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Cortocircuito in Val Padana.Fanno più questi studenti che molti presunti sodalizi “antimafia”.Ecco come si fa seriamente antimafia,cominciando dall’indagine e passando,poi,alla denuncia.

“Indaghiamo su questo tema, da studenti, ponendo delle domande e collegando tra di loro vari documenti: visure delle camere di commercio, delibere comunali, visure catastali e interdittive antimafia.”

 

Cortocircuito in Val Padana

Lunedì 20 Febbraio 2017

di Elia Minari

La nostra avventura nasce nel 2009 con “Cortocircuito”, giornalino studentesco di alcuni licei della città di Reggio Emilia, nel ventre della pianura padana. Da otto anni cerchiamo di approfondire, con video-inchieste e reportage, la penetrazione delle mafie nel Nord Italia.

Indaghiamo su questo tema, da studenti, ponendo delle domande e collegando tra di loro vari documenti: visure delle camere di commercio, delibere comunali, visure catastali e interdittive antimafia.

Andando oltre la superficie dei pregiudizi e dei luoghi comuni, ci siamo resi conto che molte delle figure chiave delle quali ci stavamo occupando avevano cognomi nordici.

Quando abbiamo iniziato non immaginavamo di vedere una nostra video-inchiesta proiettata in Tribunale dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna. Negli anni precedenti abbiamo realizzato approfondimenti sui cantieri della linea Tav tra Milano e Bologna, sulla costruzione di alcune scuole, sugli affari di due discoteche emiliane e sui subappalti dello smaltimento dei rifiuti. Su diverse di queste vicende, ambientate tutte nel Nord Italia, dopo la pubblicazione delle nostre inchieste la magistratura ha aperto fascicoli d’indagine.

Un altro reportage realizzato ha costretto alle dimissioni il sindaco di Brescello, il paese emiliano noto per i film su “Peppone e Don Camillo”. A seguito della nostra inchiesta, i carabinieri hanno avviato un’indagine che nel 2016 ha portato allo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. Nella relazione allegata al decreto di scioglimento, firmato dal presidente della Repubblica, viene citato esplicitamente il nostro video-documentario.

Nel caso di Brescello abbiamo mostrato come la ‘ndrangheta nel Nord Italia cerchi non solo il contatto con il mondo imprenditoriale e politico, ma miri anche al consenso della cittadinanza, attraverso sponsorizzazioni e finanziamenti a sagre ed eventi sportivi.

Dalle nostre inchieste emerge il volto inedito di una criminalità interessata all’informazione: uomini della ‘ndrangheta impegnati a redigere comunicati, convocare conferenze stampa, pilotare interviste su giornali locali.

Fonte:http://mafie.blogautore.repubblica.it/