Cerca

DENTRO  QUESTO PROCESSO C’E’ DI TUTTO: COSCHE,PROFESSIONISTI,TRADITORI DELLO STATO,COLLETTI BIANCHI,LA “ZONA GRIGIA “ CHE FA VERGOGNA A QUESTO PAESE !!!!!!

DENTRO  QUESTO PROCESSO C’E’ DI TUTTO: COSCHE,PROFESSIONISTI,TRADITORI DELLO STATO,COLLETTI BIANCHI,LA “ZONA GRIGIA “ CHE FA VERGOGNA A QUESTO PAESE !!!!!!

Rinascita-Scott, Gratteri: “Processo non paragonabile a quello di Palermo, Falcone e Borsellino giganti rispetto a noi”

“Se facciamo un paragone tra la preparazione culturale dei parlamentari della Prima Repubblica e quelli di adesso, c’è un abisso: i peggiori della Prima Repubblica avevano letto almeno qualche libro”. Lo ha detto il capo procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7. “Le riforme che ho io in testa – ha spiegato Gratteri – non si fanno, nemmeno con questo governo. Il ministro Bonafede sta prestando grande attenzione al mio ufficio e ho buoni rapporti con lui, come ce li avevo con il suo predecessore, Orlando. Ma non è questo, il livello di contrasto alle mafie sarà sempre insufficiente finché non faremo – nel rispetto della Costituzione – quelle leggi che renderanno delinquere non più conveniente”.

“A parte il numero di imputati, il maxi processo contro la ‘ndrangheta non è paragonabile a quello di Palermo. Falcone e Borsellino erano dei giganti rispetto a noi, noi siamo normali magistrati, loro persone che capivano le cose 20 anni prima degli altri”, ha detto Gratteri nel giorno in cui nell’aula bunker di Rebibbia si apriva l’udienza gup del procedimento Scott-Rinascita con 456 imputati. “A Colleferro – ha detto il capo procuratore di Catanzaro – c’è stata una mentalitaà mafiosa, quei ragazzi – se sono stati loro, come affermano alcuni testimoni – hanno avuto un atteggiamento mafioso, quello del controllo del territorio. Il modo di essere di quelle persone, con la concausa della mancanza di un’istruzione, è quello di gente allenata alla violenza”.

 

11 Settembre 2020

fonte:https://ildispaccio.it/

 

 

 

“Rinascita-Scott”, Gratteri: “Zona grigia ha consentito alla ‘ndrangheta di entrare nella pubblica amministrazione”

“Questa indagine e’ una pietra angolare nella conoscenza della ‘ndrangheta e di questa nuova frontiera” del crimine di matrice calabrese che si serve dei “colletti bianchi” per gestire il potere. Lo ha detto il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, questa mattina arrivando nell’aula bunker di Rebibbia, a Roma, dove si tiene la prima udienza preliminare dell’inchiesta “Rinascita-Scott”, con 456 imputati, fra i principali esponenti dei clan di Vibo Valentia e di altre ‘locali’ della Calabria. Il calendario delle udienze prevede almeno 10 appuntamenti nell’aula bunker del penitenziario romano in attesa che venga ultimata una struttura simile a Lamezia Terme, nell’ex area industriale. Alla sbarra boss e gregari di tutte le cosche di ‘ndrangheta del vibonese ma anche imprenditori, uomini dello Stato, colletti bianchi, massoni. Un vero e proprio “sistema” ordito per controllare e gestire il territorio. Gli imputati devono rispondere, a vario titolo, di ben 438 capi di imputazione. L’accusa ha individuato 224 parti offese che potrebbero diventare altrettante parti civili nel processo. E proprio la costituzione di parte civile sta occupando gran parte della prima udienza. Tra queste vi sono i Comuni del Vibonese, la Regione Calabria, la Prefettura di Vibo, il ministero della Giustizia e privati, imprenditori vessati dalle cosche, taglieggiati, sottoposti a minacce e danneggiamenti. L’inchiesta ha colpito tutte le cosche del Vibonese, a cominciare dai Mancuso di Limbadi e poi i La Rosa, di Tropea; la consorteria Fiare’-Razionale-Gasparro a capo della locale di San Gregorio d’Ippona; i Lo Bianco-Barba e i Camillo-Pardea di Vibo Valentia citta’; gli Accorinti di Zungri; i Piscopisani a capo della locale di Piscopio; i Bonavota di Sant’Onofrio; i Cracolici di Filogaso e Maierato; i Soriano di Filandari, Ionadi e San Costantino; i Pititto-Prostamo-Iannello della societa’ di Mileto; i Patania della locale dominante a Stefanaconi. Nomi noti nel panorama criminale nazionale e internazionale, finiti piu’ volte nelle varie operazioni antimafia che hanno colpito la ‘ndrangheta Vibonese che dalla Calabria estende le sue ramificazioni fino alle regioni del nord Italia e nel resto d’Europa grazie soprattutto al traffico di droga.

