Cerca

Così la mafia punta al cuore del potere

Così la mafia punta al cuore del potere

L’innocenza perduta della Toscana

di AGNESE PINI

15 aprile 2021

Firenze, 16 aprile 2021 – Il primo modo per combattere la mafia è chiamarla con il suo nome. Quella di sminuirla è una tentazione in cui si cade facilmente, ancora oggi, in terre non abituate – per cultura e per storia – a essere associate ai clan. L’inchiesta della Dda di Firenze è doppiamente importante e dirompente, allora, non solo per la sua portata: ventitré arresti, decine di indagati. È importante soprattutto perché pone la Toscana di fronte alla perdita di una supposta innocenza: è la prima volta, questa, in cui la ’ndrangheta arriva così esplicitamente a infiltrarsi nei meccanismi più vivi e fondanti dell’economia e della politica della regione, insinuata fin nel cuore del Palazzo e del potere e fin nel cuore delle attività produttive.

È la soluzione finale delle associazioni malavitose: trovare facce pulite tramite cui accrescere affari sporchi. Tra i nomi eccellenti finiti nell’indagine ci sono esponenti dell’Associazione Conciatori, c’è una sindaca, c’è un consigliere regionale, c’è il capo di gabinetto della Regione. Le accuse che cristallizzano le loro implicazioni e le loro responsabilità nell’inchiesta dovranno certo essere verificate e confermate. Ma resta il fatto che siamo di fronte a un cambio di passo: la ’ndrangheta sarebbe riuscita a fare il salto di qualità, a passare dall’illecito conclamato all’illecito strisciante nel tessuto sano di una terra che più che mai oggi, anche a causa delle conseguenze della pandemia, ha bisogno di essere difesa e tutelata. Senza alibi. Guardiamola in faccia, la ’ndrangheta. E chiudiamole la porta finché siamo in tempo.

Fonte:https://www.lanazione.it/commento/indagine-ndrangheta-1.6250693