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E’ l’intero impianto investigativo che va rivisto in provincia di Latina

“Non riusciamo, malgrado ogni sforzo, a comprendere le ragioni per le quali i Comandi Generali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, particolarmente il secondo, non abbiano ancora deciso, di fronte alla situazione drammatica in cui versa la provincia di Latina sul piano della sicurezza e dell’ordine pubblico, di adottare provvedimenti eccezionali, rimuovendo incrostazioni del passato e mandando comandanti e personale di larga esperienza nel campo della lotta alle mafie.

Lo stiamo dicendo da anni, finora sempre inascoltati.

C’è l’urgente necessità di stendere un piano di riorganizzazione generale delle forze in campo, spostando, come si fa con ufficiali e funzionari, marescialli, l’ossatura dei presidi, che stanno nello stesso posto da 20 anni e più.

Come a Fondi.

Ma non solo.

Non è più possibile, considerata la gravità della situazione, mantenere integre aree di inadeguatezza che sono comprensibili in situazioni ordinarie ma non in quelle di emergenza come è quella, appunto, pontina.

La lotta alle mafie va fatta con logiche, tecniche ed uomini nuovi, moderni, con le investigazioni di carattere patrimoniale, sui patrimoni e sulle montagne di capitali che mafia, camorra e quanti altri, italiani e stranieri, investono giorno dopo giorno.

Se qua non si indaga nemmeno sulle compravendite immobiliari e sulle concessioni edilizie e si continua a correre dietro agli scontrini per l’acquisto delle caramelle…!!!..

Ma dove si vuole arrivare con queste logiche? ! ”

E’, questa, la nota che abbiamo battuto nei giorni scorsi appena appresa la notizia dell’ennesimo attentato avvenuto a Lenola ai danni di rappresentanti delle forze dell’ordine in servizio a Fondi, nota che riportiamo integralmente a futura memoria dei tanti smemorati che fanno sempre finta di non sapere alcune cose.

Ennesimo, abbiamo detto e –prevediamo non ultimo-se le cose non verranno modificate radicalmente.

C’è un dato che sfugge all’attenzione degli osservatori e che riguarda la “qualità” delle vittime di attentati, come se ci fosse un disegno sottile della criminalità di neutralizzare i migliori, i più attivi, lasciando indenni quelli considerati… innocui.

Per farli trasferire ad altre sedi, ovviamente.

E’ successo con un brigadiere dei carabinieri, poi trasferito per “ragioni di sicurezza”, stava succedendo con un suo collega della GdF e speriamo che non succeda con l’ispettore.

Per “ragioni di sicurezza”, sostengono i Comandi, da allocchi, ed intanto i criminali raggiungono i loro obiettivi: liberarsi dei… ”rompipalle”, dei migliori.

Pallottole e benzina per… far trasferire i migliori.

Noi siamo stati e saremo sempre solidali con i Sindacati di Polizia che denunciano carenze e maltrattamenti ai danni del Corpo e degli operatori.

Solidali con gli interi Corpi e con le loro rappresentanze.

E la nostra solidarietà e la nostra vicinanza non si manifestano, come sanno bene alcuni vertici, solo a parole e nei momenti di estrema emergenza quali sono quelli immediatamente successivi agli attentati.

Noi concordiamo perfettamente con il contenuto delle dichiarazioni del Segretario provinciale del Sindacato UILPOLIZIA pontino, l’Ispettore Tatarelli.

Le condividiamo e le sottoscriviamo.

Ma ad una condizione:

che il problema del rafforzamento delle forze dell’ordine sia affrontato nel quadro di una riorganizzazione generale che preveda anche –e soprattutto- la riqualificazione di un prodotto che non è di certo eccellente.

Parliamoci chiaramente.

A Fondi soprattutto, ma più in generale in provincia di Latina, se si fa eccezione per la Questura e in particolare per la Squadra Mobile e qualche Commissariato, l’intero impianto investigativo è scarso.

Se vogliamo parlare solo di Fondi, poi, la situazione è veramente pietosa, se non drammatica.

Non riusciamo a comprendere come si fa a mantenere nello stesso posto per decenni uomini nati e radicati sul territorio.

Noi saremmo curiosi di conoscere quali sono i risultati, ad esempio, raggiunti dalla Compagnia della Guardia di Finanza sul piano del contrasto dei capitali mafiosi investiti su quel territorio.

Si è voluta istituire la Compagnia a Fondi, depotenziando a arretrando a Tenenza quella di Terracina e riducendone all’osso l’organico.

Ma i risultati che si attendevano su quel territorio invaso dalle mafie e sul quale circolano montagne di capitali di indubbia provenienza dove stanno?

E per ora fermiamoci qua.

Vogliamo parlarne in maniera approfondita, per poi affrontare insieme il problema ai livelli centrali?

Noi siamo disponibili in qualsiasi momento.