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Decreto sicurezza: ci risiamo!

DDL Sicurezza, sei ragione per mobilitarsi
La maggioranza avrebbe deciso di stralciare la norma più contestata che riguarda la segnalazione da parte dei medici e il personale sanitario degli immigrati irregolari che si rivolgono al sistema sanitario per curarsi, ma se rimane la norma che istituisce il reato penale di clandestinità i medici potranno essere ugualmente obbligati alla segnalazione ai sensi del Codice penale e del codice di procedura penale, nonostante il divieto previsto dal Testo Unico sull’immigrazione e comunque si configurerebbe un complicato contrasto normativo. Oltre tutto non si tratta solo dei medici e del personale sanitario, ma la questione si pone per presidi e dirigenti scolastici ai fini dell’iscrizione dei bambini a scuola, sia per i pubblici ufficiali dello stato civile ai fini della registrazione delle nascite e delle morti e per il riconoscimento dei figli naturali

1 DIRITTO ALLA SICUREZZA PER TUTTI
2 NO AL DDL SICUREZZA
3 NO ALLE RONDE
4 NO AL RAZZISMO
5 LIBERTA’ DI CURA PER I MEDICI E GLI IMMIGRATI
6 LOTTA TOTALE ALLE MAFIE

Questi sono gli slogans con i quali, oggi, mercoledi 29 aprile abbiamo svolto un partecipato presidio davanti a Montecitorio.
Infatti nei giorni 21-22 aprile si è svolta l’audizione delle Organizzazioni Sindacali e delle Associazioni da parte delle Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera sul DDL sicurezza.
La gran parte delle nostre organizzazioni hanno potuto esprimere il proprio dissenso sull’insieme del provvedimento.
Nello stesso giorno il Senato ha approvato il DL antistupri.
Il testo che è stato convertito in legge, fortunatamente non contiene le due norme più contestate, la legalizzazione delle ronde e l’aumento a 6 mesi della detenzione degli immigrati non identificati dentro il CIE.
La maggioranza di governo intende recuperare la norma sulle ronde nel DDL sulla sicurezza e si è impegnata a presentare un altro DDL sull’aumento del periodo di trattenimento nei CIE.

Per quanto riguarda il DDL sicurezza, la maggioranza avrebbe deciso di stralciare la norma più contestata che riguarda la segnalazione da parte dei medici e il personale sanitario degli immigrati irregolari che si rivolgono al sistema sanitario per curarsi, ma se rimane la norma che istituisce il reato penale di clandestinità i medici potranno essere ugualmente obbligati alla segnalazione ai sensi del CP e del C di P.P., nonostante il divieto previsto dal Testo Unico sull’immigrazione e comunque si configurerebbe un complicato contrasto normativo. Oltre tutto non si tratta solo dei medici e del personale sanitario, ma la questione si pone per presidi e dirigenti scolastici ai fini dell’iscrizione dei bambini a scuola, sia per i pubblici ufficiali dello stato civile ai fini della registrazione delle nascite e delle morti e per il riconoscimento dei figli naturali.
Le norme contenute nel DDL per il contrasto alla mafia, sono contraddittorie, mentre inaspriscono la detenzione e l’art. 41 bis, per i mafiosi, impedendogli di esercitare il loro potere dal carcere, diminuiscono invece i poteri della Divisione Nazionale Antimafia con un emendamento del Governo che chiediamo di cancellare dal testo.

Comunque tutto l’impianto del DDL sulla sicurezza con le norme sulla tassa per il rinnovo dei permessi e sulla cittadinanza sul divieto di registrazione allo stato civile, sul permesso a punti, sul reato di clandestinità, sui matrimoni e sulla certificazione alloggiativa, se approvato, configura una restrizione intollerabile dei diritti umani delle persone con un segno di forte discriminazione e vessazione razziale, in più cercando di arruolare, in questa assurda guerra agli immigrati, intere categorie sociali (medici, infermieri, insegnanti operatori pubblici, affittuari, datori di lavoro e comuni cittadini) spingendoli alla delazione ed all’accanimento discriminatorio e razzista.

Mentre il Parlamento discute di questi provvedimenti il clima e gli episodi di razzismo e di violenza si moltiplicano nel paese con un atteggiamento gravissimo e irresponsabile di certa stampa che istiga alla violenza razzista.
Quindi noi dobbiamo manifestare tutto il nostro dissenso e fare il possibile per contrastare questa deriva. Il presidio del 29 aprile è stato una prima iniziativa, proprio nel giorno in cui il provvedimento è arrivato in aula alla Camera. Mercoledi 6 maggio la nostra protesta continuerà con un’assemblea pubblica sempre vicino al parlamento insieme ai parlamentari che si oppongono.

È possibile che il governo, per arginare l’opposizione ed il dissenso manifestatosi anche da parte di numerosi parlamentari della maggioranza, ponga la fiducia su questo ddl, sarebbe molto grave espropriare il Parlamento di una discussione e della massima libertà d’espressione dei singoli parlamentari, su un provvedimento che cambia il volto del nostro Paese e della sua co-viltà giuridica e produce degli strappi con le norme europee antidiscriminatorie e con la stessa nostra costituzione. Fermatevi finchè siete in tempo.

Pietro Soldini
responsabile Immigrazione della Cgil

(Tratto da www.aprileonline.info)