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DENUNCIA, DENUNCIA, DENUNCIA!!!

Ci scrivono amici da varie parti del Paese per inviarci sollecitazioni e stimoli del tipo “dobbiamo chiedere l’azzeramento dei vertici delle istituzioni, delle forze armate, delle forze dell’ordine, dei partiti, degli apparati dello stato” e altra roba del genere.
Beh, al riguardo dobbiamo chiarirci le idee e partire della constatazione della “qualità” del tessuto civile, culturale, economico, politico e, quindi, istituzionale di questo nostro bello ma disgraziato Paese.
Chi scrive viene “da troppo lontano” ed ha accumulato sulle sue non più giovani spalle tanta esperienza da non potersi più permettere di sognare la luna nel pozzo.
Partiamo dai tristi fatti che stanno sconvolgendo la Campania, il Lazio, il Molise, l’Abruzzo, la Calabria, la Puglia ed altre regioni italiane, dopo le terribili confessioni dell’ex collaboratore di giustizia Carmine Schiavone, confessioni che qualcuno vorrebbe screditare e far passare per non veritiere.
Stiamo parlando di fatti che tutti o quasi sapevano, vedevano, ma che non hanno minimamente scalfito fino a qualche tempo fa la cortina del silenzio, dell’omertà, talvolta della compiacenza, che l’ avvolgevano.
Noi siamo rispettosi della sofferenza e delle paure della gente che oggi protesta e chiede e siamo vicini ad essa.
Ma quanta di questa gente dovrebbe recitare il mea culpa per aver taciuto fino al giorno in cui ha visto morire un marito, una moglie, un figlio, una figlia, un cognato, uno zio per malattie
provocate da quell’orrendo genocidio che si andava e si va consumando giorno dopo giorno?
E quanta di questa gente è, direttamente od indirettamente, responsabile per aver votato – e per continuare a votare malgrado tutto – un esercito di delinquenti che hanno favorito, sostenuto, incoraggiato tutto ciò, traendone, peraltro, benefici, oltre che in termini economici, anche politici?
La classe politica che oggi condanniamo e della quale molti chiedono l’azzeramento non è l’espressione di un popolo che l’ha votata?
Ed i “vertici” delle istituzioni di cui molti chiedono la destituzione non è l’espressione di quella classe politica che la maggioranza di un popolo vile e ottuso ha votato?
Fattaci un’analisi introspettiva per individuare le responsabilità che ognuno di noi, singolarmente, ha e che ha il dovere di ammettere pubblicamente, abbiamo il dovere di interrogarci sul “modo” come correre ai ripari ad evitare di lasciare ai nostri ragazzi un mondo orrendo di miseria e di morte.
E di ingiustizie, di orribili ingiustizie.
L’appello è rivolto non tanto alla gente che si nasconde, non parla, non vede, non collabora, e che è oggettivamente mafiosa – gente che, purtroppo, è la maggioranza del Paese e che fa parte di quello stato-mafia che è tutt’altra cosa rispetto allo Stato-Stato -, ma a quella minoranza di cittadini, intellettuali, magistrati, rappresentanti delle forze
dell’ordine ed anche politici che combattono le mafie e sono animati dalla voglia di fare.
Partiamo dalla realtà e stiamo con i piedi per terra.
Noi siamo pochi, tremendamente pochi e soli, tremendamente soli, lasciati vigliaccamente soli da quanti ti dicono… “io ho famiglia”, come se ad aver famiglia fossero solo lor signori!
E da questa consapevolezza dobbiamo mettere a punto una strategia e una tattica adeguate alla bisogna.
E qui ritorna la vecchia polemica sul ” modo” di fare antimafia!!!
E’ possibile fare antimafia confondendosi con l’apparato politico, con questo apparato politico???
E’ possibile fare antimafia chiedendo l’avallo ed il sostegno economico e non solo di queste istituzioni???
E’ possibile fare antimafia limitandosi a parlare del passato, di fatti avvenuti, di Falcone, Borsellino, Dalla Chiesa ecc. ecc. (con tutto il rispetto e l’amore verso di essi, beninteso e nessuno fraintenda e speculi sulle affermazioni dandone una distorta interpretazione) e non affrontando il toro per le corna guardandoci intorno, ORA, per individuare il mafioso, l’amico del mafioso, annidato nei partiti, nelle istituzioni, fra i professionisti, gli imprenditori, i cittadini e DENUNCIANDOLO, FACENDOLO ARRESTARE E FACENDOGLI LEVARE TUTTI I BENI ACCUMULATI ILLECITAMENTE?
Molti se la prendono con i Magistrati che, secondo alcuni, dovrebbero essere gli unici a fare le inchieste, i processi e quant’altro per combattere le mafie.
Errore imperdonabile, questo, perché ogni cittadino HA IL DOVERE, anche per legge, di collaborare con essi e di non lasciarli soli in una guerra che da soli non possono fare.
Noi ci ispiriamo ad un Magistrato, un grande Magistrato e siamo amici di molti bravi Magistrati con i quali collaboriamo e vogliamo sempre più collab orare perché abbiamo senso dello Stato, di quello con la S maiuscola e non dello stato-mafia.
I Magistrati – la gran parte, perché anche fra di essi, come in tutte le altre categoria, c’è qualche mela marcia – giudicano sulla base delle prove che riescono ad acquisire o che arrivano sulle loro scrivanie da parte delle forze dell’ordine o da altre fonti.
Se queste prove sono monche, distorte, senza riscontri, come talvolta avviene, essi sono impotenti e le verità giudiziarie sono sempre diverse dalle verità reali.
Sta a noi, a noi, pochi e soli, che stiamo in trincea, che concepiamo la lotta alle mafie, al malaffare, alla corruzione, per un mondo migliore e più giusto, come un valore assoluto, il primo valore per cui un Uomo ed una Donna veri hanno il dovere di battersi, aiutare la Giustizia fornendole elementi e strumenti per salvaguardare e possibilmente ampliare gli spazi di civiltà e di vera Democrazia.
LA DENUNCIA, LA DENUNCIA, LA DENUNCIA.
Senza DENUNCIA, non è lotta alle mafie.
E’ ALTRA COSA!