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Denuncia pubblica .

DI FRONTE AD UNA DENUNCIA PUBBLICA DEL
GENERE,NON ABBIAMO NULL’ALTRO DA AGGIUNGERE SE NON UNA FORTE ESPRESSIONE DI
RABBIA NEI CONFRONTI DEGLI AUTORI DI QUESTI  ORRIBILI COMPORTAMENTI CHE
LASCIANO  L’AMARO IN BOCCA ACCOMPAGNATO DALLA DOMANDA SE CI SI TROVI DI
FRONTE A SERVITORI DELLO STATO,DI QUESTO STATO,QUELLO DI DIRITTO, O DI UN
ALTRO  STATO.
TRATTARE IN TAL MODO DUE TESTIMONI  DI GIUSTIZIA CHIAMATI A TESTIMONIARE
DALLA MAGISTRATURA IN IMPORTANTI  PROCESSI CONTRO LA NDRANGHETA,LEVARE  LORO
IL CONTRIBUTO MENSILE  SENZA MOTIVARLO E LASCIARLI SENZA ALCUNA PROTEZIONE
E’ QUANTO MENO VERGOGNOSO.OGGI I CONIUGI  GRASSO-FRANZE’,OLTRE A NON AVERE
NEMMENO I MEZZI PER MANGIARE,NON LI HANNO NEMMENO PER AFFRONTARE LE SPESE DI
VIAGGIO PER RIENTRARE NELLA LOCALITA’ DI PROVENIENZA.IL LORO LEGALE HA
DENUNCIATO ALL’AUTORITA’ GIUDIZIARIA IL COMPORTAMENTO ASSURDO DEL PERSONALE
DEL SERVIZIO CENTRALE PROTEZIONE DEL MINISTERO DELL’INTERNO E L’ASSOCIAZIONE
CAPONNETTO ,NEL CASO DI UN EVENTUALE GIUDIZIO,SI COSTITUIRA’ COME PARTE LESA
CONTRO COLORO  CHE VERRANNO INDIVIDUATI  COME GLI AUTORI DI QUESTO
IGNOMINIOSO COMPORTAMENTO .

ASSOCIAZIONE CAPONNETTO

Sono la testimone di giustizia Franzè Francesca mi rivolgo all’associazione
ma sopratutto a lei dott Elvio di Cesare,persona molto attenta alle
problematiche dei testimoni di giustizia. È dal mese di marzo per non citare
altro che io e la mia famiglia stiamo subendo delle gravi pressioni da parte
del servizio di protezione. Mi spiego: nel mese di marzo veniamo trasferiti
in altra località ; qui ci ritroviamo a dividere l abitazione con altre
persone dove vi è un via vai di uomini . Da parte del servizio ci viene
detto che loro non sono stati messi a conoscenza di ciò che è stato il
reparto logistico ; fatto sta che neanche dopo la loro constatazione sono
intervenuti, ma abbiamo dovuto conviverci ,praticamente in un “puttanaio”
per essere educata . Nel mese di luglio siamo chiamati in località d origine
per impegni giudiziari prolungatesi anche ad agosto ,la beffa è stata che
nonostante le notifiche che ci sono pervenute tramite il servizio loro hanno
ribadito che non ne sanno nulla . La mia qualità di testimone di giustizia e
di mio marito anch’egli  testimone, mi impone a rispettare gli impegni
giudiziari evidentemente al servizio da fastidio la nostra collaborazione.
Di tutta questa vicenda è informata la dda di Catanzaro ,la commissione
centrale , il servizio centrale ,la DNA di Roma  ,procura di Roma ,ma ,io mi
chiedo: il direttore Caridi come opera in questo servizio? perché lui
essendo il direttore sa della merita schifezza che stanno esercitando i suoi
colleghi nei nostri confronti ! Non vorrei pensare che a lui va bene tutto
questo, altrimenti sarebbe non grave, ma gravissimo ! Il direttore Caridi è
andato ad accertarsi perché è stato affittato un alloggio dove abitavano
persone a loro dire facente parte ad una associazione? il direttore Caridi è
andato a riscontrare se il medico mandato da lui ha scritto ciò che era
riportato sui referti medici o si è prodigata a eseguire un ordine stabilito
da qualcuno del servizio? e perché bloccare il contributo nonostante i nulla
osta dei magistrati? Ah dimenticavo, per loro non conta nulla la parola del
magistrato ( così mi è stato riferito)!  Io chiedo fermamente l intervento
urgente del ministro Marco Minniti e il sottosegretario Filippo Bubbico, ma
contemporaneamente che intervenga la procura di Roma e Catanzaro ribadendo
che qui c’è di mezzo la vita di una famiglia che crede nelle istituzioni ma
sono proprio alcune persone istituzionali che hanno deciso tutto ciò .
Ringrazio anticipatamente l’associazione Caponetto se mi darà voce portando
a conoscenza queste vere crudeltà fatte a due testimoni di giustizia .
Franzè Francesca