silenzio assoluto.

Tutti scomparsi.

Di Fondi nessuno parla più.

Bene, anzi male:

Abbiamo sotto gli occhi una pagina di BlogSicilia del 12 maggio u. s. che riporta una dichiarazione di Nino De Matteo, sostituto procuratore della Repubblica di Palermo

Che riportiamo virgolettata:

“La verità sulle stragi si va facendo sempre più vicina. Soprattutto è sempre più chiaro, e risulta anche da acquisizioni consacrate in sentenze definitive, che a volere la morte di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e degli uomini della loro scorta non è stata solo Cosa Nostra”.

Intelligenti pauca.

Non prendiamoci più per il sedere.