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Da Blitz quotidiano. L’ombra della mafia sulla scuola ricostruita di Amatrice

 

Terremoto Amatrice, l’ombra della mafia sugli appalti della scuola crollata

28 agosto 2016 

di redazione Blitz

AMATRICE (RIETI) – L’ombra della mafia sugli appalti per la ristrutturazione della scuola Romolo Capranica di Amatrice (Rieti). “I guadagni dei clan cominciano proprio dal calcestruzzo scadente. Se un edificio è fatto bene non viene giù”, ha detto il procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, intervistato da Repubblica. E in effetti da quanto emerge da un approfondito articolo del Fatto Quotidiano firmato da Davide Milosa e Davide Vecchi, analizzando gli intrecci societari dietro all’azienda che ha lavorato alla ristrutturazione della scuola, avvenuta nel 2013 e costata 700mila euro, vengono fuori legami tra il gruppo siciliano che ebbe l’appalto e un altro, omonimo, colpito da un’interdittiva antimafia, poi sospesa.

I collegamenti con i clan di Cosa Nostra, scrivono Milosa e Vecchi sul Fatto Quotidiano, vengono alla luce dalla relazione tra la Valori Scarl, società che si è occupata della ristrutturazione della scuola di Amatrice di proprietà del gruppo Mollica di Francesco Mollica, e Domenico Mollica, maggiore azionista di un’altra società, la Sed, la cui sede è esattamente nello stesso palazzo in cui risiede la Dionigi Soc. Coop, che detiene la Valori Scarl.

Scrive il Fatto Quotidiano:

Al netto di questo risiko societario, ciò che solleva sospetti di mafiosità è uno degli azionisti della Sed. Si tratta di Domenico Mollica che ne detiene il 90% e che è nato a Piraino (Messina) nel 1955. Ecco il legame. Il signor Mollica è stato socio della Siaf (società di costruzioni fallita) assieme ai fratelli Pietro e Antonino. Ai tre è riconducibile il consorzio Aedars che nel 2013 riceverà un’interdittiva antimafia firmata dalla Prefettura di Roma. Di più: Francesco Mollica, che controlla la Valori Scarl, è figlio di Domenico.

(…) L’interdittiva raccoglie un lungo elenco di annotazioni di diverse polizie giudiziarie su collegamenti con i clan di Cosa Nostra radicati a Barcellona Pozzo di Gotto. (…)

La storia dei fratelli Mollica inizia qui e torna indietro al 1991, quando il Comune di Piraino viene sciolto per mafia. Nella relazione firmata dall’allora ministro Enzo Scotti si legge: “In meno di tre anni i fratelli Mollica si trasformano in un sostanzioso gruppo finanziario che si aggiudica ripetutamente appalti per svariati miliardi in Sicilia e fuori dall’isola”. Emerge, fin da allora, la capacità dei Mollica di influenzare la vita politica. Nel marzo del 2013, poi, viene sciolto il Comune di Augusta (Siracusa). Anche qui le relazioni allegate citano più volte i Mollica. In particolare si sottolinea il rapporto di amicizia e di affari con Francesco Scirocco, arrestato nel 2011.

L’interdittiva antimafia viene però sospesa dal Tar del Lazio nel 2014. (…) il collegio afferma “che mancano gli elementi di collegamento con la criminalità organizzata”.

Una delle vicende più spinose e dalla quale i Mollica usciranno immacolati, è quella della vecchia Siaf. In questo caso il nome dei Mollica viene tirato in ballo da Angelo Siino, il ministro dei lavori pubblici di Cosa Nostra, il quale li inserisce nella lista degli imprenditori che si spartivano gli appalti. (…)  Per Pietro Tindaro Mollica i guai, però, non finiscono. Nel 2015 viene arrestato a Roma nell’ambito dell’indagine Variante inattesa. L’accusa è dibancarotta fraudolenta.

L’inchiesta parte dal consorzio Aedars che in dieci anni – ragiona l’accusa – si è aggiudicato una serie di appalti pubblici (118 milioni totali). Scrive il gip: “Dagli atti è facilmente evincibile come Mollica applichi un metodo delinquenziale”. L’ombra di questo metodo si affaccia ora sulle macerie di Amatrice.

 

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