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Da settembre tutta l’attività giudiziaria del Basso Lazio si sposta sulle spalle dei magistrati del Tribunale e della Procura di Cassino a seguito della chiusura della Sezione staccata di Latina del Tribunale di Gaeta. E’ necessario, a questo punto, un rafforzamento dei presidi di Cassino per una più significativa azione di contrasto delle mafie che dominano sul territorio.

Entro il mese di settembre chiude il Tribunale di Gaeta e tutta l’attività giudiziaria del Basso Lazio si concentrerà sul Tribunale e sulla Procura di Cassino.
Noi siamo stati fra quelli che si sono battuti perché questi due ultimi presidi non venissero chiusi,come si paventava.
Abbiamo impegnato qualche nostro amico componente dell’apposita Commissione e abbiamo fatto appello al Capo dello Stato ed al Ministro della Giustizia perché si rendessero conto di mantenere in piedi delle strutture che stanno al confine della Campania,su un territorio,cioé,dominato dalla camorra.
Abbiamo superato ogni pulsione campanilistica ed abbiamo guardato all’interesse generale,come sempre.
D’altra parte non aveva senso continuare a mantenere in piedi,a spese dei contribuenti,una sezione distaccata del Tribunale di Latina -appunto il cosiddetto Tribunale di Gaeta- nato male perchè privo della Procura e,quindi,inutile.
Una struttura creata solamente per motivi clientelari di natura politica che è costata tantissimo al contribuente e che non é servita a niente sul piano dell’azione di contrasto delle mafie ,con tutto il rispetto e l’apprezzamento per il lavoro fatto dai giudici ,dai Pm che partecipavano ai processi spostandosi continuamente da Latina a Gaeta e per i cancellieri e l’altro personale.
Ma ora,a bocce ferme,il problema é un altro e su questo dobbiamo impegnarci a fondo senza guardare in faccia a chicchessia,amici o no.
La QUALITA’,quella qualità che é la nostra fissazione,perché senza qualità non si va da nessuna parte.
Qualità dei processi,qualità delle indagini.
Gli investigatori di buona qualità ci sono,grazie a Dio, ma anche i magistrati debbono esserlo.
Non intendiamo dire che questi non lo sono ma certe affermazioni del Procuratore Capo che,durante l’ultimo convegno da noi promosso a Cassino ha detto che la sua porta é sempre aperta ma nessuno denuncia,francamente a noi non é piaciuta.
Un Procuratore non deve attendere che la gente denunci,ma deve attivarsi,motu proprio , per avviare le indagini,coordinando e stimolando le forze dell’ordine a farle .
Avviene questo a Cassino?
Soprattutto su un territorio sul quale la camorra investe e ricicla fiumi di soldi.
Come si vede il problema é grosso e complicato.
L’accentramento sul Tribunale e sulla Procura di Cassino di tutta l’attività giudiziaria del Basso Lazio apre scenari seri in quanto obbliga tutti,avvocati e soprattutto noi come associazione antimafia,a valutare giorno dopo giorno se tutto funziona o non funziona.