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Da ” La Repubblica” – Criminalità, Alemanno: “C’è¨ rischio mafia” Dal Viminale in arrivo agenti e mezzi. Hanno ancora la faccia tosta di parlare di… “rischo mafie” quando queste stanno ormai perfino nelle nostre case. Irresponsabili!!!

Criminalità, Alemanno: “C’è rischio mafia”

Dal Viminale in arrivo agenti e mezzi

L’incontro con il neo ministro dell’Interno, Cancellieri. “Mi ha detto di avere un cuore romano che batte forte”. Il Pd: “Il sindaco per non mettere in cattiva luce Berlusconi ha sempre minimizzato”. La replica del delegato alla Sicurezza Ciardi: “Un attacco vergognoso alle forze dell’ordine”

“Temo ci sia un contatto tra le bande territoriali e la criminalità organizzata, che ha già comprato pezzi di economia romana e che si è limitata finora a investire. Questo significherebbe l’arrivo nella capitale della grande criminalità di stampo mafioso”. Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, lascia il Viminale al termine di un incontro con il neo ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri e affronta il tema della sicurezza dopo i recenti agguati, in particolare il duplice omicidio di Ostia. E il Pd attacca: “Da almeno tre anni denunciavamo il fenomeno, ma fino ad oggi aveva sempre minimizzato la questione”.

L’allarme. “Le bande territoriali sono più attive del solito e hanno un contatto indiretto con la grande criminalità organizzata perché fornisce loro la droga – spiega il primo cittadino – Ora c’è il rischio che entrino in contatto e che le bande territoriali cerchino una legittimazione, come avvenne per la banda della Magliana. Se ha luogo questo contatto avremo il problema di una criminalità di stampo mafioso a Roma”.

L’annuncio di un maggiore impegno in uomini e mezzi – garantito dal ministro Cancellieri – è arrivato a poche ore dal blitz anti-camorristico dei poliziotti

della squadra mobile della Questura di Latina e dei finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Roma, che hanno eseguito numerosi arresti e sequestri nei confronti di un clan nel basso Lazio: le persone finite in manette hanno come riferimento il clan Bardellino, del gruppo dei Casalesi, frangia Schiavone, originaria di San Cipriano d’Aversa, Caserta, da anni insediata nel comune di Formia.

Il primo cittadino di Roma si è soffermato a spiegare la differenza di vedute con il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, che ancora ieri definiva i fatti di sangue che hanno investito la Capitale negli ultimi mesi il frutto di una guerra tra bande. “Ci siamo confrontati anche oggi su due letture diverse, che comunque poi in fondo sono meno lontane di quello che sembrano – ha detto Alemanno – Io credo che il rischio di criminalità organizzata sia molto più forte di quanto rappresentato ieri dal prefetto. Ci sono due fenomeni: la crescita delle bande territoriali attorno al traffico della droga, con ambizioni di egemonia, e la presenza della criminalita’ organizzata attraverso l’attivita’ economica. Il rischio e’ che i punti giungano a contatto. Sarebbe estremamente pericoloso e non possiamo permetterci neanche il rischio che si possa dire che Roma e’ una citta’ ad alta densita’ mafiosa o di criminalità organizzata. Ho lanciato un allarme forte, preferisco alzare i toni ed avere reattivita’ piuttosto che minimizzare e poi avere sorprese”. E ancora. “Dobbiamo approfondire la questione del pizzo: ci sono segnali che dicono che in alcune zone di Roma il pizzo c’è, ma non ci sono denunce specifiche. Dobbiamo quindi capire se veramente c’è il rischio di un racket territoriale su Roma”, ha continuato Alemanno.

Poi ancora sull’incontro con Cancellieri ha raccontato: “Ho trovato un ministro molto attento e sollecito; mi ha detto di avere un cuore romano che batte forte. Mi ha dato la massima disponibilità e attenzione ad affrontare la difficile situazione relativa alla sicurezza a Roma. Il ministro ha promesso più uomini e mezzi e più coordinamento da parte di tutte le forze che devono contrastare la criminalità organizzata. Ho chiesto una strategia specifica, sia in termini di intelligence che di controllo del territorio”.

