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Fieri, ma non paghi… La specificità di un’ impegno di un’Associazione di frontiere qual’è la nostra

Possiamo dire con fierezza che i nostri amici hanno fatto un lavoro davvero eccezionale.

Il loro impegno è stato silenzioso, certosino, meticoloso, duro, lungo, anche pericoloso, ma, alla fine, ci ha messo nelle condizioni di fotografare metro per metro le situazioni esistenti nei territori a sud ed a nord della nostra Regione.

Ora possiamo parlare più di prima con cognizione di causa, senza luoghi comuni, argomenti triti e ritriti, affermazioni generiche, scopiazzamenti di giornali e quant’altro.

Un’attenta osservazione delle dinamiche sui territori, degli spostamenti, degli insediamenti e degli investimenti, possibile grazie ad una rete di interrelazioni personali, ricerche camerali e catastali, scambi di notizie.

E’ ovvio che non possiamo rendere pubblico quello che abbiamo fatto, ma ne abbiamo reso edotto chi di dovere, come è nostro costume.

Questo è il nostro lavoro e questo vorremmo che facessero tutti.

Perché limitarsi a parlare delle mafie è sempre utile, sì, per svegliare coscienze ed intelligenze sopite dalla più grossa campagna di disinformazione e di manipolazione delle realtà che sia stata condotta dal dopoguerra ad oggi, ma non fornisce alla Magistratura ed agli inquirenti istituzionali quel supporto concreto di cui essi hanno bisogno, limitati come sono dalla ristrettezza di risorse e mezzi di cui soffrono a causa dei comportamenti di una classe politica che, al di là delle enunciazioni e delle chiacchiere, non ha al primo punto dell’ordine del giorno delle emergenze nazionali la lotta alla criminalità.

Lo ripetiamo fino alla noia: il discorso sulle mafie è politico e solo politico.

E questo lo diciamo ai Magistrati: se non si alza il livello del contrasto, si fa il classico buco nell’acqua.

A noi non interessa più di tanto la mafia cosiddetta militare, quella degli scalzacani, degli analfabeti, dei delinquenti comuni.

Quella, volendolo, si prende e la si relega dove merita, in galera, in pochissimo tempo, come si è fatto con il terrorismo.

Interessano, invece, le mafie politiche ed economiche, quelle dei “colletti bianchi”. Le menti, le vere mafie.

E i Magistrati sanno meglio di noi che i veri mafiosi vanno ricercati proprio fra questi ultimi…

Ci rendiamo conto delle difficoltà determinate

da una legislazione sempre più volutamente carente e depotenziata, dalla complessità di indagini di natura patrimoniale che non tutti sanno o vogliono fare.

Alcuni comandanti e funzionari nei territori vogliono stare tranquilli, senza gatte da pelare, per fare carriera ed andare via con la promozione dopo due o tre anni.

Ma è questo –e solo questo –che bisogna fare.

Se vogliamo veramente combattere le mafie.

Altrimenti è tutto un bla bla.

Che non serve a niente.