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Corruzione, è peggio di Tangentopoli

Giuseppe Pisanu, ex ministro dell’Interno attualmente presidente dell’Antimafia, ha lanciato l’allarme sostenendo che la situazione è peggiore di quella del 1992: Allora crollò il sistema del finanziamento dei partiti. Oggi è la coesione sociale, è la stessa unità nazionale a essere in discussione, al punto da venire apertamente negata, anche da forze di governo

Mentre le oltre 20 mila pagine degli atti giudiziari dell’inchiesta fiorentina sugli appalti occupano le pagine dei giornali, si anima il dibattito sulla cause e le risposte per combattere la corruzione nel nostro Paese: “La lotta alla corruzione è un’impresa titanica” afferma senza mezzi termini il presidente della Fiat Luca Cordero di Montezemolo, a margine dell’inaugurazione della Luiss School of Government. Montezemolo sostiene che il Paese deve reagire evitando però di “autoflagellarsi” e che la classe politica ha “una precisa responsabilità: quella di non avere introdotto riforme adeguate per far funzionare bene la macchina dello Stato”. Perché – sostiene – “dove lo Stato non funziona si afferma quella ‘società fai da te’ dove ognuno si sente autorizzato ad arrangiarsi come può, e dunque anche attraverso la corruttela”. Secondo il presidente della Fiat – che ricopre anche la carica di presidente della Luiss – la politica “alta e responsabile” ha il compito di ristabilire il “profondo senso dello Stato, della costruzione di un tessuto civile dove il malaffare sia l’eccezione e non la regola della mediazione”.
Gli fa eco la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, secondo cui “la scelta della legalità è l’unico modo per avere un’economia che continui a crescere”. Nel dibattito non vuole entrare il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che sollecitato dai cronisti mentre lasciava la Luiss ha risposto seccamente: “Chiedete ad altri”. In un’intervista al Corsera Giuseppe Pisanu, ex ministro dell’Interno attualmente presidente dell’Antimafia, ha lanciato l’allarme sostenendo che la situazione è peggio di quella del 1992: “Siamo oltre – afferma sulle colonne del quotidiano di via Solferino -. Allora crollò il sistema del finanziamento dei partiti. Oggi è la coesione sociale, è la stessa unità nazionale a essere in discussione, al punto da venire apertamente negata, anche da forze di governo. Si chiude l’orizzonte dell’interesse generale e si aprono le cateratte dell’interesse privato, dell’arricchimento personale, della corruzione dilagante”.
“Sono giorni che vado maturando queste parole – aggiunge -. Esitavo a dirle, perché mi parevano eccessive. Apocalittiche. Poi mi sono ricordato che in Giovanni il linguaggio apocalittico è l’altra forma del linguaggio profetico. Quindi non credo di esagerare se dico che è il Paese a essere corrotto. C’è la corruzione endemica, denunciata dalla Corte dei Conti; e c’è quella più strutturata e sfuggente delle grandi organizzazioni criminali, tra le più potenti al mondo. In ordine d’importanza: ‘ndrangheta, Cosa Nostra, camorra”. Pisanu evidenzia che “ogni anno le mafie riversano su tutta l’Italia fiumi di denaro sporco, che vengono immessi nell’economia legale con l’attiva collaborazione di pezzi importanti della società civile: liberi professionisti, imprenditori, banchieri, funzionari pubblici e uomini politici a ogni livello. Tiri le somme – dice il presidente dell’Antifamia rivolgendosi al giornalista -, e capirà perché l’Italia è così in basso nelle graduatorie mondiali sulla corruzione e le libertà economiche”.

Replica alle affermazioni di Montezemolo il ministro per la Pubblica amministrazione e l’innovazione Renato Brunetta: “È una persona che stimo – afferma ospite di Repubblica Tv -, è molto impegnato a lavorare su Fiat e magari non è stato informato sulla riforma della Pubblica amministrazione”. “A lui manderò la mia riforma, così capirà”, aggiunge Brunetta parlando di Montezemolo, che controreplica immediatamente: “Non si deve – dichiara il presidente della Fiat – sempre vedere nelle opinioni diverse, specie se costruttive, un avversario o una polemica, mai come ora abbiamo bisogno di unità d’intenti. Si prenda atto delle idee diverse senza demonizzare chi le ha”. Brunetta ha inoltre annunciato che il ddl contro la corruzione “verrà riproposto nel prossimo Consiglio dei ministri”, integrato “con altre due parti, una a cura del ministro Calderoli con l’opportuna reintroduzione dei controlli sugli atti degli enti locali ed una parte a mia cura riguardante la trasparenza, i piani di integrità, gli appalti, l’Ict”.

“Un disegno di legge contro la corruzione ora e subito, unitariamente” chiede il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, perché la “corruzione e la questione morale che è riesplosa sono una emergenza nazionale” anche se, sottolinea, “non è una nuova tangentopoli. Ieri – spiega – si rubava in nome e per conto dei partiti oggi si ruba solo e semplicemente per arricchirsi, il che è molto peggio”.

(Tratto da Aprile Online)