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Denunciare oggi malaffare e mafie ha dei costi. Ma chi ha un minimo di dignità non deve mai piegare la schiena

Minacce di morte a Sandro Ruotolo

Minacce di morte a Sandro Ruotolo, numero due di Annozero, e alla sua famiglia, sulle quali la Digos sta indagando: secondo quanto si apprende, non si tratterebbe dell’opera di un mitomane. All’esame degli investigatori c’é infatti una lettera dalla quale si evince che il giornalista è stato pedinato e sorvegliato. Nella stessa missiva, inoltre, si fa riferimento ad una lista di ‘obiettivi’ in cui Ruotolo sarebbe il secondo

Una lettera anonima con minacce di morte per Sandro Ruotolo, il più stretto collaboratore di Michele Santoro per Annozero. La missiva, scitta al computer, è arrivata al domicilio privato del giornalista e, a quanto si apprende, ci sarebbero indicazioni così precise e dettagliate da rendere pressoché certo che Ruotolo sia stato pedinato e tenuto d’occhio da parte di sconosciuti che così hanno mostrato di aver acquisito più elementi di “pressione” nei suoi confronti. Indagini sono in corso da parte della Digos di Roma, cui Ruotolo si è rivolto recandosi presso gli uffici di polizia e consegnando la missiva minatoria ricevuta.

Nella lettera anonima viene detto inoltre che il giornalista è il “secondo obiettivo di una lista”, che però non comprenderebbe – a quanto sinora si sa – altre persone legate ad Annozero. Nella lettera ci sarebbe riferimenti ad un servizio andato in onda sulla vicenda Boffo, l’ex direttore di Avvenire dimessosi dopo le polemiche seguite ad alcuni articoli pubblicati da il Giornale. Poi un riferimento ai due animali domestici di casa Ruotolo.

“Mi fido degli investigatori, quello che loro dicono mi va bene, sono dei professionisti”, l’unico commento di Ruotolo alla richiesta di informazioni.
“Non posso dire di più per ovvie ragioni di riserbo legate alle indagini. L’unica cosa che posso sicuramente affermare è che continuerò a fare il giornalista con la schiena dritta, queste cose non mi fermano”. Da rilevare che l’indirizzo dell’abitazione né il numero di telefono di Sandro Ruotolo compaiono negli elenchi telefonici sul web, un motivo in più per ritenere che il giornalista sia stato effettivamente seguito e sorvegliato fino ad ottenere i suoi recapiti.

La notizia genera allarme e preoccupazione anche nella politica. Dal Partito democratico e dall’Italia dei Valori arrivano le dichiarazioni di solidarietà all’indirizzo del giornalista. Solidarietà che giunge anche dal presidente del Senato Renato Schifani:  “Ogni giornalista – dice il presidente del Senato intervenendo a ‘Il fatto del giorno’ su Raidue – al di là delle polemiche che caratterizzano il dibattito politico, ha il diritto di poter lavorare in piena serenità”. “Sono sicuro – conclude Schifani – che attorno a lui si stringerà il mondo del giornalismo ma anche quello delle istituzioni”.

Per il portavoce di Articolo21, Giuseppe Giulietti, si tratta di un ” episodio che, purtroppo, si inserisce nello spirito dei tempi; ma che non va assolutamente sottovalutato: Sandro è da sempre un giornalista a ‘schiena dritta’, e uno dei cronisti più seriamente impegnati sul fronte della lotta contro ogni forma di attività illegale e criminale. Ed è questa la ragione per cui viene preso di mira” .

“Le minacce di morte a Sandro Ruotolo sono il segnale di un clima di gravità inaudita e il sintomo di rischi di violenza – spiega il senatore del Partito democratico Vincenzo Vita, della Commissione Vigilanza Rai -. Vita esprime “la massima solidarietà a un professionista che fa benissimo il suo lavoro e l’invito alle autorità competenti a vigilare in modo adeguato. Guai a sottovalutare episodi che si inscrivono in una situazione particolarmente anomala vissuta dall’Italia”.

Questo, afferma Paolo Butturini, segretario dell’Associazione Stampa Romana, “è l’ennesimo caso di un collega che indagando sui poteri criminali finisce per pestare i piedi alle mafie e diventare scomodo” e dimostra come “l’informazione abbia un ruolo fondamentale nella crescita della cultura della legalità, troppo spesso bistrattata o addirittura ignorata nel nostro Paese”.
La categoria, prosegue Butturini, “deve stringersi attorno a chi, senza timori o reticenze, svolge fino in fondo il delicato compito di informare i cittadini, per costoro il pericolo più grande è l’isolamento. Le minacce a Ruotolo sono anche la testimonianza che il servizio pubblico radiotelevisivo, quando non asservito a logiche di partito, ha una funzione fondamentale nella crescita civile dell’Italia”.
“Mi auguro che forze dell’ordine, magistratura e governo facciano la loro parte nel proteggere un giornalista stimato e conosciuto proprio per la sua capacità di scavare nella parte oscura della nostra società. Da parte nostra – conclude Butturini – siamo al fianco del collega e chiediamo alla Fnsi di attivare tutte le iniziative possibili per tutelarlo”. Una richiesta che è stata subito raccolta dalla Federazione nazionale della stampa.

(Tratto da Aprileonline)