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Creato dalla Regione Lazio un Osservatorio Regionale sulla criminalità. Altro carrozzone che non serve a niente, come quelli precedenti.

L’OSSERVATORIO REGIONALE DEL LAZIO SULLA CRIMINALITA’… AHAHAHAHAHAHAHAH!
Verrebbe voglia di definire l’attuale governatore del Lazio… “Zingaretti lo stabilizzatore”.
Si continua nel segno della tradizione e della continuità, quando, invece, sarebbe necessario procedere nel segno della destabilizzazione, della discontinuità.
Finora tutti gli organismi creati dalla Regione Lazio, nelle sue varie gestioni di destra come di sinistra, sono serviti solo a prendere atto di uno statu quo e a non tentare minimamente di modificare strategie e tattiche di contrasto delle mafie che hanno strozzato una regione importante qual’è quella che ospita la Capitale del Paese e dove convivono tutti i vertici delle organizzazioni criminali nazionali ed internazionali e quelli dei nostri apparati di intelligence.
La stessa composizione di questo ennesimo Osservatorio sembra essere stata fatta in funzione del mantenimento dello statu quo.
Le mafie hanno ormai occupato il Lazio e la classe politica di questa regione, da quella di destra a quella di sinistra, ha mostrato un’inadeguatezza da mettere paura.
Mai che essa abbia fatto uno sforzo per capire e denunciare la genesi di tale processo, le cause, le carenze, volute o non volute, degli apparati statuali, le collusioni, soggettive od oggettive, fra
taluni uomini dello stato e dei partiti con le organizzazioni criminali, le omissioni, la qualità delle indagini, l’efficienza degli apparati di sicurezza, la loro dislocazione sui territori
e cosi’ via.
Mai che essa abbia scandagliato al suo interno per individuare e perseguire i colpevoli di tanti ritardi e di tante defaillance.
Una classe politica che è la vera ed unica responsabile di quanto è avvenuto e continua ad avvenire nel Lazio con le mafie che sono riuscite talvolta a condizionare il corso perfino di alcune indagini se è fondata, come noi riteniamo, la denuncia di quegli ex poliziotti della Polaria che sono stati bloccati e trasferiti un secondo prima di riuscire a decapitare alle porte di Roma un potente clan.
L’ecologia degli apparati dello stato, l’efficienza di essi, l’ammodernamento delle strategie e delle tattiche di attacco alle mafie, il coordinamento degli apparati investigativi. Questi solo alcuni dei tanti problemi che andrebbero affrontati e risolti se ci fosse un’effettiva volontà di combattere le mafie.
Ci domandiamo, a questo punto, quanto sono costati alle tasche di noi cittadini questi apparati che hanno prodotto una sola cosa: il NULLA.
ZERO.
Presidenti, vice Presidenti, gettoni di presenza, Segretarie, macchine di servizio, spese di gestione, a go go per produrre ZERO.
Ecco, queste sono le cose che i consiglieri del M5S che ci tengono tanto ad apparire come i fustigatori del malgoverno dovrebbero andare a controllare per fare una comparazione fra le spese e il prodotto.
Ma, a parte questo aspetto di carattere economico, noi riteniamo che il danno più grave arrecato da questa gente sia quello che riguarda il mancato smantellamento di un sistema che, fatti alla mano, ha dimostrato di essere assolutamente vecchio e nocivo.
Le mafie, anziché essere ridimensionate e debellate, sono cresciute diventando padrone quasi assolute dell’intero Lazio fino a far gridare a Di Pietro ed alla radicale Bernardini… “nei palazzi romani si parla troppo napoletano” (lo ricordate?).
Noi vogliamo ricordare a noi stessi e a chi ci legge due sole cose che parlano più delle parole.
Stiamo parlando, ovviamente, sempre della Regione Lazio e dei suoi organi cosiddetti “antimafia”!!! (sic).
Non parliamo dell’Osservatorio Regionale, ma della Commissione Regionale Sicurezza (altro organo parallelo, composto da soli consiglieri, con tanto di Presidente, Vicepresidente, Segretarie, macchina di servizio, gettoni di presenza ecc).
Presidente Laurelli (PD). gestione Marrazzo, centrosinistra.
Argomento all’ordine del giorno di una riunione: mafie a Civitavecchia ed infiltrazioni nelle attività del Porto.
Veniamo invitati a partecipare a quella riunione perché tutti sapevano che noi eravamo i più informati di tutti in quanto da anni stiamo raccogliendo notizie, scavando e creando dossier.
Conclusione di quella riunione: una lunga serie di bla bla ed a noi non hanno nemmeno consentito di parlare e di documentare come è la situazione.
Presidente Zaratti (SEL). gestione Polverini, centrodestra.
Ci invitano ad una riunione della Commissione nella quale si sarebbe dovuto parlare delle attività mafiose sul litorale romano.
Interveniamo per primi, ad evitare che ce lo impedissero come nel caso sopraindicato.
Veniamo, appena finito l’intervento, subito aggrediti da una sfilza di insulti, minacce di querele e quant’altro da un V. presidente, senza che il Presidente dicesse una sola parola a nostra difesa.
Ovviamente anche quella riunione ha prodotto ZERO.
Questa, la politica della Regione Lazio finora in materia di mafie e di “antimafia”!!!