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Dopo l’assassinio di Nettuno, si prevede nella camorra una guerra fra bande. La necessità di riorganizzare le forze dello Stato sul territorio pontino.

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Associazione per la lotta contro le illegalità e le mafie

“Antonino Caponnetto”

www.comitato-antimafia-lt.org info@comitato-antimafia-lt.org

COMUNICATO STAMPA

La cattura di Michele Zagaria ha segnato la fine del ciclo degli arresti di tutti i capi ed i luogotenenti della più potente organizzazione della camorra.

Decapitati i vertici,è l’ora dei soldati.

Senza una guida,gli eserciti stanno alla sbando ed è,oggi,l’ora della guerra fra bande.

Un momento particolarmente pericoloso perché nessuno,nemmeno i livelli “alti”-i referenti politici ed economici della camorra-,sono in grado,oggi,di ripristinare la pax fra queste e di riportarle all’osservanza delle “regole”.

Criminali,ovviamente.

Arrestati i colonnelli,i generali non dialogano con i sergenti.

L’omicidio di Nettuno è un evento davvero inquietante.

Non è stato ucciso uno qualsiasi;è stato ucciso un luogotenente.

Di un clan –Moccia- che,tutto sommato,è un clan che si è sempre dedicato agli affari,senza clamore e senza fare eccessivo danno agli altri clan.

Un clan “pacifico”,se tale può definirsi un clan.

Con base logistica –non dimentichiamolo-a Formia,città dove ha la residenza anagrafica il capo.

Ora non si può più scherzare e lo Stato deve mettere in campo le sue energie migliori per fronteggiare una situazione dai contorni affatto tranquillizzanti.

Lo Stato deve attrezzarsi,riorganizzare le sue forze sul territorio della provincia di Latina e,in particolare,del sud pontino,non dimenticando il fatto che le due aree particolarmente “critiche” sono quelle che riguardano i comuni di Formia-Gaeta-Itri-Sperlonga e Fondi-Terracina-San Felice Circeo.

In questa seconda area,la vicinanza al capoluogo, dove,peraltro,opera un’ottima Squadra Mobile.c’è una maggiore vivacità nell’azione di contrasto alla criminalità mafiosa.

C’è da aggiungere che il Commissariato della Polizia di Stato di Terracina ha finalmente la fortuna di essere diretto da una funzionaria che,pur non avendo grande esperienza nel campo della lotta alla criminalità organizzata,è persona fortemente tenace,determinata,intelligente e non condizionata né condizionabile dai poteri locali politici ed istituzionali.

Peccato che sui territori,a parte la Questura e la Squadra Mobile,non ce ne siano altri ….( perché non la si manda a dirigere Formia???….)..

La Polizia di Stato ha avuto ed ha bei nomi in provincia di Latina : oltre ai Questori D’Angelo ed Intini,Nicolino Pepe,Cristiano Tatarelli,Rita Cascella,la Cristoforo.

Ce ne vorrebbe qualche altro……(Tocco,ad esempio).

Il problema è rappresentato dagli altri corpi e,per quanto riguarda la Polizia di Stato,dalla necessità di istituire a Formia una sezione della Squadra Mobile.,stante,peraltro,l’esigenza di una rivisitazione dell’intero operato di un presidio caratterizzato negli anni da taluni episodi davvero spiacevoli.

La Guardia di Finanza.

Essa,finalmente,è guidata da non molto da un ottimo Comandante Provinciale,il Colonnello Paolo Kalenda,che noi stimiamo tantissimo per le sue eccellenti qualità umane e professionali.

Il Corpo ,però,ha su taluni territori ( vedi Fondi in particolare, e,poi,Ventotene e in parte anche Formia),situazioni di criticità organizzative interne che preoccupano.

E’ necessario dare priorità alla lotta ai patrimoni sporchi,alle movimentazioni finanziarie dei clan, perché oggi parlare di mafie significa parlare di soldi. Soldi sporchi!

E’ questo che deve capire il Comandante Generale delle Fiamme Gialle.

In provincia di Latina,purtroppo,non c’è più il Prefetto Frattasi e trovarne un altro che abbia la sua sensibilità a queste tematiche e le sue capacità è come cercare un ago nel pagliaio.

C’è,poi,un’inadeguatezza assoluta della classe politica,che è quella che è,espressione,peraltro,di un tessuto sociale in gran parte indifferente,inerte,omertoso ed in altra parte addirittura colluso con le mafie.

Non riteniamo di esagerare nell’affermare che in provincia di Latina le mafie esercitano un controllo su ampi settori della sua vita economica,sociale, particolarmente significativo e preoccupante,grazie anche all’inconsistenza di uno Stato che è presente solo sulla carta.

La guerra appena iniziata fra i clan rappresenta l’inizio del crollo di quel “sistema” di equilibri che si erano creati e consolidati negli anni fra i vari poteri,con tutte le conseguenze immaginabili ed inimmaginabili.

Abbiamo gioito per la venuta a Roma del nuovo Procuratore Pignatone,ma,al contempo,siamo preoccupati per la probabile andata via da Napoli del Procuratore Cafiero de Raho e di taluni fra i migliori Sostituti della DDA.

Come anche siamo preoccupati per la possibile andata via da Latina dell’attuale Capo della Mobile Cristiano Tatarelli il quale aspira,com’è giusto che così sia,ad una promozione-

Alla ripresa autunnale chiederemo al Ministro Cancellieri un incontro per illustrarle la gravità della situazione esistente nel Basso Lazio e le carenze di apparati dello Stato che fanno acqua da tutte le parti.

Il tutto,ovviamente,accompagnato da alcune nostre proposte.

LA SEGRETERIA