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Fondi: il Governo assicura la Pax mafiosa

Si conclude nel peggiore dei modi la vicenda che ha visto protagonista da oltre un anno il comune del basso Lazio.

Il Consiglio dei ministri riunitosi il 9 ottobre ha deciso per il “commissariamento” del comune.

Siamo nel febbraio del 2009, il Viminale trasmette la richiesta di scioglimento del comune di Fondi, avanzata in data 8 settembre del 2008 dal Prefetto di Latina Bruno Frattasi, al Governo.

Da allora il Consiglio dei ministri ha sempre “rimandato” la decisione alle successive riunioni avanzando, a nostro avviso, pretestuose richieste di approfondimenti.

All’inizio di ottobre la vicenda assume una piega inquietante – Il sindaco Luigi Parisella e tutti i 16 consiglieri di maggioranza (Pdl e Udc) rassegnano in blocco le dimissioni.

Se il Cdm avesse deciso per lo scioglimento, come richiesto più volte dal Prefetto, il comune sarebbe stato commissariato per almeno 18 mesi – con l’evidente possibilità per il commissario di governo di rendersi conto da vicino di tutto quello che stava accadendo all’interno dell’amministrazione comunale.

Inoltre sia il sindaco che i consiglieri non avrebbero potuto, stando alle attuali disposizioni antimafia, presentarsi alle prossime consultazioni elettorali.

Il Cdm però non ha sciolto il comune ma, come ha chiaramente detto il ministro dell’interno Roberto Maroni, si è deciso di affidarsi alla sovranità popolare che attraverso il voto – presumibilmente accorpando a marzo 2010 le comunali alle regionali – potrà decidere il nuovo governo della cittadina.

Estremamente duro il giudizio espresso dal segretario nazionale dell’Anfp (Associazione Nazionale Funzionari di Polizia), Enzo Letizia <<Se devono decidere gli elettori, e se tutto è demandato a loro, allora sia resa pubblica la relazione del Prefetto di Latina….A questo punto i cittadini, per poter votare, hanno il diritto di essere informati nei particolari sulle infiltrazioni malavitose che hanno interessato la loro amministrazione>>.

IL QUADRO TERRITORIALE

Pochi chilometri separano il basso Lazio (Fondi, Itri, Sperlonga, Gaeta, Formia, Terracina) da quella provincia di Caserta, la terra di Gomorra, che rappresenta il ventre molle della democrazia italiana.

Tutta la zona, una zona di mare, è costellata da una serie di attività economiche e imprenditoriali che raramente assurge agli onori della cronaca, nella quale da anni convivono in una vera pax mafiosa le principali organizzazioni criminali del Paese – prima tra tutte la criminalità casalese (come ha evidenziato la sentenza Spartacus) – ma quella è una terra nella quale queste organizzazioni coesistono aiutandosi a vicenda.
Ed ecco che le indagini dei carabinieri hanno portato a far emergere una fitta rete di complicità tra Mafia ’Ndragheta e Camorra inserite non solo nel contesto economico, ma anche in quello della pubblica amministrazione.

LE ACCUSE DEL PREFETTO

Il Prefetto Bruno Frattasi rileva come <<sono emerse chiaramente le connessioni fra la famiglia di Tripoldo Domenico – in contatto con i Casalesi di Bardellino arrestato nel 1975 e ucciso un anno dopo nel carcere di Poggioreale dai cutoliani – e soggetti legati per via parentale anche a figure di vertice del comune di Fondi>> sttolinea <<l’inosservanza sistematica della normativa antimafia nel comune e le gravissime violazioni del comune fondano, che, unite all’agevolazione di interessi economici di elementi contigui alla criminalità organizzata conferiscono al quadro d’insieme una pericolosità tale da dover essere fronteggiata col commissariamento>>.

Fondi rappresenta pertanto <<un luogo strategico per l’integrazione fra diverse organizzazione di tipo mafioso in un quadro complesso che riguarda senz’altro il sindaco Luigi Parisella, di alcuni esponenti consiliari di maggioranza, nonchè della stessa macchina amministrativa che in tutte le sue articolazioni risulta interessata da illegittimità gravissime quanto diffuse>>.

L’INCHIESTA

L’inchiesta parte nel 2007 quando la compagnia dei carabinieri di Latina nel corso delle indagini su alcune famiglie di ’ndrangheta (Tripoldo e Trani), presenti da anni nella zona, li portano dritti verso le complicità poilitiche.
Ad essere chiamati in causa sono il consigliere regionale del Lazio Romolo Del Balzo e lex assessore ai lavori pubblici di Fondi, Riccardo Izzi.

All’inizio del 2008 è proprio lex assessore Izzi ad essere fatto oggetto di un avvertimento intimidatorio di stampo mafioso – gli bruciano la macchina – e decide allora di rivolgersi ai carabinieri di Latina.

Saranno proprio le sue dichiarazioni, evidentemente secretate, a far partire le successive indagini che saranno poi alla base della relazione prefettizia.

Intanto i carabinieri nel corso delle stesse indagini – Damasco I e Damasco II – arriveranno a Carmelo e Venanzio Tripodo.

Sia Riccardo Izzi che Romolo Del Balzo, del Pdl, sono sotto la tutela politica del senatore berlusconiano Claudio Fazzone funzionario di polizia in aspettativa, membro di importanti commissioni parlamentari e imprenditore – potente presidente di Acqualatina, la società di servizi idrici della provincia.

La capogruppo del Pd alla Commissione Antimafia della Camera, Laura Garavini, ha presentato pochi mesi fa un’interrogazione allo stesso ministro degli interni chiedendo informazioni sulla società che ha sede a Fondi denominata SILO srl della quale risultano soci proprio l’ormai ex sindaco di Fondi Luigi Parisella e il senatore Pdl Claudio Fazzone.
Questa società, che dovrebbe occuparsi di lavorazione di prodotti agricoli, è di fatto inattiva ma possiede una struttura industriale situata in un’area interessata da una variante urbanistica detta Pantanello, che ha inciso significativamente sul valore del capannone della SILO come di altri capannoni presenti nella zona.

Non sono emerse responsabilità, nel corso delle indagini, del senatore Fazzone ma possiamo affermare di certo che vi è senza dubbio una sua responsabilità quanto meno politica. Un senatore nato a Fondi e che ha proprio in quel comune il suo maggior bacino di preferenze elettorali dovrebbe quanto meno interessarsi di più di quello che accade nella propria circoscrizione.

Sono esaustive, ma al contempo preoccupanti, le parole di Silvio Berlusconi rilasciate qualche tempo fa a chi gli chiedeva come mai il comune di Fondi non fosse stato ancora sciolto <<In Cdm sono intervenuti diversi ministri, hanno fatto notare come nessun componente della giunta e del consiglio comunale sia stato neppure toccato da un avviso di garanzia. Quindi sembrava strano che si dovesse intervenire con un provvedimento di scioglimento della giunta>>.

A noi sembra “strano” che non si sia provveduto a sciogliere un comune nonostante una relazione di un Prefetto che accusava pesantemente gli amministratori locali.

Il Prefetto Bruno Frattasi è stato, a questo punto, lasciato solo – e con lui sono state lasciate sole tutte le forze dell’ordine che si sono imbattute, nello svolgimento del loro dovere, in poteri minacciosi ed oscuri che non hanno trovato un fermo e deciso contrasto a livello politico nazionale.

(Tratto da AgoraVox)