Reazioni. “Oggi anche il sindaco Gianni Alemanno si accorge che Roma negli ultimi anni è diventata territorio di ogni tipo di mafia. Era ora. Da almeno tre anni denunciavamo il fenomeno. Alemanno, però, per evitare di mettere in cattiva luce il governo Berlusconi e il ministro leghista Maroni, fino ad oggi aveva sempre minimizzato la questione. Solo adesso, con un nuovo governo, si è messo a far baccano – ha incalzato Marco Miccoli, segretario del Pd Roma – Alemanno ha una grande responsabilità: se avesse denunciato con forza le infiltrazioni mafiose da subito – fregandosene degli equilibri interni del governo Berlusconi e della sua carriera nazionale – ora sicuramente questo fenomeno sarebbe stato già combattuto. Invece il sindaco ha preferito tacere e mentire per anni ai romani. E questi sono i risultati: la Capitale d’Italia è la città con il record italiano di omicidi”.

Replica Giorgio Ciardi, delegato del sindaco Alemanno alla Sicurezza: “L’attacco sferrato dal segretario del Pd, Marco Miccoli, alle forze dell’ordine e a tutti i funzionari del Ministero dell’Interno è davvero vergognoso. Affermare che il fenomeno dell’infiltrazione mafiosa a Roma sarebbe già stato combattuto se Alemanno non avesse minimizzato, cosa peraltro non vera, equivale a dire che tutti i responsabili delle forze dell’ordine, dal ministro all’agente di pattuglia, sono dei burattini al servizio non dello Stato ma della politica”.

“Le richieste della difesa non saranno da me contrastate” ha detto il procuratore generale Alberto Cozzella rivolgendosi alla corte d’Assise d’Appello. Il procuratore ritiene focali gli stessi punti della critica di parte: contestualità del morso sul seno sinistro con il delitto, modalità di conservazione degli indumenti della vittime e la possibilità di eventuali contaminazioni. “Pertanto – ha concluso – rivolgo istanza perché la Corte disponga una perizia nel corso di cui potrò esporre i quesiti che ho già formulato con precisione”. Il procuratore ha poi definito la sentenza di primo grado “poderosa”.

Sulla questione è intervenuto anche il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti: ” ”Sono anni, direi dal giorno che sono stato eletto, che segnalavo che il problema dell’ordine pubblico a Roma non era quello dei ‘vu cunpra” ma le infiltrazioni delle organizzazioni mafiose, della Mafia e della Camorra”. A luglio aveva lanciato l’idea – colta poi da tutti – di una fiaccolata di Roma contro la mafie e i poteri criminali “perché le inchieste e i procuratori della Repubblica ci segnalavano che nella capitale sta sempre di più diventando un territorio utile ai poteri criminali per riciclare denaro. Fenomeno questo – ha continuato Zingaretti – aggravato dalla crisi economica, quindi era evidente che occorresse alzare la testa e dare un segno importante delle Istituzioni per rilanciare l’economia sana, far sentire agli imprenditori sani e ai commercianti vittime di questi fenomeni di usura o criminalità che non sono soli”. Altro aspetto tratteggiato da Zingaretti è l’importanza dlel’associazionismo territoriale che va potenziato ”contro la mafia e renderlo più forte contro i poteri criminali”. Comunque la denuncia resta un elemento decisivo a parere del presidente della Provincia di Roma. ”La mafia va cacciata da questa città, era lo slogan di luglio e mi fa piacere che oggi siamo in tanti a urlare questo slogan” ha concluso.

(24 novembre 2011)

Fonte: http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/11/24/news/criminalit_nella_capitale_alemanno_c_rischio_mafia-25507772/