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Fondi: arrestati gli esecutori dell’attentato a colpi di pistola ai danni di un ispettore di polizia. Ora, però, vanno individuati e perseguiti i mandanti. Torna la paura della banda della Magliana

LI HANNO ARRESTATI

Sono i responsabili dell’attentato ai danni di un ispettore di polizia di Fondi.

Colpi di pistola sparati contro la sua macchina dimostrano che la criminalità nell’area fondana ha alzato il tiro.

Non è più piccola criminalità, ma di alto livello.

Tipica delle organizzazioni mafiose.

Già qualche anno fa un brigadiere della Guardia di Finanza, sempre in servizio a Fondi ma abitante ad Itri, ha subito un analogo attentato a mezzo di colpi di pistola sparati contro la sua abitazione.

Mandanti ed attentatori sono rimasti ignoti.

Mentre ora la Polizia li ha presi.

Bravi.

Uno dei quattro sarebbe collegato con la Banda della Magliana.

Una banda che molti davano per morta ma che, invece, è ancora fortemente presente anche nel Basso Lazio e, in particolare, nel sud pontino, fra Gaeta e Fondi, due città notoriamente infiltrate dalle mafie, compresa, appunto, la banda della Magliana.

Ora c’è da scoprire i mandanti e, soprattutto, le finalità dell’attentato.

Sicuramente si tratta di un’intimidazione ai danni delle forze dell’ordine.

Sicuramente l’evento si inquadra in un disegno più vasto che mira a delegittimare ed a spaventare gli uomini e le donne delle forze di polizia.

Un disegno che parte da lontano e che ha origine nella dequalificazione del lavoro fatto nell’area fondana dagli uomini delle forze di polizia.

“Pezzi deviati dello Stato” furono definiti coloro che, facenti parte della Commissione di accesso, fecero collassare la vecchia amministrazione.

Erano, quelli, anch’essi uomini in divisa, poliziotti, carabinieri e finanzieri, oltre a viceprefetti, rei, secondo taluni, di essere andati a scavare dove non avrebbero mai dovuto.

“Pezzi deviati dello Stato”, un’accusa gravissima da tribunale militare, se fondata.

Il problema sta nel fatto che tale accusa infamante era assolutamente infondata in quanto ci si trovava in presenza di servitori dello Stato di diritto che facevano il loro dovere e basta.

Servitori dello Stato che, purtroppo, non hanno saputo tutelare la loro onorabilità a mezzo di un’azione risarcitoria ai danni di chi aveva formulata quell’accusa ingiusta.

Ma questo è affar loro.

Il problema che ci interessa, invece, riguarda il collegamento fra questi fatti violenti e la campagna denigratoria fatta verbalmente ai danni di rappresentanti delle forze dell’ordine che fanno il loro dovere.

Viene quasi da ipotizzare che il tutto faccia parte di una strategia che punta a mandare via da Fondi, per le solite “ragioni di sicurezza”, i carabinieri, i finanzieri ed i poliziotti che si danno da fare nel contrasto della criminalità.

E’ già capitato con un brigadiere dei carabinieri, un brigadiere della Guardia di Finanza, entrambi fatti segno di attentati di fuoco e uno anche di pallottole ed ora capita anche ad un ispettore di polizia.

Gli esecutori di quest’ultimo attentato ora sono stati presi e sono tutti di Fondi e del territorio circostante.

Ora bisogna prendere i mandanti.

Perché se non si riesce a risalire a questi, le menti perverse e criminali che hanno partorito la strategia generale, essi continueranno a far danni.

Non dovrebbe essere particolarmente difficile per un investigatore che abbia fiuto, volontà e che, pertanto, ha già nitido il “quadro” delle interrelazioni, delle frequentazioni e, perché no, degli interessi che taluni vogliono salvaguardare a tutti i costi.

Non lasciamo ancora una volta questi uomini e donne scoperti ed indifesi, con uno Stato la cui immagine è già fortemente vilipesa e ridicolizzata.