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Corruzione all’Asl di Caserta, indagato per traffico d’influenze anche il presidente del Consiglio della Campania Gennaro Oliviero

Il Fatto Quotidiano

Corruzione all’Asl di Caserta, indagato per traffico d’influenze anche il presidente del Consiglio della Campania Gennaro Oliviero

Il suo nome risulta tra gli indagati nell’inchiesta dei Nas e della procura di Napoli Nord sulla sull’Asl di Caserta che ha consentito di fare luce su numerosi episodi di assenteismo, corruzione e gare d’appalto truccate. Il politico: “A disposizione della magistratura”

di F. Q. | 22 FEBBRAIO 2021

C’è anche il presidente del Coniglio della Campania, Gennaro Oliviero, tra gli indagati nell’inchiesta dei Nas e della procura di Napoli Nord sulla sull’Asl di Caserta che ha consentito di fare luce su numerosi episodi di assenteismo, corruzione e gare d’appalto truccate. A Oliviero viene contestato il reato di traffico influenze in relazione a un singolo episodio. Nell’ambito dell’inchiesta Penelope sono dodici le persone arrestate, per sei indagati è stata disposta una misura interdittiva, 79 gli indagati (tra funzionari e dipendenti) e un sequestro di oltre 1,5 milioni di euro. La stessa indagine, nel novembre scorso, ha portato alla sospensione di 22 “furbetti del cartellino”, tra cui importanti funzionari in servizio al distretto Asl di Aversa. Secondo l’indagine, l’affidamento dei servizi di trasporto in emergenza (118) avveniva in cambio di regali e assunzioni.

Grazie a intercettazioni telefoniche e ambientali sono emersi, secondo gli inquirenti, numerosi gravi violazioni penali, come l’affidamento a poche ditte compiacenti, di lavori di adeguamento e ristrutturazione di locali aziendali gestiti direttamente dal Dipartimento di Salute Mentale (Dsm), in cambio di somme di danaro e regali vari, una serie di falsi ed abusi, in ordine alla gestione di pazienti con patologie psichiatriche, che venivano affidati a strutture esterne convenzionate senza alcuna valutazione del piano terapeutico riabilitativo da parte del competente organo specialistico (U.V.I.), assoggettando l’onere di degenza, dalla somma di diverse migliaia di euro per ciascun paziente, a carico dell’Asl di Caserta. Gli inquirenti hanno accertato l’affidamento dei servizi di trasporto in emergenza (118) ad un’associazione di volontariato i cui vertici, in cambio, avrebbero corrisposto ad uno dei componenti della commissione aggiudicatrice ed ad altri dipendenti compiacenti dell’Asl, regali e altri vantaggi, come l’assunzione di propri familiari. Sono stati poi riscontrati episodi di corruzione dei gestori delle strutture di riabilitazione convenzionate che, in cambio dell’affidamento diretto dei pazienti e dell’omessa attività di controllo sui piani riabilitativi, corrispondevano periodicamente somme di danaro e altre utilità ai funzionari pubblici che erano preposti alla tutela e corretta attività di recupero dei pazienti psichiatrici. È emerso inoltre la gestione occulta da parte di alcuni funzionari dell’Asl, con intestazione fittizia a persone compiacenti, di strutture private convenzionate presso le quali venivano indirizzati i pazienti, affidati con onere a carico dell’Asl (diaria di circa 88 euro), direttamente dai medesimi funzionari.

Ho piena fiducia nella magistratura, e sono a disposizione per chiarire al più presto la mia estraneità ai fatti” fa sapere Oliviero, attraverso una nota. Al politico la procura contesta di essere intervenuto per una proroga di un incarico sul direttore generale dell’Asl di Caserta, Mario De Biaso. A ottenere la proroga, secondo gli inquirenti, a direttore del Dipartimento di salute mentale affinché concedesse Luigi Carrizzone, figura centrale dell’indagine e che è stato arrestato, andato in pensione da non molto tempo. Carrizzone, secondo l’accusa, avrebbe ottenuto tangenti, e avrebbe gestito come socio di fatto due strutture di riabilitazione psichiatrica in cui indirizzava i pazienti che aveva in cura come funzionario medico dell’Asl, ovviamente a spese dell’azienda sanitaria, grazie alla complicità di alcuni colleghi; tra questi ultimi sono finiti ai domiciliari il psichiatra dell’Asl Nicola Bonacci, il dipendente Antonio Stabile. Ci sono poi gli imprenditori arrestati, accusati di aver siglato accordi corruttivi con i funzionari Asl: in manette è finito poi l’imprenditore di Sessa Aurunca Michele Schiavone, titolare di Rsa e centri per la riabilitazione psichiatrica, padre di Massimo, ex presidente del consiglio comunale di Sessa Aurunca nonché candidato alle recenti Regionali nel Pd . C’è poi Cuono Puzone, presidente della Misericordia di Caivano (Napoli), associazione privata che effettua il servizio di emergenza 118 nel Casertano; Puzone è accusato di aver pagato tangenti ai funzionari del Dsm per avere alcuni appalti relativi al trasporto dei malati psichici. Arresti domiciliari anche per due imprenditori edili che effettuavano lavori per l’Asl, ovvero Alberto Marino di Casaluce e Antonio Papa di Marano di Napoli, e per un commercialista di Teverola, Antonio Scarpa.

Secondo gli inquirenti c’era un passaggio di danaro continuo tra imprenditori interessati ad avere appalti e i funzionari dell’Asl, deputati a concederli, in particolare al Dipartimento di Salute Mentale (Dsm); un canale corruttivo sempre aperto alimentato anche regali costosi alle mogli dei funzionari, come borse di Louis Vuitton.