Cerca

Da Metropolisweb .Camorra con auto blindate acquistate via internet

 


	Camorra, i clan sono in crisi: a Torre del Greco i boss acquistano le auto blindate su e-bay

di CIRO FORMISANO

TORRE DEL GRECO/ERCOLANO – Dai vicoli al buio lastricati di sangue, alle luminose schermate delle pagine internet. Dalle delicate trattative per fissare il prezzo della droga con i narcos alle chat e alle aste on-line per strappare – a colpi di smile e icone – uno sconticino all’irremovibile venditore di turno. Perché, alla fine, anche i clan – in tempi di crisi – sono costretti a fare economia. Così può succedere che un boss di prestigio e un killer spietato si ritrovino a navigare in rete con il mouse in mano e la pistola nella fondina per fare la spesa sul web: un’immagine impensabile per chi ha in testa lo stereotipo del camorrista tutto d’un pezzo ritratto in film e romanzi.

La camorra “stracciona” che sta al passo con i tempi e salta da un sito all’altro a caccia di un affare è un’immagine scolpita nel racconto di Salvatore Fiore, il sicario pentito un tempo vicino al clan Ascione-Papale, la cosca con base e interessi tra Ercolano e Torre del Greco. Il nipote di Luigi Nocerino – uno dei più temuti sicari della malavita vesuviana – si sapeva trasformare all’occorrenza in un vero e proprio internauta al servizio della sua cosca. Siamo negli anni caldi della guerra di camorra e il killer che uccideva per 5.000 euro a omicidio si vuole proteggerse. «Ero intenzionato a comprare un’auto blindata e andai a casa di Pietro Papale di Luigi dove avevamo iniziato a cercare la vettura su internet». Si, perché il boss attualmente recluso al 41 bis di auto blindate se ne intendeva. Il suo clan, mentre Salvatore Fiore cerca su internet una gabbia di piombo su 4 ruote, ha un bolide cromato con vetri anti-proiettili in garage: una Lancia Thema che verrà sequestrata poi nel 2010. Da vico Moscardino parte, allora, la ricerca in ogni parcheggio, garage e piazzola di sosta d’Italia.

(Il testo continua dopo l’immagine.)

Con gli occhi sul computer come due ragazzini che hanno appena ritirato la patente, il boss e il sicario incrociano un’Alfa Romeo a Reggio Calabria. «Era un modello vecchio – racconta Fiore – e il prezzo di 14.000 euro non era conveniente». Passa qualche minuto e il web “partorisce” un’altra occasione. Si tratta di una vecchia Lancia Gamma parcheggiata nei pressi di Milano. «Aveva un prezzo di 7.000 euro – ripete il collaboratore di giustizia – era conveniente. Abbiamo contattato il venditore e abbiamo terminato la ricerca».

Ma la camorra, si sa, non è solo auto blindate e pistole. E i due malavitosi travestiti da nerd con la testa nel computer, non resistono al richiamo delle proprie gesta. Su ordine del boss – come racconta il killer-poeta in un verbale – l’ex sicario inizia a digitare sul motore di ricerca i nomi dei morti della faida. Sul pc di Pietro Papale, Salvatore Fiore digita «Maiorano», «Boccia», «Serra»: i cognomi di tre delle vittime dalla guerra di camorra sull’asse Ercolano-Torre del Greco. «Con dei gesti mi fece capire che era stato lui a ucciderlo», ripete la gola profonda, parlando dell’omicidio di Giuseppe Serra, ex cutoliano di ferro massacrato da un commando di fuoco a Torre del Greco il 6 giugno del 2007. «Papale e Palomba – afferma Salvatore Fiore – mi hanno raccontato che a sparare è stato Pietro Papale mentre Bartolomeo Palomba ha guidato il motorino». Insomma, da Ebay ai morti ammazzati, dalle confessioni alle auto blindate. Perché tra tradizione e nuovi modi per risparmiare, un buon camorrista-impiegato deve sapere almeno usare un pc.