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Cuffaro in carcere a Rebibbia, condannato a 7 anni per mafia

La sentenza in via definitiva della Cassazione. Casini e Follini: Convinti che non sia mafioso ma rispettiamo la decisione

E’ in carcere a Rebibbia l’ex presidente della Regione siciliana, Salvatore Cuffaro, condannato in via definitiva a sette anni per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra e violazione del segreto istruttorio. Cuffaro si è costituito nel carcere romano di Rebibbia per scontare la condanna confermata sabato dalla Cassazione. Uscendo dalla sua abitazione romana, l’ex governatore siciliano e senatore del Pid, i Popolari per l’Italia di domani, aveva dichiarato di rispettare la magistratura e annunciato la volontà di andarsi a costituire. Poi in macchina ha raggiunto il carcere romano, dove è entrato dribblando i cronisti. La sentenza della Corte di Cassazione ha confermato per Cuffaro la condanna che era stata emessa dai giudici della Corte d’Appello di Palermo che lo avevano ritenuto colpevole di avere informato, attraverso l’intercessione dell’ex assessore dell’Udc Mimmo Miceli, il boss di Brancaccio Guttadauro della presenza delle microspie piazzate dal Ros nella sua abitazione. Pier Ferdinando Casini e Marco Follini si sono detti “umanamente dispiaciuti per la condanna di Totò Cuffaro” ed hanno espresso “rispetto per la sentenza, come è doveroso in uno Stato di diritto e tanto più da parte di dirigenti politici”. L’attuale leader dell’Udc, il partito di Cuffaro prima che passasse ai Ppi, e l’ex segretario dello Scudocrociato, ora passato con il Pd, hanno scritto: “Ma non rinneghiamo tanti anni di amicizia e resta in noi la convinzione che Cuffaro non sia mafioso”. Cuffaro perderà il seggio da senatore a Palazzo Madama al quale era stato eletto nel 2008, quando si candidò come capolista dell’Udc in Sicilia. La decadenza dal seggio è uno degli effetti automatici della sentenza di condanna definitiva. Essa diverrà applicabile non appena il Senato ne riceverà notifica e potrà proclamare il suo successore, ovvero il primo dei non eletti Udc: dovrebbe trattarsi di Maria Giuseppa Castiglione. Cuffaro, però, potrebbe seguire il precedente di Cesare Previti ed evitare la decadenza, presentando spontaneamente le dimissioni dal Senato. Nel caso di dimissioni, l’aula del Senato sarà chiamata a votare, così come avvenne per Previti.

(Tratto da Virgilio Notizie)