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Così com’è, il “piano casa” va respinto. Sarebbe un regalo ai cementificatori e… ai mafiosi

Piano casa, le Regioni bloccano il decreto

Costretto a smentire il piano divulgato nei giorni scorsi definendolo “un disguido”, Berlusconi si presenta a mani vuote all’incontro con i governatori regionali e ne esce con la consapevolezza che è meglio “prendere tempo per trovare un’intesa”. Unanime l’avvertimento espresso dai presidenti regionali: “Siamo disposti a semplificare le procedure, ma non alla decretazione d’urgenza”. Bossi rinnova l’invito al premier: “Occorre trattare”. Slitta l’esame del provvedimento, inizialmente annunciato per il Cdm di venerdì

È entrato in riunione con l’idea di portare a casa un decreto sul piano casa, ne esce con una serie di distinguo e l’esplicita ammissione che “è meglio prendere tempo per trattare”. “Venerdì in Consiglio dei ministri dovrebbe arrivare un decreto legge per affrontare il tema della casa”. E’ questa l’intenzione ribadita stamane dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi alle regioni, nella riunione in corso a Palazzo Chigi. Al tavolo, insieme a governatori e ministri, il premier ha insistito sulla necessità di un decreto legge. Pensava fose una passeggiata, si è trovato ad affrontnare una strettoia tutta in salita e alla fine è inciampato contro il “no” compatto dei governatori regionali che si erano riuniti qualche ora prima per definire la linea comune: No alla decretazione di urgenza, sì alla semplificazione delle procedure.

Dalla riunione propedeutica all’incontro col governo, “è emersa una contrarietà pressoché unanime sull’uso della decretazione” ha detto il governatore toscano Claudio Martini che oltre a sottolineare i rilievi di metodo formulate dai presidenti delle regioni ha ribadito il no a una deregulation sulla materia sottolineando come “tutti i governatori sostengono che questa può essere una buona opportunità se viene gestita insieme” e “non contro” le autonomie locali. Un’apertura alla trattativa ma senza il cappio della decretazione d’urgenza, quella di Martini (anticipata ieri da una posizione analoga espressa dal governatore del Lazio Piero Marrazzo) che era stato tra i più agguerriti avversari del piano del governo almeno rispetto alla bozza circolata nei giorni scorsi sconfessata da Berlusconi, con la minaccia di ricorrere alla Consulta.
“Ci interessa parlare col governo di semplificazione, di tempi certi per le procedure e obblighi per rispettarli, di buttare giù gli edifici brutti e ricostruirli meglio, anche con aumento di metratura” ha spiegato Martini al Corriere Fiorentino. La giunta regionale lunedì ha approvato una semplificazione dei permessi legati al piano paesaggistico. E che prevede che l’80 per cento degli interventi nelle aree vincolate potrà essere fatto con una sola Dia (dichiarazione di inizio attività).

Sulla stessa linea gli interventi di Mercedes Presso (Piemonte) e Piero Marrazzo (Lazio). Il governatore del Piemonte ha sottolineato la disponibilità “a individuare una soluzione che consenta, nella legalità, di dare risposta al problema per rilanciare l’edilizia semplificando”. E Marrazzo ha ribadito come “se si toglie dal tavolo il tema del decreto si potrebbe arrivare ad un accordo sulla semplificazione che potrebbe essere riprodotto in diversi provvedimenti ognuno per le sue competenze”. Sul tasto della semplificazione delle procedure ha battuto oggi anche il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti secondo cui pur nel rispetto delle competenze delle Regioni e degli enti locali “va modificata la legislazione sulla velocità con la quale vengono concessi i permessi. Penso che la possibilità di mettere in movimento le risorse finanziarie sia una cosa di cui abbiamo bisogno”. Mentre il segretario della Cisl Bonanni ha auspicato che sul piano casa maggioranza e opposizione trovino l’intesa: “L’opposizione non può opporsi a tutto e deve dimostrare insieme alla maggioranza a tutti gli italiani che più che pensare alla campagna elettorale sta pensando all’economia. Invece si litiga su tutto e questo non va bene per il Paese. Spero che prevalga il senso di responsabilità”.
Più cauti in casa Cgil: “Per quello che abbiamo potuto leggere e vedere abbiamo espresso dei pareri di contrarietà sul merito e abbiamo ribadito che se la cosa fosse fatta così ha degli evidenti principi di incostituzionalità trattandosi di materia concorrente e quindi del rapporto che deve essere fatto tra Regioni e Enti Locali”, spiega il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni. Tuttavia, rileva il sindacalista, “bisogna conoscere quale è il vero piano casa perché di testi ne sono circolati vari. Quando avremo un testo definitivo esprimeremo un parere definitivo”.

“Nei momenti di crisi bisogna far ripartire l’edilizia. Noi diciamo in alcuni casi dei sì, come quello alle demolizioni e alle ricostruzioni, allo snellimento delle procedure burocratiche per avere tempi più brevi per le concessioni” concede il segretario del Pd Dario Franceschini che in un’intervista a Studio aperto, a proposito del piano casa sottolinea: “Si può anche immaginare – aggiunge – di avere alcuni metri cubi in più alcuni tipi abitazioni, ma quello che sarebbe inaccettabile è l’eliminazione dei vincoli che tutelano il paesaggio. Questo significherebbe non avere a mente un piano casa ma un piano per la cementificazione”.

Sul piano casa è intervenuto anche il ministro delle Riforme Umberto Bossi: “Ieri ho detto a Berlusconi che molte Regioni, come la Lombardia, hanno già un piano casa e quindi è meglio trovare un accordo con le Regioni per evitare scontri”.

Così pressato dall’interno della sua maggioranza (Bossi) e dall’insieme dei vertici regionali, Berlusconi apre alla mediazione e ammette Che “non è detto che il decreto sia lo strumento più opportuno, ma i presupposti di urgenza sul piano casa restano”.
Poi, prende tempo in vista del prossimo Consiglio dei ministri di venerdì: “Utilizzeremo le prossime 70 ore per approfondire i contenuti e trovare un’armonia con le regioni. Sull’argomento c’è una competenza concorrente e non vogliamo una contrarietà delle regioni che potrebbero poi adire alla Corte Costituzionale”, spiega il premier, conversando con i giornalisti.

Resta però il mistero sul testo: quello circolato in queste ultime settimane e che fa temere la cementificazione del territorio e il mattone selvaggio è stato smentito ieri dallo stesso Berlusconi, che oggi ha ribadito che quella bozza è circolata “per un disguido”, ma il premier si è presentato a “mani vuote” di fronte ai governatori regionali e provinciali. Per conoscere il nuovo ‘piano casa’ dovremo aspettare. “Abbiamo concordato con le Regioni di darci tempo fino a martedì prossimo per individuare al tavolo tecnico sul Piano casa obiettivi condivisi con le Regioni e i Comuni”, annuncia il ministro degli Affari regionali, Raffaele Fitto. “Due o tre giorni – ha aggiunto Fitto – non sono determinanti al fine del provvedimento”.
Ida Rotano

(Tratto da www.aprileonline.info)