Il procuratore capo di Catanzaro – parlando con il Tg1 e il Tg3 – ha sottolineato come “in questo processo c’e’ un’altissima percentuale di colletti bianchi e di quella che si definisce ‘zona grigia’, fatta di molti professionisti e uomini dello Stato infedeli che hanno consentito a questa mafia di pastori, caproni e gente rozza, con la forza della violenza e dei soldi della droga, di entrare mani e piedi nella pubblica amministrazione e nella gestione della cosa pubblica”. Per numeri e imputati, e per la sua valenza, l’indagine, Rinascita-Scott e’ stata associata al primo maxi-processo della storia delle inchieste di mafia, celebrato all’Ucciardone di Palermo: “Non mi accosto a quei grandi uomini che sono stati i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino – ha affermato Gratteri – ma questo e’ uno step di un disegno nato il 16 maggio del 2016, quando mi sono insediato alla procura di Catanzaro. Da quel giorno, insieme ai miei collaboratori, abbiamo pensato di costruire questa tipologia di indagine, non con pochi indagati, ma che abbia l’intento di spiegare il disegno unitario di questa ‘ndrangheta asfissiante, che davvero toglie il respiro e il battito cardiaco alla gente”. “La colpa e’ di tutti noi uomini delle istituzioni che non abbiamo preso con la dovuta serieta’ e rigore quello che e’ accaduto sotto i nostri occhi per decenni”, ha aggiunto il procuratore. Gratteri ha anche fatto riferimento all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Salerno nei confronti dell’ex presidente della Corte di assise di Catanzaro, Marco Petrini, magistrato sott’inchiesta per corruzione in atti giudiziari, (avrebbe aderito ad una loggia massonica e avrebbe rivelato informazioni riservate): “Ho visto quello che fa la procura di Salerno: e’ un segnale che si innesta col processo di oggi e con gli altri gia’ celebrati”, ha sottolineato Gratteri, visto che Rinascita-Scott e’ il processo di ‘ndrangheta con “la piu’ alta percentuale di colletti bianchi e uomini dello Stato infedeli”. Il procuratore di Catanzaro ha anche rigettato le accuse di ‘manettaro’ che qualcuno gli ha fatto: “E’ perfettamente chiara questa campagna di delegittimazione nei confronti della procura di Catanzaro, perche’ hanno capito perfettamente che io sono solo la punta avanzata di una grande squadra che ha spalle larghe e nervi d’acciaio e che sicuramente non fara’ falli di reazione”, ha concluso.

11 Settembre 2020

fonte:https://ildispaccio.it/

 

 

‘Ndrangheta, processo ”Rinascita-Scott”, Gratteri: ”Su ciò che accadeva poca serietà delle Istituzioni”

di AMDuemila

“Questa indagine è una pietra angolare nella conoscenza della ‘ndrangheta e di questa nuova frontiera”. E’ quanto ha detto il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, arrivando all’aula bunker del carcere romano di Rebibbia, dove stamattina si svolge l’udienza preliminare della maxi inchiesta Rinascita-Scott con 456 richieste di rinvio a giudizio. “La colpa – ha aggiunto Gratteri – è di tutti noi uomini delle istituzioni che non abbiamo preso con la dovuta serietà e rigore quello che è accaduto sotto i nostri occhi per decenni. In questo processo c’è un’altissima percentuale di colletti bianchi e di quella che si definisce “zona grigia”, fatta di molti professionisti e uomini dello Stato infedeli che hanno consentito a questa mafia di pastori, caproni e gente rozza, con la forza della violenza e dei soldi della droga, di entrare mani e piedi nella pubblica amministrazione e nella gestione della cosa pubblica”. Il magistrato ha poi sottolineato: “Non mi accosto a quei grandi uomini che sono stati i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ma questo è uno step di un disegno nato il 16 maggio del 2016, quando mi sono insediato alla procura di Catanzaro. Da quel giorno, insieme ai miei collaboratori, abbiamo pensato di costruire questa tipologia di indagine che abbia l’intento di spiegare il disegno unitario di questa ‘ndrangheta asfissiante che toglie il respiro e il battito cardiaco alla gente”. Rinascita-Scott, ha aggiunto, è il processo “con la più alta percentuale di colletti bianchi e uomini dello Stato infedeli”. Quanto alle accuse di essere “manettaro”, il capo della Dda catanzarese ha affermato: “E’ perfettamente chiara questa campagna di delegittimazione nei confronti della procura di Catanzaro, perché hanno capito perfettamente che io sono solo la punta avanzata di una grande squadra che ha spalle larghe e nervi d’acciaio e che sicuramente non farà falli di reazione”.
Secondo il calendario del processo, dovrebbero svolgersi almeno 10 udienze a Rebibbia per poi spostarsi nella nuova aula bunker nell’ex area industriale di Lamezia Terme.

11 Settembre 2020

fonte:http://www.antimafiaduemila.com/